L'ex pitcher di Crocetta e Parma baseball si è spento ieri a Phoenix all'età di 58 anni. Con la casacca dell'Aran Crocetta (1985) stabilì il record di strike out in una partita (22) e in stagione (272).
Parma del batti e corri piange Michael Pagnozzi. Andatosene da Parma venticinque anni fa, ieri mattina se n’è andato da Phoenix. Per sempre. Lo scorso anno era stato sottoposto a chemioterapia causa un enfisema che lo aveva costretto a vivere a stretto contatto con la sua abitazione dovendo utilizzare la macchina ad ossigeno. Il mancino Pagnozzi è stato uno dei migliori lanciatori visti all’opera in Italia e ha lasciato il segno a Parma. Nato nel 1954, Mike fu scelto all’undicesimo giro dai Baltimore Orioles nel 1975. Che l’Italia fosse nel suo destino è stato scritto sin da subito. Proprio nel 1975 esordisce nell’organizzazione degli Orioles giocando in singolo A con la squadra dei Lodi Orioles, nella California League. Sarà proprio Lodi ad entrare in “rotta di collisione” con la storia del campionato italiano. Dopo aver assaporato anche il AAA, Pagnozzi sbarca in Italia nel 1984, a Trieste. Nel 1985 veste la maglia dell’Aran Crocetta insieme ad uno dei suoi fratelli, il terza base Daniel. Quella stagione lo consacra nella storia del baseball italiano: record di strike out in una sola partita (22, contro il Castiglione della Pescaia il 22 giugno) e in campionato (272). Una stagione con sfide di alta levatura con avversari del calibro del grossetano Richard Olsen o di uno degli idoli di Parma, Wim Remmerswaal. Epico quell’1-0, per l’allora World Vision Parma, agli extrainning. Dopo una stagione a Rimini, Pagnozzi passò proprio alla World Vision nel 1987. In campionato si fermò ai quarti (7-4 il suo record) ma vinse la Coppa dei Campioni. Questo il ricordo di Sandro Rizzi, suo allenatore all’Aran Crocetta in quella fantastica stagione: «Ci ha dato, e mi ha dato, tante soddisfazioni. E’ una notizia che mi lascia molto affranto perché gli ero molto legato – afferma Rizzi -. Era un po’ genio e sregolatezza. Con John Long ha formato una delle più belle batterie nella storia del baseball di Parma. Quando arrivò mi chiese cosa doveva fare, io gli risposi che dato che era un professionista lo sapeva bene anche lui senza bisogno che io glielo dicessi per non dargli l’alibi di sentirmi dire “eh ma tu …”. Un giorno mentre si correva per la città, perché allora per fare fondo facevamo così, lo abbiamo perso». E poi quel famoso aneddoto con Lodi. «Era l’ultima di campionato, noi però dovevamo recuperare una serie col Castiglione. Eravamo agli sgoccioli e lui era ad un kappa dal record complessivo, al che su un pop in diamante al dug-out venne spontaneo urlare di lasciarla cadere. Castagnetti fu … “frastornato” … e la palla cadde. La partita però l’abbiamo persa». Il precedente record venne poi ampiamente superato nel weekend di recupero. Addio King K, eri e resterai nei nostri cassetti della memoria.