Dopo i voti assegnati alle squadre di Serie D, Eccellenza e Promozione, ecco il pagellone finale delle 16 parmensi di Prima Categoria della stagione 2023/2024.
Finalmente le squadre della bassa parmense passano indenni dal girone A, che è stato vinto dal Fidenza dopo 7 partecipazioni consecutive. Una nobile parmense festeggia anche nel gruppo B: a far festa è il Terme Monticelli, che torna immediata in Promozione dopo la retrocessione di dodici mesi fa. Fra le delusioni si registrano le annate storte di Solignano, Marzolara e Team Traversetolo e, soprattutto, delle retrocesse Valtarese (il flop più clamoroso) e Mercury, arrivate dietro ai reggiani del Celtic Cavriago.
In compenso, la Prima Categoria nella prossima stagione si rinnoverà con il grande ritorno di una piazza importante come Busseto e con la new entry rappresentata dal Fognano.
Le pagelle sono a cura di Lorenzo Fava.
PRIMA CATEGORIA gir. A
Fidenza: 8,5
Ballo, ballo, ballo e non m’innamoro. In loop questo motivetto si è ripetuto per sette anni consecutivi: stavolta il Fidenza finalmente è riuscito a cambiare spartito e suonare un’altra musica. La partenza estiva di bomber Cocchi (una quarantina di gol nel biennio precedente) non ha influito sulla forza del gruppo: l’ex zibellino Loschi lo ha sostituito degnamente, risultando con 25 gol (tanti quanti quelli subiti dal portiere Spanu) il trascinatore di una squadra capace di restare in vetta dall’11ª giornata e di accumulare una serie di 19 risultati utili consecutivi, a cavallo tra il 1° ottobre 2023 e il 17 marzo 2024. Nemmeno un film con Robert Redford poteva essere così avvincente: ma col suo sosia Vittorio Bazzarini (al secondo anno di fila in panchina) si scherza poco e non ci si annoia mai. Alla fine del ballo, i bianconeri si sono rivelati i padroni della pista: 65 punti (di cui 36 già all’andata), 56 gol all’attivo e 36 punti casalinghi (nonostante l’esilio a Busseto) sui 45 a disposizione. Con numeri simili il primato del girone A è tornato nella mani di una parmense. Capogiro.
San Secondo: 7
Doveva essere l’anno zero, ma è stato qualcosa di più. La stagione in cui, per un curioso intrecci di risultati, le due società del paese davano vita a una nuova forza: la Fulgor, benché neopromossa, che si è ritrovata in Prima grazie all’eredità del Tonnotto, che aveva abdicato dopo aver conquistato l’Eccellenza. Stessa piazza, ma nuova storia. E si è conclusa meglio di quanto fosse immaginabile. A parte la rottura dello spogliatoio con mister Ferrari, esonerato dopo le prime 14 partite con un bottino di 19 punti, l’arrivo di Balboni nel 2024 ha dato la svolta: il nuovo mister ha ricompattato i sansecondini conducendoli, dalla prima fino all’ultima del ritorno, a un rendimento da terzo gradino del podio (28 punti). Grazie anche alle 13 marcature di Patera, è arrivato un sesto piazzamento finale, a 3 lunghezze da un “inutile” quarto posto, che dev’essere un punto di ripartenza e non di arrivo. Bene i derby con Soragna e Zibello (10 punti su 12), mentre col Fidenza è arrivato un doppio ko di misura. Nota di merito per il 43enne attaccante Pancini, evergreen e talismano: 3 gol che sono valsi una vittoria e due pareggi. Rivelazione.
Soragna: 6
Senza lode e senza infamia la stagione dei neroverdi, che hanno rispettato le attese di una salvezza tranquilla senza tuttavia lasciarsi sfiorare nemmeno una volta dalle fantasie di una scalata verso le posizioni playoff, sembrate fin da subito irraggiungibili. Il primo anno “da primo” tra i grandi di Mazzoli è stato molto positivo, soprattutto perché il 39enne allenatore ha saputo tenere la barra dritta, dopo le 4 sconfitte iniziali e il magro punticino conquistato alla 5ª contro la “cenerentola” Salicetese che facevano presagire un anno tribolato. La squadra ha saputo rialzare la testa – grazie, manco a dirlo, a bomber Testa (15 marcature) – e ha condotto due gironi dall’andamento pressoché identico: 19 punti all’andata, 1 in più al ritorno che hanno garantito un decimo posto a quota 39. Peccato per un finale speculare all’inizio di stagione: anche qui 1 punto in 5 match. L’eterno ritorno dell’identico. Come il Soragna, che per il nono anno di fila ripartirà da quella che è diventata la sua casa: la Prima Categoria. Stazionario.
