Una conferenza stampa convocato in fretta e furia (ufficialmente per evitare la concomitanza con il premio Sport Civiltà!), nel primo pomeriggio a Collecchio. Da una parte l’ad Pietro Leonardi, pesantemente contestato (Insieme a Ghirardi) ieri durante la partita contro l’Empoli, tant’è che a fine primo tempo il dirigente crociato ha lasciato lo stadio, ufficialmente per un lievo malore.
“Non ho parlato prima – ha detto Leonardi – non perchè non volessi ma per i motivi che ha già spiegato il presidente. I motivi per cui sono andato via dallo stadio ieri hanno poca importanza. Oggi quel che ci tenevo a dire è che già stamane ho parlato alla squadra e siamo tutti proiettati a fare l’impresa. C’è compattezza. Ho il compito di dare forza e speranza a questo gruppo. Ci sono 78 punti a disposizione, 26 partite. Sono tanti ma pochi se continuiamo con questo trend. Spero che dopo oggi si apra un discorso nuovo. Tutto passa attraverso i risultati del campo”.
L’ad ha escluso la rottura del rapporto con Ghirardi, ma nessuna parola (o quasi) sulle dolorose vicende societarie: “Il rapporto con il presidente non è cambiato, va avanti da 6 anni ed è sempre andato nella stessa maniera. E’ venuto venerdì e ci ha parlato e io sono assolutamente in linea con lui. Davanti alle difficoltà non ho mai mollato e non mollo neanche ora. Le voci sulla società? L’approvazione di bilancio ci sarà a breve, entro fine anno, per forza. Per il resto quando parla il presidente è giusto che io non aggiunga altro. Ha parlato lui in riferimento a questa situazione e non sarebbe corretto parlassi anche io. Diamo fiducia a quel che e’ stato detto e concentriamoci sul campo”.
E sulla contestazione dei tifosi Leonardi non cerca scuse: “Come possiamo pensare al momento di avere degli applausi? Questa città comunque ha dato prova ancora una volta di civiltà. Io non sono uscito dallo stadio perchè contestato. Se la massa dice certe cose però dobbiamo riconoscere che abbiamo sbagliato perchè siamo ultimi in classifica. I problemi sono arrivati per quel che il presidente ha già spiegato e io non rinnego quanto ho detto. Ma in questo momento mi prendo la responsabilità, come già fatto dopo Parma-Sassuolo, di ribadire il mio impegno fino all’ultima giornata. Per me e’ una sfida da vincere. Ho dentro di me la voglia e la cattiveria sana per invertire la rotta e riconquistare quel che si è fatto in questi anni. Mi sono isolato dalle tanti voci con un solo obiettivo e ci metterò tutto me stesso per coglierlo. E’ la più grande sfida che dopo 23 anni di calcio ho voglia di realizzare. Chiedo a chi vuol bene al Parma, ognuno nelle proprie possibilità, di sostenere il Parma. La città ha recepito il momento di difficoltà e a noi non resta che concentrarci sul campo”.
Infine il ritiro nella capitale in vista della gara di Palermo, domenica prossima: “Ora abbiamo deciso per il ritiro: è una scelta condivisa con il gruppo, vogliamo provare tutto quello che è nelle nostre possibilità per arrivare fino in fondo e non avere nessun tipo di rimorso poi dopo. La prossima scadenza è il 15 di febbraio e noi dobbiamo però pensare solo al campo anche perchè nella scadenza del 17 novembre eravamo già ultimi, quindi è ovvio che ci sono anche altri problemi. Avevamo allestito una squadra che è stata decimata dagli infortuni, ma questo fa parte del gioco. Dobbiamo reagire senza pensare a queste cose, perchè altrimenti ci facciamo solo del male”.
Infine Leonardi conferma DOnadoni, il tecnico non è in discussione: “Quando ci sono risultati è merito di tutti quando ci sono pessimi risultati il demerito è di tutti. Colpevolizzare uno solo sarebbe da vigliacchi. Sono importanti le quattro partite da qui a gennaio e poi verificare le condizioni degli infortunati cronici: con il recupero di Cassani e Paletta ed un miracolo per Biabiany potremmo fare un bel passo avanti”.