Un mercoledì sera all'insegna dell'amarcord. Immagini e volti già Â noti al Tardini, che porteranno la mente di molti tifosi indietro di qualche anno. Un viaggio suggestivo.
Italia-Cipro non sembra accendere l’entusiasmo di molti appassionati, anche perché gli Azzurri hanno già staccato la scorsa settimana il biglietto per i Mondiali in Sudafrica, eppure a Parma ci sono nomi che fanno un certo effetto e che richiamano un passato fatto di successi nazionali e internazionali. Nomi altisonanti, cresciuti e maturati al centro sportivo di Collecchio, poi decollati altrove. La lista è corposa: Buffon, Cannavaro, Gilardino e Rossi. Un bel poker. Periodi differenti, ambizioni modificate dal tempo e dal normale ridimensionamento di una città che con Tanzi aveva provato a vivere in modo esagerato e fuori dalla regole. Fatto sta che i nomi di Buffon e Cannavaro suscitano sempre un certo effetto e per rendersene conto basta dare un’occhiata al loro curriculum parmigiano: 219 presenze Buffon (una Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana); 290 presenze Fabio Cannavaro (una Coppa Uefa, due Coppa Italia e una Supercoppa italiana).
Impossibile dimenticare quel terribile terzetto difensivo composto da Buffon, Cannavaro e Thuram:. Un terzetto che faceva gola ai migliori club del mondo. Entrare nei dettagli dello loro avventure parmigiane è un compito che lasciamo ai nostalgici, anche perché servirebbe un libro intero. Un solo dato può rissumere e pesare il valore di quei tempi: dalla cessione di Buffon alla Juventus il Parma incassò la cifra record di 75 miliardi (più la metà di Bachini).
Meno vincenti, ma non per questo inferiori, le esperienze di Gilardino e Rossi. I loro numeri in gialloblù, infatti, pesano come macigni e fanno parte della storia del Parma, una storia indelebile scritta a caratteri cubitali. Per loro parlano i gol: Gilardino ne ha segnati 56 in tre anni, Rossi ne ha fatti 9 in cinque mesi. Roba da stropicciarsi gli occhi.
Domani saranno tutti e quattro al Tardini (Buffon in panchina), lo spettacolo è assicurato. Il resto è un mix terribile: nostalgia, rimpianti e rassegnazione.