Zibello Polesine: 6
I timori di perdere una compagine parmense in questa stagione erano legati al club “più estremo” della bassa ovest, che in estate aveva dovuto allestire una squadra molto giovane, tra mille difficoltà burocratiche e tanti affari saltati. La fortuna è stata quella di ritrovarsi un bravo mister come Cerri, che ha saputo fare di necessità virtù e ha portato un gruppo dall’età media di 24 anni a godersi la soddisfazione di una salvezza tribolata, ma meritata. Lo sciagurato ko di Lugagnano all’ultimo turno ha vanificato un dodicesimo posto che garantiva la salvezza per l’ampio distacco sulla quindicesima classificata: e così ai gialloneri, penalizzati dai meno gol segnati rispetto all’Arquatese arrivata alla pari, è toccato fare il playout, poi vinto, contro il Riverniviano. Uomo copertina: Mesoraca, 10+1 gol in 15 presenze. Meglio il girone d’andata (17 punti), sebbene nel ritorno siano arrivate, verso fine marzo, le prime (e uniche due) vittorie casalinghe contro Junior Drago e Vigolo Marchese: il “Vagnotti” sembrava una maledizione, ma 8 dei 12 punti sono stati fatti nelle ultime 5 gare interne. Bilancio pessimo nei derby parmensi: 0 punti in 6 scontri. Luna park.
PRIMA CATEGORIA gir. B
Terme Monticelli: 8,5
Alla società termale va fatto un plauso perché, dopo l’amarezza di una retrocessione inattesa, era forse più facile lasciarsi abbattere dalle difficoltà (soprattutto gestionali). Invece il ds Marchini e il presidente Ferrari, due “vecchie volpi” del calcio, hanno allestito una squadra desiderosa soprattutto di far leva sul «riscatto», fattore comune anche a tutti i nuovi arrivati. In panchina scelto l’unico allenatore, tra quelli al via, che avesse mai vinto questo girone: Delmonte, sempre troppe volte sottovalutato, ha restituito solidità, senza fare le barricate, al reparto arretrato, che si pensava potesse essere il tallone d’Achille del team, rendendolo invece il punto di forza: in 17 turni su 30 la porta difesa dalla coppia Fabbri-Basoni (20 gettoni con 15 gol subiti e 10 clean sheets per il primo; 11 presenze, 4 gol al passivo e 7 “a zero” per il secondo) è rimasta inviolata. Con questi numeri la difesa, con appena 19 gol incassati, ha inevitabilmente finito per essere la migliore in tutti gli otto raggruppamenti delle regione. I termali, arrivati al giro di boa con 29 punti, sono stati in vetta per 21 giornate complessive: il pareggio alla penultima contro l’inseguitrice Sorbolo Biancazzurra ha fatto pregustare i festeggiamenti, che sono poi scattati a Marzolara la settimana successiva, in cui il Terme è riuscito anche a migliorare di un punto il bilancio andata/ritorno. Bunker.
Sorbolo Biancazzurra: 8
Dopo una conclusione interlocutoria – che a pensarci ancor oggi non ci si capacita – nella precedente stagione, questo torneo per i rossoblù avrebbe dovuto rappresentare un segno di cesura e ripartenza. E così è stato, ma si è andati ben oltre le più rosee aspettative, tant’è che il bravo mister Bertoli, col passare delle settimane, ha visto la sua giovane truppa fare progressi a vista d’occhio: dopo i 24 punti fatti registrare a Natale che attestavano i rossoblù a un sesto post ex aequo, nella seconda metà del campionato è arrivata l’accelerazione con i 33 punti messi in banca. In tutto 17 vittorie: nessuno nel gruppo B ha festeggiato così tanto. Margini e soci, trascinati in regular season dalla coppia da 22 gol Koappa-Sghia, hanno chiuso a 57, la stessa quota con cui l’anno scorso le due prime avevano fatto lo spareggio per salire: quest’anno non sono bastati, ma sono serviti per andare ai playoff, dove il successo nella finale contro la Langhiranese ha permesso di raggiungere al turno regionale gli ottavi: contro il PGS Smile è arrivata il ko, ma è stato il più dolce che potesse esserci. I sorbolesi saranno comunque ripescati in Promozione. Mai domo.
