Dal 2-2 inaugurale col Bari al 2-1 finale con il Venezia, sempre al Tardini. Nove mesi di trasformazioni, ricerca, infortuni, contestazioni, confronti, esaltazioni e “rinascite”. Dalla gara inaugurale di serie B all’ultima. Dalla snervante discontinuità del passato all’impressionante continuità del presente.
Il lavoro di Fabio Pecchia, il quale ha portato il Parma al quarto posto, è sotto gli occhi di tutti. Per rendersene conto basta rileggere l’inizio e la fine, senza dimenticare tutta l’acqua, potabile e non, che è passata sotto i ponti del Centro Sportivo di Collecchio.
Nove mesi di lavoro, alla ricerca della famigerata quadratura del cerchio che è arrivata solo negli ultimi mesi, ma che ha consentito ai crociati di dare la sgasata decisiva, infilando ben 8 risultati utili consecutivi tanto da risultare la squadra più in forma del campionato.
Il modulo 4-2-3-1 è stato una costante, al netto di alcune scelte obbligate e sperimentali dettate dagli infortuni (4-3-3- e 4-1-4-1) che purtroppo non hanno portato i frutti sperati, non a caso Pecchia ben presto è tornato all’origine, cioè al sistema di gioco iniziale, quello preparato e inculcato nella testa dei giocatori fin dal ritiro estivo.
Ma, si sa, con i giovani ci vuole pazienza, devono sbagliare, devono crescere e acquisire esperienza, ma soprattutto devono acquisire una mentalità vincente. Il passaggio non è sempre lineare e scontato, perché “bisogna entrare nella loro testa” ha spiegato l’allenatore in una delle sue ultime conferenze. E così è stato: le prestazioni di Benedyczak, Bonny, Camara, Circati, Coulibaly e Sohm sono lievitate col passare delle settimane e dei mesi. Si è passati dai fischi e dai processi mediatici agli applausi scroscianti.
La carenza di una punta prolifica e affidabile è stata una costante con cui Pecchia ha convissuto per tutta la stagione, complice anche un calciomercato (estivo e invernale) che evidentemente ha sottovalutato il problema. Carenza che ha costretto a cambiare pelle, a trovare soluzioni apparentemente fantascientifiche, vedi Vazquez falso nueve. Alla fine i risultati sono arrivati – eccome – il Parma è diventato squadra, tutti i componenti della rosa hanno indossato l’elmetto e costruito un’identità definita, oltre ad un carattere tenace. Gli ingredienti migliori per affrontare i playoff con ragionevole entusiasmo.
La trasformazione del Parma lungo i 9 mesi di questo campionato, dicevamo… ecco il confronto tra l’inizio e la fine, tra il primo undici titolare e l’ultimo. Contro il Bari, nella gara inaugurale della serie B 2022-23, scesero in campo dal primo minuto (4-2-3-1) Chichizola, Delprato, Romagnoli, Valenti, Oosterwolde, Bernabé, Estevez, Man, Vazquez, Mihaila e Inglese. Nell’ultima partita della stagione regolare, contro il Venezia, i titolari sono stati (4-2-3-1) Chichizola, Delprato, Osorio, Circati, Coulibaly, Bernabé, Estevez, Zanimacchia, Sohm, Man e Vazquez.
Il bilancio è nei numeri: 61 punti in 38 partite (escluso il -1 di penalizzazione), 48 gol fatti, 39 subiti; e quarto posto finale.