In questi giorni il nodo cruciale della serie A è la riduzione degli stipendi. La Juventus è stata la prima, ora si attendono segnali importanti dalle altre 19 squadre di serie A, Parma compreso il cui monte ingaggi si aggira intorno ai 30 milioni di euro. Il problema, però, è un altro e riduce la questione a poche righe, perchè è il codice civile italiano a regolamentare l’inadempimento contrattuale per impossibilità sopravvenuta o per causa di forza maggiore. E’ il caso del calcio: niente partite, niente allenamenti, niente stipendi.
L’articolo 1256 del codice civile disciplina le ipotesi di impossibilità definitiva e temporanea della prestazione. Esso stabilisce che l’obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile. Se invece l’impossibilità è solo temporanea, il debitore, finché essa perdura, non è responsabile del ritardo nell’adempimento.
Si parla di forza maggiore in caso di eventi naturali e umani che, per la loro imprevedibilità e straordinarietà, non sono dominabili e quindi fuori dal controllo delle parti.
Esiste tuttavia una norma, l’Art. 1467 c.c. rubricato “contratto con prestazioni corrispettive” che fornisce alcune coordinate normative di riferimento.
Tale norma, che trova applicazione nel caso di contratti ad esecuzione continuata, periodica, o differita (c.d. contratti di durata), prescrive infatti che nel caso in cui la prestazione di una delle parti sia divenuta eccessivamente onerosa a causa del verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili estranei alla sfera d’azione del debitore, la parte che deve tale prestazione può domandare la risoluzione del contratto, dando prova del fatto da cui deriva l’eccesiva onerosità e della sua derivazione dagli avvenimenti straor- dinari e imprevedibili.
Come è facile intuire da queste poche righe l’argomento è complesso e articolato: il calcio ha la soluzione “naturale” e legale sotto gli occhi, ma evidentemente qualcuno non ha voglia di vederla.
“In questo senso sarà importante capire che fine farà questo campionato – ha spiegato il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani -: se per assurdo non dovesse più concludersi questo potrebbe essere uno dei casi in cui la prestazione è diventata impossibile per cause di forza maggiore, per un fatto non imputabile ai club, e dunque non sarà oggetto di retribuzione. Quando si parla di riduzione del 25% non è altro che la percentuale del periodo mancante per la fine del campionato”.