Lezione speciale questa mattina al Master Internazionale in Strategia e Pianificazione degli Eventi e degli Impianti Sportivi, promosso dall'università Â di Parma e San Marino, nella quale è stata presentata al pubblico la candidatura dell'Italia a EURO 2016.
E’ salito in cattedra Michele Uva, project manager della FIGC per la candidatura a EURO 2016 ed ex direttore generale del Parma Calcio, il quale ha presentato nel dettaglio il progetto fatto pervenire UEFA a metà febbraio. “Abbiamo presentato la candidatura non solo per ospitare l’evento ma anche per fare un check up di quella che è la situazione del calcio italiano e di tutto quello che ci gira attorno. Ovviamente la FIGC tiene molto all’organizzazione di questo evento, ce la stiamo mettendo tutta anche se la Francia, in questo momento, parte politicamente avvantaggiata rispetto all’Italia anche grazie ad un presidente UEFA, Michael Palatini, francese”. Due candidate forti che hanno punti di forza e punti deboli: “Credo che l’Italia abbia mediamente gli stessi punti forti della Francia, ovvero una buona rete di infrastrutture e di trasporti, con aeroporti ed alta velocità ferroviaria. In più, l’Italia può vantare su una certa attrattiva turistica, supportata in modo egregio dalle strutture alberghiere più belle del mondo. Di contro, il più grande punto di debolezza di questa candidatura sono, come orami noto a tutti, gli stadi ed il sistema di sicurezza che gira intorno ad essi. Questi due problemi sono correlati e pensiamo che, una volta risolto il primo, ovvero quello degli stadi vecchi, scomodi, poco sicuri e privi di servizi, il secondo si risolva da solo. Bisogna cambiare il concetto stretto di stadio. C’è da dire che anche la Francia, che per tradizione ha sempre avuto una situazione analoga e parallela a quella italiana, dovrà risolvere il problema della sicurezza e della comodità dei propri impianti”. Un problema, quello degli stadi, che non viene però trattato in prima persona dalla FIGC, partendo, come esempio, proprio dalla discussione che in questi mesi gira intorno al Tardini: “La federazione non entra nel merito delle scelte fatte dall’Amministrazione Comunale e dal Parma Fc. Le condizioni per entrare nelle dodici città erano chiare e scritte dalla UEFA e Parma è risultata conforme a tali condizioni, quindi per la Federcalcio non cambia nulla se lo stadio si trovi in città o se si ha un progetto per costruirne un nuovo all’esterno. E’ chiaro che faranno punteggio determinati parametri che l’UEFA ci chiederà e che noi terremo in considerazione per la scelta delle nove città che ospiteranno realmente gli Europei; da ora a maggio 2011, qualora dovesse essere assegnata l’organizzazione del torneo all’Italia, entreremo nel merito del progetto per capire la sua fattibilità, ovviamente in competizione con le altre città prescelte. Entrare tra le dodici città è stato, a mio avviso, per Parma già un successo, non era facile, ha anche battuto la concorrenza di importanti capoluoghi di regione. Un plauso per questo successo va all’Amministrazione Comunale e alla Società Parma Calcio per come hanno lavorato. Ora tutto dipende dal piano di sviluppo che presenteranno”.