La notizia dell’esonero di Simone Bertani dall’incarico di allenatore della prima squadra del Borgo San Donnino ha creato stupore e dissensi all’interno di tutto il movimento dilettantistico del calcio parmense. La scelta del presidente borghigiano, Luca Magni, di lasciare a casa il tecnico, assieme al preparatore dei portieri Gasparini e al direttore sportivo Cavalieri, ha spiazzato tutti. Anche perché la classifica di Spanu e compagni – quinti pari merito con Carignano e Pontenurese, dopo 8 turni – era assolutamente in linea coi progetti e le ambizioni di inizio estate e i risultati ottenuti (4 pareggi, 3 successi e 1 sconfitta) avevano convinto anche la dirigenza. Eppure qualcosa è andato storto.
Sul fronte San Donnino ancora tutto tace: non è uscito nessun comunicato ufficiale e i nomi dei sostituti per i tre incarichi rimasti vacanti si stanno facendo attendere. In attesa della fumata bianca per Voltolini (in pole position, dopo il no in mattinata di Mantelli), la squadra è rimasta senza una guida tecnica e senza uno staff.
Per fare chiarezza sull’incredibile ribaltone avvenuto nella serata di ieri i microfoni di SportParma hanno raccolto le parole del diretto interessato, Simone Bertani.
Benvenuto su SportParma, mister. Come ha appreso la notizia? E, soprattutto, che sensazioni le ha suscitato questo esonero?
«Grazie dell’ospitalità. In questo momento sono più arrabbiato che amareggiato: quando ieri sera il presidente mi ha chiamato al telefono per comunicarmi l’esonero, sono rimasto basito. Sono sereno e in pace con me stesso, ma allo stesso tempo mi fa rabbia»
Eppure la sua squadra stava facendo molto bene…
«Sì, eravamo assolutamente in linea con gli obiettivi che ci eravamo prefissati. L’esonero non è dovuto a divergenze tecniche né è legato ai risultati. Basti pensare che in tutto il 2018 con i miei ragazzi abbiamo perso appena 2 partite di campionato: la prima contro la Piccardo Traversetolo, alla terza gara di ritorno dello scorso torneo, l’altra due settimane fa a Montecchio».
Cos’è successo davvero, mister?
«Il mio esonero – stando a quanto spiegatomi dal presidente ieri sera al telefono – è frutto di un’iniziale rottura del rapporto con il ds Cavalieri e con il preparatore dei portieri Gasparini, con cui io invece avevo una grande comunione d’intenti. Forse il presidente non ha visto di buon occhio la nostra unione. E, alla luce di questa crepa che si era venuta a creare, ha lasciato a casa anche me».
Una sorta di cospirazione nei confronti del presidente? È questo quello che ci sta dicendo?
«Forse questo è quello che ha pensato lui (ride, ndr). Non riesco veramente a comprendere questa decisione. Fosse stato un esonero per motivi tecnici o di classifica o per una forte discussione, allora me ne sarei fatto una ragione. Ma questo fatto veramente mi lascia perplesso. Io sono di Fidenza, ho allenato con onore per diversi mesi una delle tre squadre del mio paese e – aggiungo – al Borgo San Donnino non mi è mai mancato nulla: come avrei potuto tramare qualcosa nell’ombra? E poi per quale motivo?».
La sua squadra che ne pensa?
«So che alcuni giocatori sono andati a parlare col presidente, ma non c’è stato verso di fargli cambiare idea. Sono contento di averli allenati, sono un gruppo di uomini veri, prima di tutto».
A Luca Magni cosa direbbe adesso?
«Io lo ringrazio per l’opportunità che mi ha dato in questi mesi. Il Borgo San Donnino ha una struttura e un’organizzazione invidiabili. Ma – come già gli ho detto per telefono – forse deve capire che le persone che tramano nell’ombra e che non vogliono il bene del San Donnino sono altre. Non io di certo».
E adesso, mister, cosa farà?
«Non lo so neanch’io, mi toccherà attendere. Siamo solo a ottobre, ad andare a maggio sarà lunga…».
(In copertina, il tecnico Simone Bertani, ormai ex Borgo San Donnino)