Il neo general manager del Parma baseball parla con la consueta franchezza dei propositi per la nuova stagione. Rimodellare la struttura organizzativa, sistemare i conti e cercare di trattenere i big le tre priorità
Gilberto Gerali, dunque, riprende un discorso interrotto quindici anni fa. «Sì, non saranno cose nuove, ho già una certa esperienza. Ma i presupposti sono diversi» osserva il neo general manager del Parma baseball «In quegli anni c’era una situazione decisamente diversa da quella di adesso che, purtroppo, non riguarda solo Parma. Dobbiamo cercare di organizzarci al meglio per far fronte a questa situazione di crisi. La nostra fortuna è che qui c’è un vivaio che può garantirci di stare a certi livelli». Vittorie da dirigente, vittorie da allenatore. Con retrogusti diversi. «La vittoria della stella è stata la soddisfazione maggiore in assoluto – afferma “Gibo” – perché arrivata dopo anni di sacrifici da parte di tutti, nel nuovo campo: insomma c’erano condizioni particolari. Non dimentico certo la vittoria in Coppa Campioni da general manager e gli altri successi, ma con i ritmi che ci sono devi metterli nel cassetto e pensare subito a ciò che viene dopo». Il bilancio di questa lunga parentesi sul diamante a cavallo dell’Enza non può che dirsi positiva, sia a livello di stima che di risultati. «A Reggio il mio rapporto andava al di là del campo e poi abbiamo costruito qualcosa di importate che non c’era mai stato. Posso dire che se le cose qui non fossero andate come sono andate, a Reggio avrei trovato la porta aperta. Per me questa di Parma è un’opportunità». Passare dalla parte dei bottoni avendo a condurre la squadra un manager alla prima esperienza ma che è stato per anni un tuo giocatore: easy. «Con Munoz c’è sempre stato un rapporto di stima reciproca, molto onesto e diretto. Ho avuto modo di vederlo come assistente e come conoscitore del gioco. E’ uno sveglio, furbo. Ora dovrà “allontanarsi” maggiormente dai ragazzi. E’ alla prima esperienza e non è mai facile per nessuno ma credo che abbia le carte in regola per rispondere alla grande» .
“Pepita” continuerà ad essere un cercatore di elementi anche se Gerali non esclude altre piste. «Lui e Augusto (Medina, ndr) saranno i nostri principali scout ma speriamo di avere anche un mercato più capillare negli States e da altre parti. Tutto dipenderà dal budget che avremo a disposizione e da che tipo di ristrutturazione avremo». I primi “cento giorni” di Gerali dirigente si focalizzeranno su struttura e budget. «Innanzitutto vorrei cercare di creare una struttura dirigenziale-organizzativa il più efficiente possibile. Fochi e Rinaldi in questi anni sono rimasti un po’ soli, vorrei provare a coinvolgere più persone che vogliano dare una mano al movimento e che partecipino alla vita della società. Dopodiché la questione economica deve essere la più limpida possibile. Dovremo recuperare qualcosa e questo potrebbe essere l’anno giusto per poter sistemare la situazione, per cui la competizione potrebbe passare in secondo ordine. Capisco che sia difficile chiedere sacrifici a chi li ha fatti fino ad oggi ma spero di essere il più credibile possibile a questo proposito».
La domanda che molti si pongono è se rimarranno le colonne parmigiane. Così risponde il neo general manager: «In generale ho sentito alcune voci che definirei chiacchiere da bar. Offerte più sostanziose possono essere giunte sicuramente a qualcuno. Io vorrei con loro condividere la scelta societaria di darci una struttura solida, di voler sistemare i conti e mettere quindi in campo una squadra che possa essere il più competitiva possibile. Già da questa settimana comincerò a parlare a quattr’occhi con tutti per capire se credono in un discorso del genere e rimangono con la voglia giusta. Ognuno chiaramente è libero di prendere le decisioni che crede e posso anche comprenderlo perché tutti hanno le loro ambizioni, i loro sogni. Io sono convinto, e lo dirò a tutti, che Parma possa riprendersi il posto che merita. In base al roster alzeremo o abbasseremo il tiro; io sono abbastanza fiducioso che possano capire il discorso concreto che facciamo». Al momento le resistenze maggiori riguardano Leonardo Zileri al quale Rimini, ma non sarebbe l’unica, fa la corte già da un po’.