L'ex capitano azzurro ha fatto la comparsa in alcune scene della fiction "La Certosa di Parma" girate nei giorni scorsi nel centro storico ducale. Potrete individuarlo a settembre sulla Rai.
Quando correva su un rettangolo verde zeppo di linee continue e tratteggiate, Massimo Giovanelli era uno dei protagonisti: guidava il pacchetto di mischia, placcava, portava palla, si distingueva per la sua chioma da Re Leone. Quello era il suo mondo. Il “Giova” è inconfondibile pure ora, anche vestito di stracci e con un bastone nella mano destra mentre cammina su un selciato di porfido in mezzo a tante altre persone. Anche se questo non è il suo mondo. Passando vicino ad un set, se sei persona che si nota e con un certo look può capitare che ti possano chiedere: «Le andrebbe di fare la comparsa?». Ciò che gli è capitato nei giorni scorsi allorquando, in centro storico, sono state girate alcune scene della fiction “La Certosa di Parma”, per la regia di Cinzia TH Torrini, che andrà in onda sulla Rai a settembre. «Avevo portato mio figlio Flavio, il giovane rugbysta, a vedere il set» racconta Giovanelli «e mi hanno chiesto se volevo fare la comparsa. Data la barba e i capelli: il barbone. Subito ho detto di no per gli impegni, poi abbiamo contrattato un po’ sull’orario; alla fine il giorno dopo sono andato». Perché sono esperienze che possono accadere una volta nella vita ed è giusto provarle: «Queste esperienze che escono dal nostro vivere quotidiano ti mettono in discussione, ti portano a misurarti in situazioni inaspettate. Subito pensi ai vari impegni che hai, poi però ti chiedi quando mai ti potrà ricapitare una cosa simile – ammette l’ex capitano azzurro –. Anche mia moglie la sera mi ha detto di andare. Mi riguarderò divertito». Come barbone, però, poteva risultare non del tutto credibile «La salute è un po’ troppa, mi ha detto il responsabile, però facciamo che sia un accattone recente» ci confida Giovanelli ridendo. Per l’ex capitano azzurro qualche ciak e … libertà di parola: «La regista ci disse che potevamo parlare, dicendo quello che volevamo. Bella questa cosa».
E’ stato lui, abituato a cercare gli spazi, alla variazione del piano di gioco, a ritrovare l’ordine nel caos a suggerire, nel momento del forte acquazzone, di chiedere ai frati se potevano entrare a girare nel chiostro di San Giovanni. Vedrete da voi com’è andata a finire. E della serie com’è piccolo il mondo, del rugby aggiungiamo noi, ecco che si palesa l’aiuto regista: «Il mitico Giovanelli!». Trattavasi di tale Paolo Marino, ex giocatore del Cus Roma ora con gli Old della Capitolina. Ma le curiosità, le coincidenze, non sono finite: in una scena di questua colui che gli dà due soldi è il “procuratore”, anche di rugbysti, Giorgio Bartoli. E dopo le riprese dell’ultimo giorno, via a raccontare e raccontarsi fino alle tre di notte.
Giovanelli è parte della storia di Parma rugbystica; nella storia della città è entrato anche rivivendone una parte nella fiction.