In due stagioni, dal meltin' pot al single. Rugby Colorno, uno dei tre fondatori degli Aironi, non sarà più al fianco del Viadana qualora il Consiglio Federale di sabato, a Parma, dovesse ratificare la concessione della licenza per il proseguimento del Pro12 al Rugby Viadana.
Ciascuno lo chiami come crede: tradimento, rinuncia, defilamento, disimpegno. E’ quello della società Rugby Colorno dal sodalizio con Viadana. Un “alligalli” al contrario, la storia degli Aironi/Aironi 2. Si è partiti a ballare in sei, ora balla solo Viadana. E in Italia continuiamo a parlare di franchigie. Fino al 25 aprile, data di presentazione della manifestazione d’interesse di Viadana, è stato sempre nominato, anche dal presidente Melegari e pure dopo, il nome della società colornese quale continuità della base Aironi. Desiderio o certezza? Nel “faldone” della manifestazione d’interesse presentata alla Fir, Colorno c’entrava? Ni. Perché, a quanto risulta, la società biancorossa non aveva ancora sciolto le riserve circa la sua partecipazione al progetto. Riserve che ora sono sciolte del tutto: Colorno ha detto stop, grazie. Non è un mistero che all’interno del “board” degli Aironi non vi fosse unanimità di vedute circa l’accettazione della ciambella di salvataggio offerta dalla Fir, leggasi staff tecnico, subito declinata con parole dure da Melegari. Vero è che poi lo stesso Melegari ha fatto marcia indietro, giocoforza, ma ormai, evidentemente, in ritardo rispetto alle decisioni ormai maturate dal Colorno che avrebbe comunque proseguito se non fosse stata revocata la licenza, proprio a causa di quella mancata accettazione. Diversità di vedute, con Viadana “dominante”, ma anche altro, evidentemente, da ricercarsi nella nuova progettualità economica, strettamente collegata alla soluzione della situazione di bilancio tra vecchio e nuovo. I matrimoni possono finire, anche quelli che sembrano i più solidi (salvo poi rinfacciarsi le cose). Ma questo matrimonio, ed il riferimento è all’harem iniziale, era basato su presupposti fragili e tale fragilità si è manifestata in tutta la sua fragorosità. A questo punto si attende con rinnovata curiosità la decisione che prenderà sabato a Parma il Consiglio Federale.