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Sara Fantini Tokyo 2020 ph. ColomboFIDAL

Atletica

Tokyo 2020: la fidentina Fantini in finale di lancio del martello

Foto: Colombo/FIDAL

Tokyo 2020: la fidentina Fantini in finale di lancio del martello

L’Italia mette un’altra delle sue donne in finale: si tratta di Sara Fantini, non ancora 24enne parmigiana (fidentina, per la precisione), che vola tra le top 12 del lancio del martello con una miglior misura di 71,68, l’ultima utile per la promozione.

Per lei una gara di grande consistenza, malgrado l’ora mattutina e la temperatura elevata (quasi 40 gradi in pedana). Il primo lancio è subito quello giusto (71,68), seguito poi da altri due che, pur non modificando la classifica, finiscono dalle parti dei 70 metri (69,26 e 69,27). Lo score piazza l’italiana in quinta posizione, dietro alcuni dei mostri sacri della specialità, e davanti ad atlete accreditate di limiti personali nettamente migliori del suo. Al comando, la primatista del mondo, la polacca Anita Wlodarczyk, il cui 76,99 va tre metri e mezzo oltre la misura prevista per l’ammissione alla finale… Poi, per la Fantini, comincia la lunga attesa per lo svolgimento del gruppo B di qualificazione. E infine, la gioia, per una dodicesima piazza finale che riporta il tricolore in una finale olimpica tredici ani dopo il settimo posto di Clarissa Claretti a Pechino 2008.

«Sono felicissima – le parole di Sara Fantini – essere qui per me era già un sogno, entrare in finale è la ciliegina sulla torta! Sapevo di stare bene, anche in allenamento a Tokorozawa si vedeva chiaramente; ma un conto è lanciare in allenamento, un altro è venire qui, alle Olimpiadi, e lanciare in qualificazione alle nove di mattina e passare… Sì, è stato difficile, soprattutto a livello mentale, e per me ancora peggio, perché non sono una persona mattutina. Sono venuta ai Giochi per fare del mio meglio e per divertirmi: questo è stato il mio spirito in qualificazione, questo è il mio spirito per la finale! L’Olimpiade è una festa, la festa dello sport, credo che questo sia lo spirito giusto per viverla».

(Fonte: FIDAL)

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