Come ogni lunedì l'immancabile appuntamento con la seguitissima rubrica "Il Gede risponde". Su Sportparma.com l'ex tecnico del Parma Pietro "Gedeone" Carmignani risponde a cinque domande sui temi principali dell'ultima giornata di campionato. Un'analisi attenta e sapiente sulla domenica di Serie A, dal successo del Parma contro l'Udinese a un Milan che vola sempre di più passando per la crisi perdurante dell'Inter.
Con la vittoria sull’Udinese il Parma ora è più vicino alla zona Europa League che alla zona retrocessione. L’incubo è scacciato?
“Con questi tre punti la classifica del Parma è migliorata ancora e ormai le ultime quattro sono abbastanza distaccate, ma bisogna sempre fare attenzione. Il Parma contro l’Udinese ha vinto meritatamente una partita però molto equilibrata, durante la quale non sono mancati i momenti di difficoltà. Bene subito il Parma, poi monologo Udinese, ancora meglio il Parma a inizio ripresa dopo il secondo gol di Crespo e infine assedio dell’Udinese. A mio avviso è stato un errore togliere Giovinco e inserire un difensore. Come non basta mettere in campo tanti attaccanti per segnare, non ci si difende solo inserendo difensori, ma con il possesso palla. Giovinco sarà stato anche stanco, ma teneva alta la squadra, che viceversa quando è uscita si è chiusa molto e ha sofferto. In coda, oltre a Lecce, Bari, Cesena e Brescia, ci metterei anche il Bologna, che ieri ha vinto sul campo ma sta anche affrontando una “partita” extracalcistica molto delicata. Se si parla di fallimento i giocatori non possono proprio fare nulla per cambiare le cose”.
Ma lei un Crespo così determinante e motivato a 35 anni se l’aspettava?
“Crespo è il leader di questo Parma, non solo per i gol, che non hanno età. E’ un trascinatore vero, sta bene fisicamente ma anche dal punto di vista psicologico. Non ho mai discusso Crespo, uno dei migliori attaccanti visti negli ultimi anni, ma sinceramente non me l’aspettavo così determinante. E’ legato alla piazza, ci tiene, si allena duro e fa vita da atleta: per questo sta toccando i migliori livelli degli ultimi 3 anni. Il secondo gol, che è comunque un capolavoro di gioco aereo, tuttavia è frutto di un grave errore dell’Udinese, che ha concesso troppo spazio ad Angelo, che è bravo a crossare e si è trovato libero di farlo visto che il quarto uomo della difesa era distante molti metri. E si sa che Crespo se gli arrivano certi palloni in area non perdona”.
Domenica il Parma è atteso dal Palermo, ammesso che si giochi visto il previsto sciopero. La sua opinione è sempre contraria sulla decisione dei calciatori?
“Ognuno ha la sua opinione ed è libero di condividere o no la decisione dei calciatori di fare sciopero. Io non sono d’accordo, perché so bene quanto sia difficile preparare una partita con tanti giocatori. Se lavori in un certo modo per forza 7-8 giocatori devono allenarsi a parte. La domenica in campo si scende in 22, non in 30… Poi non c’è peggior sordo di quello che non vuole capire… E’ vero, ci sono giocatori che secondo me sarebbero contrari, ma non vogliono esporsi e si affidano ai sindacati, ma è giusto che, se vengono messi in evidenza gli errori delle società venga fatto altrettanto con gli atleti. Insomma, bisognerebbe ricordarsi che c’è gente che fatica a trovare lavoro, sta in cassa integrazione o ha stipendi tanto miseri che fatica ad arrivare a fine mese. I calciatori, specie quelli di serie A, sono fortunati e dovrebbero ricordarselo”.
In vetta c’è sempre un Milan sempre più favorito davanti alla Lazio e a una la Juve che cresce, mentre si allontanano la Roma e l’Inter, che ha nuovamente deluso nell’anticipo di venerdì?
“Il Milan gioca, vince e ogni partita che passa acquista sempre più consapevolezza delle proprie capacità. Oltre al carisma che è stato trasmesso da Ibrahimovic, la squadra sta bene, tant’è che mette continuamente sotto pressione gli avversari. In più Allegri ha trovato la formazione giusta. Lo stesso Pato il posto al rientro dovrà guadagnarselo. Bene anche la Juve, sempre più consapevole di poter essere protagonista e, con il palco attaccanti che si ritrova, tutt’altro che bisognosa di una punta. Anche perché presto rientra Amauri. La Roma sabato ha sprecato un vantaggio di due gol dopo che anche le coraggiose scelte di Ranieri parevano avergli dato ragione, ma c’è da dire che giocava su un campo impraticabile, che ha dato problemi anche al Chievo, una squadra tecnica. Dispiace invece per l’Inter, che, al di là degli infortuni e dei rientri imminenti, è molto distante, e anche venerdì con una buona Lazio, era rientrata in partita grazie all’orgoglio ma ha fatto pure tanta confusione. Serve concentrazione, anche i vista del mondiale per club. Infine c’è la Fiorentina che è risalita e ha visto tornare al gol Mutu. A volte nel calcio ci sono amicizie determinate dall’interesse comune, come nel caso del rumeno e di Mihajlovic, che in passato hanno litigato più di una volta, ma ora si scambiano “carezze” per il bene della Fiorentina…”.
In coda invece il 3-0 con il Milan è costato la panchina a Iachini. Ma oltre al Brescia traballano anche Cesena, Lecce e Bari: giusto cambiare o no?
“Un allenatore va cambiato quando la squadra non lo segue più e non mi sembra sia così in nessuna di queste squadre. Nel caso del Brescia posso dire che la squadra non ha mai smesso di lottare e il 3-0 incassato dal Milan è bugiardo, frutto di giocate dei singoli e di errori individuali sul secondo e sul terzo gol, proprio quando il Brescia è andato vicino a segnare. Anche riguardo le altre squadre l’esonero sarebbe ingiusto. Lo escludo a Cesena, conoscendo l’intelligenza della società, più facile capiti a Lecce o Bari, ma anche lì non avrebbe senso. Ventura sta giocando senza mezza squadra e certo, quando rientreranno gli infortunati dovrà rimboccarsi le maniche, ma anche ieri è stato penalizzato dalle decisioni di Pierpaoli. Del Lecce ho già detto: se la società e De Canio hanno deciso di iniziare il campionato con questa squadra e tenere un occhio al bilancio, devono andare avanti insieme. In settimana ci sono stati anche problemi nell’ambiente con il caso Diamoutene. Il razzismo ha molte forme ma non credo che in questo caso c’entri il colore della pelle. Non è bello ma da sempre accade che quando ci sono di mezzo rivalità tra piazze o un rendimento deludente, i tifosi se la prendano con un giocatore”.