Le foglie morte del Lombardia di Cadel Evans cadono su Salsomaggiore. Il 32enne australiano Campione del Mondo a Mendrisio, ha fatto tappa nella cittadina termale, insieme a tutta la sua Silence-Lotto, …
… domenica 11 ottobre e pernottando al Grand Hotel Porro, subito dopo aver corso a Monteveglio di Bologna il Trofeo Beghelli.
Cadel è rientrato alle gare da 4 giorni, è stanco ma in splendida forma, segno che la fugace e meritata sbornia mondiale non gli ha condizionato il resto della preparazione. Lo intercettiamo nella hall, accompagnato dal suo d.s. Roberto Damiani, in procinto di sottoporsi prima ad una seduta dal massaggiatore e poi concedersi una calda cena. I tempi di Evans, grazie agli eventi, sono diventati serratissimi, ma non si sottrae completamente e così ci rilascia un paio di foto ed una simpatica battuta: ”La maglia è in camera, ma non la uso per dormire! Ciao e grazie, devo proprio scappare”.
Per parlare delle imprese dell’australiano, non rifiutiamo la disponibilità offerta da Damiani, che sa tutto di lui e che per Evans è molto più di un tecnico. Prima di iniziare la nostra chiacchierata, Damiani riceve un sms dall’altro d.s. belga impegnato in Francia, che gli annuncia una notizia che già conosceva: la vittoria di Gilbert nella Parigi-Tours, che bissa così il 1° posto del 2008 in questa classica monumento.
Il suo volto ora è più rilassato, anche se non ce n’era bisogno. “Un’altra bella notizia! – attacca Damiani – Stiamo vivendo un ottobre rosso. Ultimamente stiamo raccogliendo con gli interessi quello che ci è sfuggito durante l’anno. La perla di Cadel al Mondiale, la vittoria di Gilbert giovedì scorso alla Coppa Sabatini e di oggi, più tanti altri prestigiosi piazzamenti, sono il giusto premio per un team che ha sempre lavorato molto bene e seriamente”.
Cadel Evans per onorare la neomaglia iridata e preparare al meglio le ultime gare, ha scelto l’Italia. D’altronde deve molto al nostro paese. La prima gara post-Mendrisio l’ha corsa giovedì 8 ottobre in Toscana, a Peccioli, dove ha pilotato alla vittoria proprio il già citato Philippe Gilbert. Scaldata la gamba, sabato al Giro dell’Emilia, Evans, sugli ultimi chilometri che impennavano verso l’arrivo sul San Luca di Bologna, ha mangiato il cospicuo vantaggio dei fuggitivi arrivando, però, solamente 4° a 25” dall’olandese Gesink della Rabobank. Ieri nel Trofeo Beghelli ha rifinito la pedalata per 150 km in funzione di Gran Piemonte e Lombardia, ultimo obiettivo dell’australiano.
Roberto Damiani è soddisfatto: ”Cadel è un grande professionista. Non si è distratto troppo dopo il Mondiale. Ha continuato ad allenarsi come se niente fosse ed infatti i risultati si vedono. Ieri sulle rampe dure del San Luca ha dato spettacolo, peccato per il risultato finale. Per il Lombardia puntiamo alla vittoria”.
Il trionfo svizzero, però, è troppo fresco e storico per non parlarne ancora:”Con la vittoria di Evans – prosegue il d.s. – siamo tornati ad un ciclismo di altri tempi. Era dal 14 anni, quando Olano vinceva in Colombia, che un uomo da grandi giri non conquistava un Mondiale. Infatti Mendrisio era stato associato per questo motivo a Duitama ’95. E così la maglia assume un valore ed una visibilità maggiore rispetto alle altre volte”.
Nonostante lo scalatore della Silence non fosse tra i super favoriti per il Mondiale, Damiani ha le idee chiare:”Cadel veniva da un 3° posto alla Vuelta ed è incomprensibile come non lo abbiano considerato a dovere. Meglio così, però uno come lui non bisognerebbe mai sottovalutarlo. E’ molto regolare ed un osso duro”.
La maglia iridata è stata la definitiva consacrazione per un corridore che tutti avevano definito troppo velocemente come l’eterno piazzato. Evans l’anno prossimo è atteso da tante sfide, ma le deve ancora programmare:”Ci piacerebbe – continua sempre Damiani – correre di nuovo il Giro. Lui manca dal 2002, quando in maglia rosa ebbe quella famosa “cotta” che comunque lo fece conoscere meglio al mondo. Intanto bisognerà conoscere il percorso, vedere se sarà adatto a lui. Poi ci sarebbe il Tour. Quest’anno ha preso una bella batosta, però ha incassato il colpo come un grande sportivo, non si è pianto addosso, recriminando qua e la come avrebbero fatto in tanti e lo ha finito serenamente. Per il 2010 so che vorrebbe correrlo, dove potrebbe inserirsi benissimo nel duello Contador-Armstrong. Con ogni probabilità non farà la Vuelta, che è troppo vicina al Mondiale australiano, ma vedremo come andrà la prossima stagione”. Appunto la rassegna iridata di Geelong, come la vivrà Evans dato che il percorso si preannuncia per velocisti?”Penso andrà giù per tempo per adeguarsi bene al jet-leg, il mordi e fuggi è controproducente. Onorerà il titolo di quest’anno mettendosi a disposizione degli ordini di squadra”.
“Essere colui – ci confida Damiani – che ha portato un Mondiale in Australia lo riempie d’orgoglio e fa accrescere la sua figura. Pensate che nel 2007 è stato eletto sportivo dell’anno, nonostante il 2° posto al Tour e battendo Casey Stoner che aveva dominato nella MotoGP. Il ciclismo è seguitissimo ed è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni, anche per merito dei risultati di Evans. In Australia c’è una federazione molto attiva su strada, su pista e nella mountain bike, infatti Cadel è un ex biker”.
Evans scende le scale, ha finito i massaggi. Sorride e raduna il team, la loro cena è pronta e il nostro tempo è scaduto. Ci saluta con la mano e ci da appuntamento sempre a Salsomaggiore, prima però ci sono le “foglie morte” del Lombardia da raccogliere e da vincere.