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Parma Calcio

Corrent a SP: «Una corsa senza soste, meritata la Primavera 1. Vi racconto Nwajei, Plicco e Trabucchi»

lallenatore Nicola Corrent in Parma Reggiana 2 1 campionato Primavera 2 s.s. 2024 2025
Foto: Parma Calcio 1913

L’allenatore della Primavera del Parma Calcio, Nicola Corrent, è stato l’ospite d’eccezione della 28ª puntata di PARMATALK (clicca qui per vederla), in onda come ogni lunedì sui canali web e social di SportParma.

Con la vittoria del derby contro la Reggiana per 2-1, l’U19 del Parma Calcio si è aggiudicata il primo posto nel girone A del campionato Primavera 2 e ha raggiunto un traguardo straordinario: la promozione aritmetica nella massima categoria giovanile italiana. E, a questo proposito, il mister veronese si è espresso così: «È stata una cavalcata lunga, faticosa, perché si trattava di un campionato difficile. Il Como ci ha dato tanto fastidio: è una squadra molto forte. È stata una corsa a 2 senza pause. Alla fine, però, credo che la vittoria sia stata meritata perché nello scontro diretto e nella continuità di risultati noi siamo stati superiori. Spesso loro giocavano prima di noi, quindi qualche ragazzo sapeva già il risultato; noi dello staff, quindi, dovevamo anche gestire la tensione e la pressione pre-partita, ma i miei ragazzi sono stati molto bravi. Sin da subito mi hanno dato grande disponibilità e devo elogiarli: sono stati eccezionali. Con i miei collaboratori abbiamo da subito cercato di lavorare sulla mentalità, sulla costanza e devo ringraziarli perché io sono molto esigente, ma loro sono stati davvero bravi a sopportarmi».

Arrivato in terra emiliana nella scorsa estate, alla domanda se si aspettasse di vincere subito e proprio a discapito del Como (squadra per cui ha giocato in carriera dal 2001 al 2003), il coach – rievocando piacevolmente i suoi momenti passati sulle sponde di quel Lago – ha anche ricordato un curioso parallelismo con una sua precedente vittoria da allenatore dell’Hellas. «A Como ho ricordi molto positivi perché sono stati due anni importanti, che mi hanno permesso di giocare in Serie A. Noi eravamo convinti di fare un grande campionato, giorno per giorno ci siamo dati obiettivi nel breve: abbiamo continuato ad alimentare questo fuoco e piano piano siamo arrivati al traguardo finale. Poi, si sono incastrati anche degli eventi, perché abbiamo vinto in un derby (contro la Reggiana, ndr) alla penultima di campionato, così come a Verona, quando avevo vinto sempre alla penultima di campionato in un altro derby (contro il Chievo, nda), quindi nella mia testa avevo questi ricordi molto positivi e fortunatamente li abbiamo replicati».

Parlando di “due figli di Parma” come Elia Plicco e Nicolas Trabucchi, dei quali la Primavera ha dovuto fare a meno per alcune partite, l’allenatore classe 1979 ha sottolineato l’importanza della connessione tra Primavera e prima squadra. «Penso che uno dei compiti principali della Primavera sia creare un legame forte con la prima squadra e preparare i giocatori al grande salto. Io cerco di spiegare sempre di non mollare mai e di non abbandonare mai i propri sogni perché magari possono servire esperienze un po’ più lunghe, passare in realtà diverse, però bisogna insistere. Quella di Plicco e Trabucchi è stata un’annata molto importante perché i mesi in prima squadra li hanno migliorati molto dal punto di vista del ritmo e dell’allenamento, dato che allenarsi con giocatori di Serie A ti impone uno sforzo mentale e fisico importante. Purtroppo, gli è mancata la partita, visto che hanno fatto molti allenamenti ma non hanno mai esordito. Quando si sono rituffati nel contesto Primavera: hanno trovato trovato qualche difficoltà con il ritmo gara, ma la nostra forza è sempre stata il gruppo, che è molto omogeneo, con giocatori complementari».

Sempre sul discorso individualità, mister Corrent ha parlato anche di un altro interessante prospetto della Primavera, Melvin Nwajei, reduce da un’ottima stagione con 12 gol. «Io penso che lui sia un attaccante esterno, che quest’anno ha fatto un campionato di altissimo livello. Mi era stato detto che l’anno scorso veniva impiegato come terzino, ma credo che lui abbia grande fisicità e voglia di far gol. È migliorato molto dal punto di vista tecnico e deve continuare a farlo, probabilmente non arriverà a un livello di raffinatezza tecnica elevata, ma poco importa perché poi nei momenti importanti c’è sempre. Deve continuare a lavorare e per noi è stata un’arma molto importante. Ad oggi credo che possa giocare serenamente in Serie C».

Ricordando la sua esperienza passata all’Hellas Verona, si è parlato della sua grande capacità di far crescere giovani forti (tra cui Ghilardi, Kumbulla, Terracciano, Coppola, Udogie e altri ancora, ndr) e pronti per competere con i “grandi” ad alto livello. «Il segreto è avere a disposizione ragazzi di qualità, perché senza valori si fa fatica. Io sono stato fortunato perché, come a Verona, anche qui a Parma mi hanno dato giocatori bravi; poi sarà il tempo a dire quanto bravi, quanto cresceranno e che costanza avranno. Per un allenatore è sempre molto gratificante mantenere i rapporti, perché ci si rende conto di aver dato tanto. Per esempio, Cancellieri, che mi ha scritto un messaggio di complimenti, ma anche Udogie (attualmente in forza al Tottenham in Premier League, nda), con cui sono molto legato, sono testimonianze che ti danno grande gratificazione. Sicuramente al Parma c’è la voglia di far migliorare i giovani, di prendere rischi e credo che questa società abbia tutte le carte in regola per rimanere nella fascia medio-alta del calcio italiano».

Sulla differenza tra Primavera 2 e Primavera 1, Corrent ha sottolineato il dislivello tra le categorie. «Secondo me ci sono differenze importanti tra Primavera 1 e 2. Al di dell’anno anagrafico di differenza, la fisicità, la qualità dei giocatori, ma anche la stessa preparazione delle partite è totalmente diversa. Bisogna essere pronti, ma anche consapevoli che si affrontano avversari diversi».

In ultimo, una curiosità sul suo rapporto con la città di Parma: «La città l’ho vista poco, sarò stato massimo 2 volte in centro, dato che vivo a Collecchio, vicino al campo, perché mi piace arrivare sul posto di lavoro velocemente e rimanerci fino a quando non ho finito. Appena avevo tempo tornavo a Verona, dove ho la mia famiglia, e mi dispiace non averli quasi mai potuti far venire per condividere questa grande emozione, un po’ anche per scaramanzia: era iniziata vincendo senza di loro e con dovuto fare una scelta. A volte sono dolorose, ma vanno fatte» ha raccontato, con un sorriso, Corrent.

CLICCA QUI PER VEDERE LA 28ª PUNTATA DI PARMATALK

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