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Test atletici, corse e allenamenti. Quelli che agosto uguale fatica

Test atletici, corse e allenamenti. Quelli che agosto uguale fatica

Tempo di ritiri per gli atleti: i consigli del preparatore Adriano Guareschi.

Dici agosto e pensi alle vacanze. Mare, montagna, grandi città nei pensieri dell’italiano medio che, nonostante la crisi, nel mese più caldo dell’anno cerca sempre divertimento e relax. Ma c’è anche chi, come gli sportivi, i mesi di luglio e soprattutto agosto li passa al lavoro, in ritiro, per la preparazione estiva, e anche a Parma non si è da meno. Le squadre di calcio professionistiche cittadine, Parma e Crociati Noceto, e le tre principali compagini di rugby, Aironi, Crociati e Gran Ducato, hanno già cominciato a lavorare, altri, come Basket Parma, Cariparma Volley, Parma Pallamano (e le restanti realtà sportive “minori), lo faranno a breve. Ogni club e ogni disciplina ha il suo staff, le sue idee e i suoi metodi di lavoro, ma quale può essere quello giusto per restare in forma tutta la stagione? “Il Nuovo di Parma” lo ha chiesto ad Adriano Guareschi, un “uomo per tutte le stagioni”, essendo presidente della Boxe Parma, ma soprattutto preparatore atletico con esperienze in tutti gli sport avendo fatto parte o collaborato con gli staff tecnici di quasi tutte le società cittadine (e la nazionale di volley). Una chiacchierata in cui il preparatore ha ribadito quanto l’estate sia il “periodo chiave”.

Una volta c’era un solo preparatore che faceva tutto, ora si lavora in team, anche numerosi: cos’è cambiato?
«Ormai in tutti gli sport il lavoro è diventato individuale, perché ogni soggetto ha le sue esigenze. La preparazione estiva comincia con i test fisici di potenza, velocità e resistenza: in base ai risultati viene stabilito dove un il preparatore e i fisioterapisti devono lavorare con maggiore intensità».

Come deve prepararsi in questo periodo una squadra che punta ad arrivare al top a fine stagione?
«La fase di preparazione deve iniziare almeno un mese prima del via dei campionati. Prima di tutto bisogna lavorare sulla resistenza e sui massimali: poche ripetute con la massima esplosività! Inoltre, ma per questo bisogna allenarsi in montagna, occorre acquisire ossigenazione: il consiglio è fare una corsa nelle prime ore della mattina, diciamo alle 7-7.30, in mezzo al verde. Lavorando così a fine stagione si corre ancora forte. Poi ci sono anche le stagioni che si allungano, con i playoff, come sta accadendo ora al Cariparma Baseball, e per preparare la post season serve praticamente una seconda preparazione dove si lavora soprattutto sui punti deboli dei giocatori, sulla velocità, sulla potenza esplosiva e sul potenziamento fisico».

Quali sono le differenze nella preparazione tra uno sport di squadra e una disciplina individuale?
«Calcio e rugby hanno un tipo di preparazione molto simile. Nel calcio si lavora più sulla tecnica e sulla rapidità, nel rugby i giocatori di prima linea hanno esigenza di operare sulla massa muscolare e sulla forza fisica, mentre le ali sulla velocità. Discorso simile per il basket, diverso per il volley, dove non c’è contatto fisico e si deve lavorare soprattutto sull’elevazione. Per migliorare l’elevazione è utile allenarsi sulla sabbia, magari giocando a beach volley, uno sport che in estate non a caso è parecchio praticato. Nella boxe invece occorre tanto ossigeno: quindi correre, correre e correre, in altura, in salita e possibilmente nei boschi».

Ci sono anche gli imprevisti, come gli infortuni: ma è solo jella o qualcuno se li cerca?
«Non è solo jella, anzi, il più delle volte un atleta si fa male perché è preparato male. Chi è forte fisicamente per esempio spesso lavora poco sulla massa muscolare, ma non dovrebbe trascurarla. In ogni caso non ci si deve fermare: chi si fa male agli arti inferiori può lavorare a quelli superiori e viceversa».

Per quanto riguarda l’alimentazione ci sono delle regole precise da seguire?
«Io non sono un dietologo, ma so più o meno quali sono i cibi utilizzati nei ritiri. Frutta di stagione (pesche, albicocche e meloni) e verdura (pomodori e insalata) non devono mai mancare, in particolare la sera quando occorre un pranzo più proteico. Ma servono anche i carboidrati e a mezzogiorno generalmente una pasta se la mangiano tutti».

Nel calcio, ma anche in altri sport, da sempre ci si prepara in montagna: quali sono i vantaggi?
«Uno solo, ma fondamentale: il clima. Un conto è allenarsi al sole con 35 gradi, un’altra con 20-25. Più fa fresco, più (e meglio) si lavora, quindi è consigliabile andare in altura. Il lavoro in palestra, per certi sport, in fase di preparazione invece andrebbe dimezzato: da 4 a 2 sessioni settimanali».

La montagna più gettonata è il Trentino. Eppure il nostro appennino non è così male…
«Località come Borgotaro, Bedonia, Albareto, Corniglio, Lagdei, Tarsogno, ma anche Vetto (Reggio Emilia), Sestola (Modena) e Bobbio (Piacenza), per citare esempi vicini, andrebbero sfruttate di più e non riesco a capire come mai, specie in periodi di crisi, si spenda tanto per andare lontano quando qui ci sono risorse invidiabili».

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