Terza Categoria PR
Valgotra, il re del gol Devoti tocca quota 300: «Si chiude un cerchio»

Cosa saranno mai 4 gol, da realizzare in una stagione, per un bomber abituato ad andare in doppia cifra ogni anno? Dal Valgotra una risposta arriva ed è meno scontata di quanto sembri: quei 4 gol sono il motivo che ha spinto Andrea Devoti (classe 1982) a non mollare, quando il traguardo di una vita era vicino ma non troppo.
Anche per un infaticabile come lui, gli ultimi metri della corsa sono stati i più complicati da gestire. Soprattutto a causa del brutto infortunio al legamento crociato del ginocchio sinistro, patito nel 2022, che ne aveva messo a repentaglio gli ultimi anni di attività sui campi. E l’ultimo obiettivo personale da raggiungere.
Dopo un lungo calvario, domenica 6 aprile il “re del gol”, con 33 giorni d’anticipo sul suo 43° compleanno, ha segnato lo score più atteso da almeno tre anni. Il 300° di un’onorata carriera, trascorsa sempre in montagna. «L’obiettivo dei 300 gol, anche se parliamo di Prima, Seconda e Terza Categoria, è stata una cosa grossa. Ma mi ha tenuto vivo». Lassù sui campi dell’alta val Taro, lontano dalle luci della ribalta del calcio di città, i gol contano (e si contano) più di ogni altra cosa.
E pazienza se per una volta la sua marcatura non ha portato punti – anzi, è stata proprio illusoria – alla squadra di Albareto che, dopo il suo penalty valso al 27′ lo 0-1, s’è inchinata alla Felegarese, vincente in rimonta per 3-2 nella 26ª giornata del campionato di Terza. Per il team verdeblù è stata, comunque, una domenica di festa: tutta per lo storico capitano. «Preparativi? Non ho pensato a niente. Se avessi che avrei dovuto segnare per forza, non l’avrei mai segnato. Gli ultimi gol erano stati a febbraio, in una doppietta: erano due mesi che tutti i compagni mi spingevano per questo 300° gol, che però non arrivava» confessa il “Devo”, ricordando con piacere i due palloni insaccati nella rete dello Junior Pallavicino (4-0 finale) nel match giocato, addirittura, in 9 contro 11 dai suoi. Merito di mister Manuel Tambini che «quel giorno di due mesi non mi ha sostituito. Quest’anno mi ha gestito, centellinato. Ma era convinto che sarei arrivato a quota 300, ci credeva più di me. Anche dopo l’anno scorso».
Al “Parrocchiale Silvano Olari” di Felegara si è chiuso un cerchio: «La curiosità è che a Felegara avevo già fatto il mio 100° gol (nel 2015, nda), sempre con il Valgotra. Domenica ho segnato su rigore, così come il 1° maggio 2022 quando, in Seconda contro il Lesignano, mi lesionai il crociato, qualche giorno prima di fare i 40 anni, sbagliando un rigore dopo aver segnato poco prima. Fu una botta allucinante. Non piangevo dal dolore fisico, ma per quello morale. Lì per lì, pensavo di non giocare più».
Dopo quel crac, gli restavano 5 marcature per arrivare a quota 300. Tre anni dopo può dire di avercela fatta: «La riabilitazione era andata bene – ricorda –, ero stato una macchina, perché mi ero messo in testa di riprovarci. La mia prima idea era stata quella di tornare a giocare, perché non volevo finire con un infortunio. Ci ho messo un impegno allucinante, ci ho impiegato tanto: la scorsa stagione non ero ancora pronto, ho giocato solo il girone ritorno ma ovviamente non ero più un titolare come qualche anno prima. E soprattutto non riuscivo a fare gol, almeno fino all’ultima partita della stagione regolare 2023/’24». Poi, finalmente, il primo segnale di un ritorno alle vecchie abitudini, a 700 giorni esatti dall’infortunio (e anche dall’ultima esultanza): «Ho fatto il gol decisivo per andare ai playoff, proprio al 90′, nell’ultima partita contro la San Leo».
Adesso c’è da pensare ai playoff di fine stagione, che arriveranno dopo un periodo altalenante («Dopo carnevale, non so perché, abbiamo avuto un calo di forma e ci siamo un po’ persi» ammette scherzando), ma soprattutto alle ultime partite di una lunga carriera, perché la decisione è già stata presa. «Io, a maggio, appenderò le scarpette al chiodo: è finita. Anche se nella testa mi sento ancora un giocatore, non lo sono più».
Quello che riserverà il futuro, ancora, non è dato sapersi, ma Devoti sarà sempre fedele alla causa del Valgotra: «Non farò l’allenatore: valuterò se dare una mano al Valgotra per essere un dirigente o un uomo di campo». Prima o poi sarebbe dovuto accadere, il problema è che pare non ci sia un erede pronto a prenderne il posto: «Purtroppo non ce ne sono: vedo ragazzi con qualità tecniche, anche più bravi di me, ma per la passione che ho io faccio fatica a trovarli. Cerco di farglielo capire, con poche parole e soprattutto con tanto impegno negli allenamenti, con le rinunce che si dovrebbero fare. Ma è difficile. Anche perché dopo il Covid quelli della mia generazione hanno tutti smesso. Ora mi ritrovo a giocare con ragazzi che potrebbero essere i miei figli. Basti pensare che io ho iniziato nel ’98. Ma non ho mai smesso».
L’altro tarlo che assillerà Devoti è quello di non aver giocato per la squadra principale della vallata: «Mi è sempre dispiaciuto che qua in valle io sia sempre stato un po’ snobbato: ho avuto molti più attestati di stima da Fornovo in giù che non da Fornovo in su. Non nascondo che mi sarebbe sempre piaciuta una chiamata dalla Valtarese, ma non è mai arrivata». Con i granata si è limitato alle giovanili. Poco male: Borgotaro (a due riprese), Albareto, Selva 2000, Bedonia,
Valgotra (due volte) e Terre Alte Berceto hanno visto crescere e diventare Andrea Devoti da principe a re. Quello del gol. La speranza che è in alta val Taro non resti anche l’ultimo.
I GOL DI ANDREA DEVOTI IN CARRIERA
VALGOTRA
Gol: 150
SELVA 2000
Gol: 55
TERRE ALTE BERCETO
Gol: 54
ALBARETO
Gol: 32
BEDONIA
Gol: 5
BORGOTARO
Gol: 4
