Domani al Salone d'Onore del Coni la consegna del "cappellino" per circa 400 dei 627 che hanno vestito l'azzurro tra cui diversi parmigiani. In tutto sono 27 i parmigiani con almeno un cap con l'Italia
Il “cap”, quel berretto che ai primordi del rugby veniva consegnato a coloro che effettuavano la loro prima presenza in nazionale ma la cui origine risale alla Rugby School del 1839. Riconoscimento e onore. E’ consolidata abitudine conferirlo nelle altre “union”, la Fir da oggi si allinea definitivamente (un primo passo vi era stato in occasione dell’ultima tournée estiva). In occasione di Italia-Francia al Salone d’Onore del Coni circa 400 azzurri ritireranno, personalmente o tramite eredi o ex compagni, il cappellino con tanto di numero di matricola equivalente alla cronologia di esordio in nazionale. In tutto sono 627 gli azzurri che dal 1929 a oggi si sono fregiati di almeno una convocazione in nazionale e di questi, 27 sono parmigiani di nascita, pur se non tutti hanno maturato i loro caps con maglie di squadre locali. Più uno, diciamo.
Il primo fu Genesio Bonati, classe 1912, che collezionò 2 caps quando militava nel Guf Parma. Ora si semina il rugby in pedemontana: Bonati era di Berceto. In ordine di caps ecco gli altri:
– 1 cap: Dalmazio Bertoli, Gianni Del Bono, Oreste Venè, Paolo Quintavalla, Temistocle Tedeschi
– 2 caps: Renzo Maini (sorbolese che li ha maturati giocando a Rovigo), Maurizio Carli
– 3 caps: Marco Pulli, Paolo Pavesi, Samuele Pace (nato a Monticelli d’Ongina “per caso”).
– 4 caps: Filippo Frati
– 6 caps: Luigi Capitani, Gianni Aiolfi, Giancarlo Degli Antoni
– 8 caps: Matteo Silini (fidentino che giocava nel Petrarca)
– 9 caps: Primo Masci, Mario Percudani
– 12 caps: Gennaro Mancini, Mario Pisaneschi
– 15 caps: Daniele Tebaldi, Stefano Romagnoli
– 16 caps: Andrea Azzali, Giorgio Fornari, Tito Tebaldi
– 21 caps: Sergio Lanfranchi
– 26 caps: Alessandro Ghini
– 60 caps: Massimo Giovanelli (di cui 37 da capitano)