Come ogni settimana appuntamento con la seguitissima rubrica "Il Gede risponde". Su Sportparma.com l'ex tecnico del Parma Pietro Carmignani risponde a cinque domande sui temi principali dell'ultima giornata di campionato. Un'analisi attenta e sapiente sulla domenica di Serie A, dalla sconfitta del Parma sul campo dell'Inter al prossimi impegno dei crociati contro l'ex Guidolin passando per gli ultimi risultati in campionato.
Mister, il Parma ha perso 5-2 in casa dell’Inter, un risultato eccessivamente pesante. Marino ha parlato di “grande partita”… Che ne pensa lei?
“Il Parma, dopo un inizio molto buono, ci ha deluso un po’. Crespo non finisce mai di stupire, bene anche il ritrovato Giovinco, un Candreva in crescita e la sorpresa Angelo, però è stato gestito male il vantaggio. Premesso che il risultato è senza dubbio bugiardo, che il Parma ha preso due pali che potevano rendere diverso l’incontro e che i primi due gol dell’Inter sono due autoreti, non ci si può nemmeno nascondere. Giusto dire che la squadra se l’è giocata, ma il Parma è rimasto per 20 minuti in balia dell’avversario, chiuso nella sua trequarti di campo”.
Maggiori i meriti dei nerazzurri o i demeriti dei crociati quindi?
“Il Parma dopo il vantaggio, ha continuato a pressare e si è reso pericoloso nelle ripartenze. Una tattica che poteva portare al 2-0, specie sfruttando il vulnerabile Materazzi. Però la squadra a mio avviso è arretrata troppo consentendo all’Inter di impadronirsi della metà campo, con un Biabiany scatenato e sono così arrivati tre gol in 5 minuti. Poi ci sono stati gli episodi, certo: dopo il gol di Crespo che ha riaperto il match, il Parma ha preso due pali mentre l’Inter ha segnato due gol, tra cui quello evitabile di Motta. Dall’altra parte bravo Benitez a cambiare modulo in corsa e far segnare 5 reti a una formazione senza punte. L’assenza di Eto’o e il lavoro di Pandev hanno permesso alla squadra di giocare senza punti di riferimento. E c’è da dire che nonostante le tante assenze i giocatori di qualità non mancavano”.
Domenica intanto c’è il confronto con l’ex Guidolin e l’Udinese, che conta 5 punti in più del Parma.
“Senza dimenticare che l’Udinese è partita con 1 punto in 5 giornate… Dove sarebbe senza questo handicap? Torna a Parma un allenatore che qui ha fatto un grande lavoro e che si sta confermando tale anche in Friuli disputando un campionato coi fiocchi. In particolare la sua squadra gioca bene e vince da quando Sanchez è stato spostato dietro le punte. Ne ha giovato anche Di Natale”.
Considerando che nell’ultimo turno Juve, Lazio e Roma non hanno approfittato dell’1-1 dei rossoneri, le sfide del prossimo fine settimana possono lanciare il Milan in fuga?
“La Juve, appena ripreso a parlare di scudetto si è persa. Contro la Fiorentina, oltre alla buona gara dei viola, superiori sulla fascia sinistra, è mancato il miglior Aquilani. La Roma vista ieri ha deluso rispetto alle ultime gare, ma si è trovata davanti un Palermo “brasiliano” che ha mostrato un mix di qualità, forza e concretezza. Pizarro è un gran giocatore, ma senza di lui i giallorossi erano sembrati più concreti. Anche la Lazio pare aver rallentato: a Catania ha rischiato di perdere. Venerdì sera sfida l’Inter, ed è una gara aperta, come quella tra Napoli e Palermo, due squadre che finora hanno frenato sempre al momento del decollo. Roma e Juve sono ospiti di Chievo e Catania, due gare più difficili di quelle del Milan col Brescia, che pure non va sottovalutato. Certo, la squadra di Allegri con la Samp mi è piaciuta, e il 4-3-1-2 è il modulo ideale. Tardivo e inutile però l’ingresso di Ronaldinho nei minuti di recupero”.
In coda è imminente l’addio di De Canio a Lecce. Scelta sbagliata, come nel caso di Ballardini al Genoa, o giusta, come sembra quella di Donadoni a Cagliari?
“Cambiare allenatore ora, dopo aver programmato insieme al mister una stagione, spendendo peraltro poco, non ha senso. De Canio, che mi sembra una persona molto equilibrata, con cui si può parlare, non ha evidentemente trovato il sostegno della società. Nel caso del Lecce non credo abbia molto senso in conclusione. Ballardini al Genoa ha subito ottenuto due vittorie, ma la squadra, nel bene e nel male, è sempre stata quella “di Gasperini”, quindi non è cambiato nulla. Anche nel caso del Cagliari difficilmente può essere cambiato qualcosa, e lo stesso Donadoni lo ha ammesso, ma per lui mi fa molto piacere perché è un bravo allenatore e si è riboccato le maniche rilevando una situazione difficile”.