Langhiranese: 5,5
Se si dovesse dare un giudizio in relazione alle ambizioni dopo gli investimenti fatti (nelle due sessioni di mercato), bisognerebbe senz’altro far ricorso a una grave insufficienza. Certo, poi ci sono i 55 punti (e un terzo posto a -4 dal primato), figli un percorso altalenante, non privo di inciampi (si vedano i pari all’andata con Cavriago e Mercury, il tonfo interno contro il Boca Barco al ritorno), ma comunque con un trend andato a crescere in una seconda metà di stagione che ha restituito un bottino più cospicuo: sono stati 29 i punti nel 2024, quasi quanto la capolista. Eppure, la stagione ha avuto un finale burrascoso, con un esonero-non esonero che, di fatto, ha portato all’addio di Valenti, sostituito in panchina dal ds Pompini per gli ultimi 180′ di campionato più le due partite di playoff: in semifinale contro il Palanzano ci si è potuti accontentare del pareggio, ma la sconfitta di Sorbolo ha condannato i grigiorossi a un altro anno, il terzo, di Prima. Avere in rosa il capocannoniere Anarfi (18 reti) e una bocca da fuoco come Aracri (10 gol) non è bastato: e pensare che a metà stagione era stato aggiunto anche Lorenzini dal Colorno… Intermittenza.
Palanzano: 7,5
Un’altra meravigliosa stagione di mister Musi e i suoi ragazzi in grado addirittura di migliorare i 42 punti del campionato scorso. Non era facile raggiungere quota 50 ma, dopo i 27 fatti entro dicembre, non era più impensabile. Il team biancoblù ci ha messo esattamente 600′ per incassare il primo gol stagionale, e già da quel dato si sarebbe capito che l’annata in val Cedra sarebbe stata memorabile. Durante il percorso le emozioni non sono mancate: fulgidi esempi sono stati il pazzo 5-5 del 5 novembre contro il Sorbolo o il rocambolesco 4-4 di Solignano a febbraio (in entrambi i casi in rimonta da un parziale di 4 a 1 per gli altri). Si è arrivati alla primavera credendo di poter addirittura vincere il campionato: il pari col Monticelli, a quattro gare dalla fine, lo aveva lasciato pensare. Purtroppo dopo il 30 marzo c’è stato un calo fatale, che non ha spento l’entusiasmo di capitan Dalcielo e soci, mai fuori dalla zona playoff in stagione: i palanzanesi, quarti classificati, sono stati capaci di portare la più blasonata Langhiranese ai supplementari in semifinale playoff, dove a fare la differenza sono stati i rigori, dati e non. Chiudiamo senza fare nomi in particolare, ma indicato il dato dei 15 marcatori differenti, che fa capire quanto il progetto di questa piccola squadra di montagna sia stato aggregativo. Garanzia.
Solignano: 5
Ci si attendeva un ruolo da protagonista della più ambiziosa fra le tre retrocesse dalla scorso Promozione. E, invece, le velleità di vittoria del campionato non sono state rispettate. Una squadra rivoluzionata da 14 arrivi e 18 partenze, oltre che dal cambio di allenatore che ha portato al timone Brusca, che all’inizio ha carburato, conseguendo 5 vittorie e 5 pareggi nelle prime 10. Poi il motore si è un po’ inceppato e la società, arrivati alla sosta con un bilancio parziale di 24 punti (a -4 dal Monticelli campione d’inverno e a -2 dal secondo posto del Palanzano), ha pensato che fosse il caso di dare una scossa all’ambiente e non far mangiare il panettone a Brusca: al suo posto è arrivato Bonazzi, all’esordio nel girone B, che nell’altra metà di campionato ha quasi eguagliato il predecessore, ravvolgendo un punto in meno. Ne sarebbero serviti due in più, invece, per andare ai playoff e, col senno del poi, le rimonte subite alla “Solignano Arena” contro Quattro Castella (da 3-0 al 69′ a 3-3 al 95′) e Palanzano (da 4-1 all’82’ a 4-4 al 93′) hanno segnato, in negativo, la cartina di tornasole di un obiettivo minimo che sarebbe stato fallito. Grande assente.
Basilicastello: 6,5
«Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare» diceva Churchill. A Basilicanova si è cambiato e tanto: con l’arrivo del nuovo dirigente factotum Rolla, che ha portato con sé nuove energie e una rinnovata squadra, la società del comune di Montechiarugolo ha ben presto dato una risposta ai tanti interrogativi che sorgevano la scorsa estate. Qui la rivoluzione è stata totale, ma da alcuni ingaggi si era capito che il progetto puntasse a qualcosa di più ambizioso di una semplice salvezza. Non ce n’è stato spazio, e lo dimostra il fatto che la quinta non sia andata ai playoff, ma i rossoblù, allenati dall’esordiente Corradi, hanno fatto il loro compito: grazie ai 15 gol di bomber Lekcaj e alle parate di un portiere fuori categoria come Agazzi è stato bello arrivate settimi a 42 punti, Il voto si sarebbe potuto arrotondare per eccesso se quei 23 punti fatti all’andata fossero stati per lo meno replicati. Sorpresa.
