Dopa la pausa per le festività natalizie torna l’appuntamento con “Il Gede risponde”, la seguitissima rubrica di Sportparma firmata dall’ex tecnico gialloblù Pietro Gedeone Carmignani. Il commento del lunedì sull’ultima vittoria del Parma a Villafranca e sull’ultima giornata del girone d’andata di serie A che ha laureato il Napoli campione d’inverno.
La marcia del Parma è inarrestabile, così come l’entusiasmo dei tifosi. Qual è il segreto?
“16 vittorie e 5 pareggi, è un cammino impressionante che si giustifica con la netta superiorità della società e della squadra rispetto alle altre. Può capitare che durante una partita gli avversari riescano ad imbrigliare il Parma, ma alla lunga viene fuori sempre il maggiore valore tecnico dei crociati.
La normalità è la vittoria. Poteva esserci un’assuefazione alla vittoria, ma la piazza e la società sono bravi a saper caricare l’ambiente e a tenerlo unito. Permettetemi una considerazione: la media spettatori in serie B è di 7mila spettatori, il Parma ne fa 10mila”.
C’è un giocatore che l’ha impressionata più di altri?
“Corapi, Baraye e Cacioli ieri sono stati nettamente i migliori in campo. Sono tre giocatori fondamentali. Di questo passo il Parma può stabilire un record ineguagliabile”.
L’unica nota stonata sono i tanti infortunii…
“E’ logico che con il freddo e i campi pesanti possano capitare più infortunii del solito. Se ci si allena sui sintetici e poi sull’erba il rischio è più alto, ma questo capita a tutte le società”.
Classifica a parte, l’Altovicentino è l’unica vera antagonista del Parma?
“Dal punto di vista numerico l’Altovicentino non è tagliato fuori dalla corsa al primo posto, però anche se dovesse vincere lo scontro diretto va a 4 punti. Se vince il Parma va a 10 e il campionato è quasi chiuso”.
Passiamo alla serie A: celebrare il Napoli campione d’inverno è un obbligo. Primato meritato?
“Il Frosinone è una squadra simpatica ma è durata solo 5 minuti, poi è sparito dal campo, travolto dal gioco e dall’entusiasmo del Napoli. Una vittoria annunciata. E’ bella la differenza di parole tra Sarri e De Laurentis. Sarri è uomo di calcio e sa che nulla è scritto. Il Napoli si sta comportando in modo diverso rispetto al passato dove con le piccole faceva molta fatica. Nel ritorno deve affrontare le grandi tutte fuori casa, ma potrebbe essere un vantaggio. Comunque, il primato è meritato”.
Da -11 a -2 dalla vetta, la Juvenrus è tornata in corsa per lo scudetto. Aveva dei dubbi?
“Sì, la Juve è tornata in lotta per lo scudetto, è una squadra che sa sfruttare tutto, ieri hanno fatto gol due centrocampisti, ma con movenze da centravanti. Questo è un modo di giocare che ha la Juventus. Quando giocano Dybala e Morata, i quali spaziano molto, vanno dentro i centrocampisti e fanno gol. A volte la Juve, volutamente, lascia il possesso palla agli avversari, senza però correre troppi rischi. Accetta la situazione per poi ribaltare l’azione e con due passaggi confezionare l’occasione da gol”.
Cosa sta succedendo all’Inter?
“Mancini ha detto che vuole vincere sempre 1-0, come a Empoli dove i toscani avevano dominato la gara. Facendo così, però, si rischia anche di perdere. Ieri ha sprecato tanto e sinceramente non meritava di perdere. Gli attacchi hanno prevalso sulle difese, i portieri sono stati i migliori in campo. E’ vero che Consigli ha fatto qualcosa di più, ma anche Handanovic non è stato da meno. Partita emozionante. Juve e Napoli sono meno istintive dell’Inter, sono squadre giudiziose che impongono di più il loro gioco”.
Roma-Milan: il classico pareggio che non serve a nessuno?
