Per il tallonatore, che compirà Â 34 anni durante la Rwc, sarà Â l'ultima vetrina mondiale e forse anche l'ultimo anno da giocatore. Ma lascerà Â comunque una traccia a Parma
E sono tre. Saranno, a settembre. Fabio Ongaro fa parte dello zoccolo duro, di quegli otto “privilegiati” che in Nuova Zelanda parteciperanno alla loro terza Coppa del Mondo, davanti a loro solo Lo Cicero e Mauro Bergamasco. E’ cambiato parecchio da allora, anno domini 2003: tecnici, regole e … montagne.
Ma non solo: «L’età sicuramente – ammette sorridendo il tallonatore degli Aironi -. E’ cambiato il rugby quindi il modo di allenarsi e questa rispetto alla prima esperienza è una preparazione totalmente diversa». Preparazione che in quel di Villabassa si concluderà la settimana prossima. Qualcosa, però, è cambiato anche nelle aspettative nel senso che sono aumentate; c’è sempre quel “famoso” quarto di finale da provare a cogliere ma ora viene “auspicato” con più insistenza, sia per guadagnarsi ulteriore rispetto sia per scrivere un’altra pagina di storia. Il veterano Ongaro, al riguardo, sprizza saggezza: «Con l’esperienza, con l’età, si riesce ad essere più tranquilli, uso questo termine. C’è la consapevolezza che per molti di noi è l’ultima esperienza importante assieme, ma c’è anche la tranquillità che hai maturato con gli anni. Tutti mettono sto quarto di finale; io faccio un passo alla volta – prosegue l’azzurro – perché prima di arrivare all’Irlanda ci sono tre partite. Certo, anche nel 2007 l’ultima con la Scozia fu decisiva, io però starei più coi piedi per terra e giocherei una partita alla volta. La prima è con l’Australia e vedremo a che punto saremo. Partite secche in queste manifestazioni posso portare anche a sorprese; potremmo essere noi con gli Aussie così come altre, magari non contro di noi».
Già, l’esperienza. Mallett ha puntato tutto su quella con le convocazioni: «Giustamente, secondo me, lui ha detto: “io non sarò più con l’Italia, devo cercare il miglior risultato e scelgo quelli che possono darmi il meglio adesso”. Dispiace per chi è fuori come i miei compagni di club Furno e De Marchi, giocatori sicuramente all’altezza ma con poca esperienza a questi livelli. A volte le parole non possono portare conforto però hanno i mondiali davanti a loro». Certo è che la stagione sarà lunghissima: dopo la Rwc, sotto con gli Aironi. Una pausa? Per quello ci sarà tempo … : «Con lo staff Aironi non ho ancora parlato ma non penso. Sono le mie ultime partite, avrò tempo per recuperare; tornerò e chiederò di essere arruolato subito. Non lo confermo ma penso che sarà la mia ultima stagione». Continuare nel rugby? Forse. In ogni caso si tramuterà da portatore di palla a portatore … di piatti, per così dire: «Penso che dopo aver smesso mi prenderò un anno di pausa e rifletterò. Intanto con Totò e Mandelli stiamo aprendo un ristorante». Per la cronaca si chiamerà “Galloway”, nome di una catena di un suo amico trevigiano, e sarà ubicato proprio a Parma, nella nuova zona commerciale di San Prospero. Tempo di finire i mondiali. Per eventuali future rimostranze chiedere di Perugini Salvatore, detto Totò.