Elia Legati è stato l’ospite d’eccezione della ventiduesima puntata di PARMATALK, in onda su SportParma, per commentare la freschissima vittoria del Parma contro la sua Feralpisalò, in una partita che per lui rappresenta un mix di emozioni tra passato e presente calcistico.
Nativo di Fidenza e cresciuto nelle giovanili del Parma – prima di passare al Milan e iniziare tutta la sua carriera da difensore con le maglie, tra le altre, di Monaco, Crotone, Padova, Venezia, Pro Vercelli e, appunto, Feralpisalò –, Legati dal 30 maggio 2o23 è passato dal campo agli uffici, divenendo il direttore tecnico della squadra gardesana. Sulle sue emozioni della partita di sabato con il cuore diviso a metà ha risposto cosi: «Diciamo di sì. A Parma ho passato i primi anni della mia carriera perché ero un bambino quando facevo il settore giovanile qua a Parma, sono cresciuto andando al Tardini e sicuramente è stato emozionante come lo è stato la prima giornata di campionato quando abbiamo giocato al Tardini ma poi il lavoro è lavoro e quindi il mio pensiero è stato totalmente alla Feralpisalò».
Non poteva che essere positivo il parere sul Parma, che sta macinando record in una fuga lanciata verso la vittoria del campionato cadetto: «Io il Parma l’ho visto spesso dal vivo quest’anno – ha detto Legati – e credo sia una squadra di una qualità talmente alta che in Serie B non si vedeva da tanto tempo, in quanto abbinano la qualità al fatto di avere tanti giocatori giovani di prospettiva ed è una squadra destinata a durare nel tempo. Quindi è una cosa bella, da tifoso da grande valore alla rosa e al progetto. Sono giocatori che adesso non hanno idea del potenziale che hanno e della carriera che hanno, secondo me, davanti a loro. Probabilmente, me lo auguro, quest’anno vincerà il campionato ed è una squadra destinata a durare e soprattutto a crescere, non è come capita spesso che una volta arrivata in Serie A viene smantellata. Io credo che uno come Bonny è un giocatore che ancora non ha idea del potenziale atletico e fisico che ha e che oggi sposta gli equilibri in Serie B ma deve ancora crescere, non è fatto e finito come lo può essere Coda della Cremonese. Quindi l’anno prossimo Bonny può fare ancora meglio, avrà un anno in più di maturazione e duelli con giocatori di Serie A».
Interrogato, in qualità di addetto ai lavori, sulle possibili riconferme dei giocatori per la prossima stagione, Legati ha ribadito il concetto che questa squadra possa essere destinata a durare negli anni, al netto anche del valore patrimoniale che rappresenta: «Ne terrei tanti ma sicuramente Bonny, Bernabè, Man, Mihaila, Benedyczak sono tutti giocatori spendibili in Serie A con motore e qualità con i quali devono per forza giocare in Serie A, se non giocano in serie A abbiamo sbagliato tutti qualcosa. La Serie A è un altro mondo e quindi la rosa sicuramente verrà ritoccata con giocatori pronti per la categoria però il bello del Parma è questo. Sulla difesa? Infatti non ho parlato di difensori (ride, ndr). A parte gli scherzi credo che sicuramente un difensore centrale lo prenderei anche io ma premetto che sia Circati, Balogh od Osorio sono difensori che hanno grossa prospettiva ma vista la delicatezza del ruolo un giocatore di esperienza ci sta come ci sta anche a centrocampo ma ripeto Parma sicuramente farà bene e sarà divertente».
Dopo aver parlato del Parma, il dirigente fidentino ha analizzato anche la sua Feralpisalò, matricola del campionato di B: «Siamo una società giovane: da quando sono qui – con quest’anno fanno 7 –, ogni anno si è provato a fare qualcosa in più sia dal punto di vista sportivo che dal punto di vista organizzativo. È una società che è cresciuta molto. Sicuramente paghiamo i primi 3 mesi e ora ci troviamo a rincorrere e quando rincorri puoi sbagliare poco. Adesso siamo una squadra che ci crede, è viva, organizzata e sappiamo che sarà dura fino alla fine. Ma la cosa che mi dà grande forza è che vedo una squadra che crede al lavoro quotidiano. Questo spinge noi a dare il massimo e crederci fino alla fine».
A chi gli chiede un possibile futuro al Parma, da parmense doc quale è, ha risposto così: «Magari (ride, ndr). In questo momento il mio unico obiettivo senza pensare ad altro è la Feralpisalò e portare a termine un’impresa». Impresa che passerà dalle prossime e ultime partite da giocare al “Garilli”, casa delle gare interne della salodiana: «È ovvio che non è il nostro stadio. Ringraziamo tantissimo il Piacenza per averci ospitato e per trovato un accordo per condividere il “Garilli”. L’abbiamo fatto nostro anche se ovvio che non sia come giocare a Salò. Sentiamo che non è il nostro stadio anche dal punto di vista cromatico, ma è stata purtroppo una scelta obbligata. Ma – ripeto – ringraziamo il Piacenza: è la prima cosa che si deve fare quando si parla della Feralpisalò».
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