Marzolara: 5
Nella valutazione di un compito in classe, un professore partirebbe dalla “fascia media” per distribuire i voti più alti e poi quelli più bassi. Ma, in questo caso, se ti chiami Marzolara e ti trovi nella fascia media, vuol dire che qualcosa è andato storto. E il 6 sarebbe stato raggiunto se, per lo meno come accaduto un anno fa, ci fosse stato un barlume di speranza di saltare l’asticella, che stavolta era stata posizionata pericolosamente in alto: per vincere il campionato, come si sarebbe auspicato la società, non è bastato mettere in rosa un signor portiere (al suo ultimo anno) come Daffe oltre a un re del gol chiamato Zanetti, la cui assenza fra i marcatori (appena 4 volte a referto) è stata colmata da un finalmente consacrato Comani: autore di 11 reti, l’attaccante classe ’98 è stato l’unico vero motivo di vanto di una stagione che non ha convinto né all’andata né al ritorno, dove anziché crescere i punti sono diminuiti (da 21 a 18). Positivo – e da non sottovalutare come “operazione sociale” – l’innesto della Juniores, allenata dall’infaticabile Estasi, che nel finale ha dato spazio a qualche giovane che ci aspettiamo di vedere schierato in futuro. Floppino I.
Team Traversetolo: 5
Il rischio di ripetere quanto già scritto in precedenza sulle ambiziose Solignano e Marzolara c’è. E allora ci limitiamo a citare il chimico Lavoisier: «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma». Il progetto del club rosanero, a cui va un plauso per essersi accollati la non semplice gestione del settore giovanile del paese, non deve andare perduto per una stagione nata storta, già in fase di mercato estivo (ripassare i casi Ema Martinez e Fisicaro) e proseguita peggio. Dopo la discesa dalla Promozione ci si aspettava tanto – forse troppo? – dai “ragazzi terribili” ancora affidati a mister Groppi, che fino a metà percorso (24 punti con vista sui playoff dopo le prime 15 giornate) sembrava sul pezzo più che mai. Un calo di rendimento di alcuni dei protagonisti hanno anticipato l’inevitabile crisi di risultati (3 punti nelle successive 5 al giro di boa), qualche divergenza di spogliatoio e l’esonero. Viene data una possibilità a Colaianni che, però resta solo 7 partite (con 6 punti) prima di dimettersi e lasciare il posto di comando al navigato Righelli, di nuovo traghettatore traversetolese undici anni dopo l’ultima volta. Il Team chiuderà mestamente al decimo posto (37 punti), con 11 punti fatti in un girone di ritorno in cui Rolli e soci sarebbero stati da terzultimo posto. Floppino II.
Juventus Club Parma: 6,5
Come si spiega un punto in più in pagella con un punto in meno in classifica della squadra di cui sopra? Semplice. A Fognano hanno saputo reagire alle difficoltà del girone d’andata e a non farsi assorbire nel vortice delle negatività. Si è dovuti passare da un esonero che ha lasciato il segno in società, dove forse in estate avrebbero dovuto gestire con maggiore cautela un mister al debutto: via Gandolfi dopo 8 punti in 11 partite (fatali le sei sconfitte di fila), dentro Corso. Uomo pragmatico, l’esperto mister ex Tortiano e Astra, fra le altre, ha fin da subito indicato la retta via ai suoi giovani: si bada al sodo e si corre, se ci si vuole salvare. Così è stato. Dopo esser passati al giro di boa a 13, si è arrivati a maggio con un bottino di 36 necessario a salvarsi (in anticipo). Se Polastri quest’anno ha sfornato molti meno singoli rispetto a quanti ne ha in repertorio, a cantare di più sono state le ugole di Morini (capocannoniere interno a quota 10) e Paterlini (9), quest’ultimo a segno con una tripletta da sogno contro la Valtarese. Sbarazzino.
