Bordon: "Hanno dimostrato di essere una squadra fuori dal campo e anche in campo". Mandelli: "Volevamo dedicare la vittoria a "Cocco" perchè se lo meritava; ci dispiace non esserci riusciti". Ghini: "Poteva vincere chiunque".
In bocca, l’amaro tocca punte elevate in casa crociata. Fosse stato un match di pugilato avremmo potuto dire che ai punti i gialloblù avrebbero meritato di portarlo a casa. «Sì … dispiace perché i ragazzi dicono che in occasione della loro ultima meta c’è stato un “in avanti”. Sinceramente, pensare di aver vinto e perdere all’84’ dispiace perché i ragazzi lo meritavano» sono le prime parole a caldo di Stefano Bordon. Un “in avanti” impercettibile di Cigarini nella raccolta del pallone prima di giocarlo che in casa reggiana qualcuno ammette. Ma tant’è. Bordon prosegue sottolineando la prova della squadra anche alla luce di quanto successo in settimana «I ragazzi meritavano la vittoria per l’impegno, per il gioco, per tutto, per l’unione . Hanno dimostrato di essere una squadra fuori dal campo e, voglio che si scriva, lo hanno dimostrato anche in campo. Sono molto contento di allenare questo gruppo di ragazzi. Con la prestazione di oggi non dico che abbiamo risolto il problema ma siamo sulla strada. Abbiamo mosso la classifica, oggi abbiamo il doppio dei punti che avevamo prima» afferma con il sorriso il tecnico rodigino «e questa è una squadra che può fare punti non solo contro le dirette avversarie». Entrando nel merito tecnico, Bordon afferma che «Il punto forte del Reggio era il pacchetto e i drive e siamo stati bravi a limitarli. La nostra squadra ha il punto di forza sui trequarti: abbiamo cercato di sfruttarli, in alcune occasioni abbiamo preferito insistere nel centro invece di tornare e probabilmente avremmo avuto più occasioni di realizzare punti nel primo tempo, però bene perché abbiamo fatto bene in mischia e in touche rubandone anche agli avversari. La squadra ha convinzione di giocare; è stato bello giocare in questo stadio con molta gente e tanto sostegno».
Alessandro Ghini non può non rendere merito ai Crociati: «Oggi poteva vincere chiunque e chiunque avesse vinto per l’altra non ci sarebbero state recriminazioni. L’avevo vista dura a un certo punto per cui grande merito ai Crociati, ma me lo aspettavo. Però faccio i complimenti alla mia squadra perché ha un’attitudine che è quella di non mollare mai. Magari abbiamo avuto anche un pizzico di fortuna, che ci vuole, ma c’abbiamo creduto fino alla fine. Va anche detto che abbiamo sbagliato un paio di piazzati che ci avrebbero portato un po’ più avanti nel punteggio e in alcune occasioni avremmo dovuto giocare nel loro campo anziché crearci pressione da soli». Difficoltà nei drive, uno dei punti di forza rossoneri che Ghini spiega così: «Sono fasi del gioco, queste, che bisogna capire come l’arbitro le arbitra; magari noi possiamo considerare che alcune entrate per distruggere il drive non sono regolari invece l’arbitro lascia andare e allora devi cambiare arma altrimenti non stai in piedi. Noi abbiamo fatto fatica a cambiare il piano di gioco e loro ci hanno messo in difficoltà». L’ultimo pensiero è per i due allenatori crociati: «Devo fare i complimenti a Bordon perché si è trovato in una situazione difficilissima e a dover trovare le motivazioni per farli scendere in campo non conoscendoli ma anche a Mazzariol per la preparazione della squadra e per il gioco perché con una consistenza fisica un po’ inferiore alla nostra hanno messo in campo le loro armi in modo molto competente».
Capitan Mandelli esce dallo spogliatoio con qualche livido sul volto e qualcuno nel cuore: «C’era una motivazione particolare: eravamo tutti con “Cocco” (Mazzariol, ndr) e volevamo dimostrare che non era questa la problematica del momento. Ci dispiace tantissimo non aver potuto dedicargli la vittoria perché se la meritava. Se questi ragazzi, sparsi per Parma, sono arrivati dall’Under 20 a giocarsela più o meno con tutte le squadre dell’Eccellenza è merito suo. Abbiamo voluto esprimere quel gioco che c’ha voluto mostrare il “Cocco” con il mio aiuto in questi cinque mesi con la motivazione in più che i ragazzi non ci stanno più ad accettare determinate situazioni». Dopo il preambolo si entra nel merito della gara: «La partita l’avete vista tutti: è andata così. Un punto ci sta molto stretto. C’è ancora da lavorare sotto il profilo della gestione della partita: un paio di scelte sono state determinanti per l’esito finale. Ma andiamo avanti. La squadra è in continua crescita. Una squadra molto giovane può avere esaltazioni e chiusure a seconda. Speriamo che questa sia una prova di maturità. Come avevamo iniziato a fare a Roma abbiamo cambiato difesa sui drive e in attacco siamo andati bene. Peccato per quell’ultima touche che l’arbitro ha chiamato storta: bastava prendersela, morire con la palla in mano ed era finita; sono cose che i ragazzi impareranno a gestire col tempo». Prima della sfida delle sfide con L’Aquila vi saranno due settimane di trofeo Eccellenza. «Sulla carta io ho sempre pensato che sia più difficile vincere a L’Aquila che in casa col Reggio, là hanno fatto fatica Rovigo e Mogliano. Penso che le due partite nel mezzo ci servano proprio per cercare di migliorare la gestione della partita anche se per questo punto non ci vorranno un paio di partite ma un paio d’anni a questi giovani per decidere qual è la cosa giusta da fare nel momento giusto».