“Il pareggio allontana entrambe le squadre dai rispettivi obiettivi. E’ un punto che serve di più al Milan, perché ha dato l’impressione di poter vincere la partita. Nei primi 10 minuti il Milan era assente, non capisco. Poi si sono ripresi e sono diventati padroni della partita. La Roma è stanca e in confusione. Non può Garcia accusare pubblicamente i preparatori atletici. Garcia ha un contratto lungo e oneroso, questo è un problema per la società. Gli allenatori cambiano anche in funzione dell’umore dei giocatori. Gli allenatori non sono così determinanti come dice Lippi; l’allenatore deve dare un gioco e saper mantenere l’armonia. Quanta differenza ci sarà mai tra l’allenatore primo in classifica e l’ultimo? Poca”.
E’ sbocciata la Lazio, seppur in ritardo…
“La vera Lazio è quella che ha vinto a Firenze. La Lazio finta è quella che pareggia con il Carpi. Hanno grandi qualità in attacco e un ottimo allenatore. Manca la continuità, ma forse dipende anche dalla mancanza di fiducia iniziale dopo le prime sconfitte in campionato e coppa. La Lazio è grande con le grandi perché può giocare in contropiede; e con questo tipo di gioco Keita si esalta”.
Che idea si è fatto di quanto successo a Palermo, dove Ballardini è stato praticamente esonerato dai giocatori, Sorrentino in testa?
“Ha cominciato Zamparini a fare casini, ma dicono che Ballardini abbia accusato la squadra che avrebbe fatto di tutto per far tornare Iachini. Se dici certe cose è logico che ci siano certe reazioni. La vittoria del Palermo è una sentenza di condanna per il Verona. Sorrentino ha detto chiaramente come stanno le cose: la squadra è andata in campo senza una preparazione specifica. E’ una questione di carattere, ci sono alcuni allenatori che non rinunciano a niente. Bisogna stare dentro lo spogliatoio e capire come stanno realmente le cose. Ballardini lo conosco, è un amico, sono molto dispiaciuto, è un ottimo allenatore… si trova in una situazione assurda. Nel calcio di oggi tutto può succedere”.
La favola del Carpi è tornata ad incantare. Quante possibilità hanno di salvarsi?
“Bisognerebbe rispettare di più certi allenatori come Castori. La vittoria contro l’Udinese è un grande risultato. L’allenatore è il responsabile del progetto tecnico. Da quando è tornato in panchina ha riportato entusiasmo e si è preso una bella rivincita. Con questa umiltà e grinta si possono salvare. Il Carpi ha ritrovato il suo spirito e soprattutto la sua identità, quella dello scorso anno in B. Questo significa che il progetto iniziale di quest’anno era sbagliato, per questo dico che un allenatore come Castori va rispettato fino in fondo. A parte il Carpi, è stata una giornata in cui hanno vinto tutte le squadre fuori casa (8 vittorie). E’ strano, ma è anche bello. Credo che in questi successi incida anche il valore della vittoria, cioè dei tre punti. Se perdi perdi un punto ma se vinci ne guadagni 2. Il rischio vale la candela, come si dice.
Se vinci 2-1 e gli avversari pareggiano, è vero che alla fine non hai perso, ma hai perso due punti. Se sei 1-1 e alla fine perdi 2-1, hai perso un punto. Questo per dire che sul pari vale sempre rischiare di vincere la partita. Una volta (2 punti a vittoria) capitava che a 10 minuti dalla fine sullo 0-0 le squadre si accontentavano del pareggio”.”.
Risorge anche il Genoa…
“Atalanta-Genoa, due squadre preoccupate a non subire gol, nel finale è venuto fuori il Genoa che ha avuto dalla sua parte le occasioni e le circostanze migliori. Il primo gol andava annullato, c’era un fuorigioco netto; come si fa a commettere errori del genere”.
L’incostanza è il problema del Bologna di Donadoni?
Bologna-Chievo: ho visto un Bologna meno brillante del solito, a fine gara Donadoni ha detto che non meritava di perdere, ma gli va ricordato che a volte non meritava di vincere. Il Chievo è una squadra capace di imbrigliare gli avversari e fermare il gioco altrui”.
Chiudiamo con il Torino: un po’ i tifosi (contestazione) e un po’ la squadra, l’armonia di inizio stagione non c’è più?
“I tifosi del Toro si tirano la zappa sui piedi da soli. E’ la terza sconfitta consecutiva. E’ un piccolo campanello d’allarme. Non rischiano la retrocessione, ma le aspettative di inizio stagione erano altre. L’Empoli ha un gran gioco di squadra, ma in avanti Maccarone e Saponara risolvono le partite da soli”.