Terre Alte Berceto: 6,5
Sul cocuzzolo della montagna… c’è una festa grande così! È smisurata la gioia della compagine appenninica, al terzo anno di fila ai nastri di partenza della Prima Categoria: e già questo, per un paese che pochi anni fa era sparito dalla cartine dal calcio, è un traguardo importantissimo. Un girone altamente competitivo non ha aiutato a vivere un’annata distesa, sebbene non mancassero nomi di grido agli arancioneroverdi: dal ritrovato Cucchi al “Vin Diesel” dei difensori Piazza, passando per i “tre tenori” (23 gol in tutto) Gianmarco Cavazzini-Dellapina-Martini… Quest’ultimo, arrivato col mercato di dicembre, ha aiutato a rimettere a posto i cocci di una stagione che rischiava di andare in frantumi, anche se qualche miglioramento stava già arrivando col secondo mister stagionale, l’esperto Cassiani, che aveva raccolto alla 10ª giornata, dal 28enne Lodi (nomina un po’ frettolosa?) una squadra penultima a quota 5: il tecnico pontremolese, autore di 7 punti in 7 partite, si è dimesso per motivi di salute dopo il derby perso contro la Valtarese. È il turning point della stagione di entrambe… Con l’arrivo nell’Appennino di Bacchini il Terre Alte si è regalato una salvezza (insperatamente anticipata), frutto dei 23 punti nelle 14 gare gestite dal terzo mister, da cui si ripartirà nel 2024/2025. Perla.
Valtarese: 4
Dal sogno di ritrovare una Promozione (di cui resta tutt’ora regina per partecipazioni), che manca dal 2014/’15, al dramma di scendere in quella Seconda Categoria mai frequentata dalla riforma dei campionati in poi. La “Valta” in dodici mesi è passata dalla padella alla brace. Chi l’avrebbe mai detto che la squadra che un anno fa arrivava prima ex aequo a 57 punti una stagione dopo sarebbe retrocessa da penultima con sole 4 vittorie e 12 pareggi all’attivo in 30 partite? Un percorso in salita, e non perché in montagna la strada sia più difficile: anzi, a Borgotaro il calcio è vita e tanti nuovi talenti li ha partoriti il fertile settore giovanile granata. Tuttavia, la società avrebbe dovuto fare qualche sforzo in più per agevolarli: in primis per bloccare l’emorragia di partenze verso Solignano, poi per sostituire un centravanti (Martini) lasciato andare quando il mercato di settembre era chiuso. Qualche infortunio agli uomini di peso (Carminati in difesa, ma anche l’attaccante Scarpenti, ritornato a dicembre), inoltre, ha contribuito a rovinare un girone di ritorno da 9 punti, con 9 ko (e 2 “X”) nelle ultime 11 gare. Questo isolazionismo, portato avanti ormai da tante stagioni, è controproducente e fa sembrare la più piazza più importante della val Taro più inaccessibile di quanto non sia. È un vero peccato, perché c’è tanto di buono: i 2005 Guazzi e Romagnoli (per fare due nomi) – promossi dal “mentore” Turto, anch’egli novello in Prima – si sono rivelati bravi e già pronti a segnare, mentre altri giovani già da anni stanno giocando da veterani. Per tornare a essere appetibili bisogna aprirsi a nuove frontiere. Nessuno si salva da solo.
Mercury: 4,5
La vittima sacrificale del girone B ha finito per occupare un posto sull’altare della retrocessione. Difficile fare di più, e meglio, soprattutto con un budget limitato e con un ripescaggio, certificato a luglio. Mister Zaccardi e i suoi si sono giocati con grande onore l’inizio del nuovo campionato, perdendo con il minimo scarto cinque delle prime sei giornate. Dopo 10 ko in altrettante partite e con un laconico 0 in classifica, la sentenza era già scritta: i primi punti in categoria sono coincisi con la prima storica vittoria (3-2 al Celtic Cavriago) il 19 novembre e ciò ha contribuito a generare un po’ di entusiasmo e chiudere la prima metà di stagione con un bottino pari a 7, grazie al 4-3 sul Quattro Castella e all’1-1 strappato alla Langhiranese. Arrivati, però, con lo stesso numero di punti in classifica alla 19ª, l’esonero di “Zac” è stato inevitabile: da ds Freschi si è trasformato in allenatore e ha chiuso con altri 8 punti – due pari contro Solignano e Terme Monticelli, vittoria a Marzolara. Pur avendo avuto il quartultimo attacco (a segno 33 volte), la difesa ha incassato un mare di gol (76) che hanno indirizzato le 23 sconfitte stagionali. La retrocessione segna il game over. Il futuro è più che in bilico: potrebbe addirittura non essercene uno per la seniores di strada Cavagnari. Carneade.