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Zion Suzuki al centro sportivo di Collecchio

Parma Calcio

Sono Suzuki e vengo da Newark, come l’allievo di “Karate Kid”

Foto: Parma Calcio 1913

Sono Suzuki e vengo da Newark, come l’allievo di “Karate Kid”

Si legge Zion, si pronuncia Zaion. Su come si legga e si dica Suzuki, invece, dubbi non ce ne sono. Il nuovo portiere del Parma è un personaggio ai più sconosciuto e per questo tutto da scoprire.

Le origini, ça va sans dire, sono uniche nel loro genere. Lo andiamo dicendo da quel 2 luglio in cui per la prima volta questo cognome nipponico, notoriamente espressione di un colosso nel mondo motori, è stato accostato al Parma Calcio (clicca qui): Zion Suzuki è un cosmopolita. Mamma giapponese e papà statunitense – ma di origini ghanesi – lo fanno nascere negli USA, per poi fargli trascorrere la gioventù a Saitama, nel paese del Sol Levante. E fino a qui niente di nuovo. Ma il luogo di nascita è fonte di un prima curiosità e al contempo un primo tabù da sfatare, poiché, inaspettatamente. non coincide con quello riportato dalle fonti più consultate sul web (Wikipedia, ma anche Transfermarkt): mostrati i documenti, una volta arrivato al Mutti Training Center, il quasi 22enne ha rivelato di non essere di Little Rock (Arkansas), bensì di Newark (New Jersey). 311mila abitanti, si trova circa 8 km a ovest dall’isola di Manhattan e 4 km a nord di Staten Island, entrambe parte della città di New York: Newark è un luogo che, curiosamente, unisce i natali a stelle e strisce di Zion Suzuki con la cultura dell’estremo oriente, così come aveva saputo fare Karate Kid, film cult degli anni Ottanta.

Anche il personaggio di Daniel LaRusso, giovane allievo del maestro Miyagi nella pellicola del 1984 diretta da John G. Avildsen, era originario della città capoluogo della contea di Essex, dove avrebbe appreso in età adolescenziale i segreti dell’arte marziale che ha origine sull’isola di Okinawa. Dall’altra parte del mondo: là dove nasce il sole, là dove Suzuki è cresciuto. Non è dato sapere se anche Suzuki – venuto al mondo 18 anni dopo l’uscita del primo film di quello che sarebbe diventato un iconico franchise – si sia allenato, come Daniel-san, al ritmo del mantra predicato dal sensei «dai la cera, togli la cera». Ma, come coloro che praticano il karate, Zion-sa ha evidentemente dato saggio alla dirigenza ducale di essere in grado di utilizzare sia le braccia che le gambe con grande padronanza nel ruolo di portiere. Il club del presidente Kyle Krause ha speso 10 milioni (di cui 7,5 subito) per accaparrarselo dai belgi del Sint-Truiden, con cui nel 2023/2024 ha giocato 32 partite e subito 50 gol.

Alcuni sono pronti a sostenere che si avvicini parecchio, come stile di gioco, al suo nuovo collega in crociato Leandro Chichizola. In Belgio, Suzuki aveva una media di 3.4 parate a partita, 110 compiute in tutto (di cui 75 su tiri da dentro l’area); rendimento simile all’argentino, che nella passata stagione di salvataggi ne aveva compiuti 75 sui 106 tiri ricevuti (mantenendo in 13 occasioni la porta inviolata). I due portieri dove sembrano somigliarsi di più è nell’abilità del gioco coi piedi: il nippo-statunitense, nell’anno in Jupiler League, ha fatto registrare un 76% di precisione dei passaggi (addirittura 90% riferito solo a quelli all’interno della propria metà campo), ma nel Ducato tutti conoscono bene le doti dell’arquero argentino (clicca qui) che, nella stagione della vittoria della Serie B, ha toccato 1.603 volte il pallone, realizzato 1 assist e completato il 65,8% dei palloni da lui giocati (945 su 1437).  Stare tra i pali, in fondo, non è molto diverso dal karate, «un’arte difensiva dall’inizio alla fine» in cui «se in combattimento perdi la concentrazione, sei carne morta».

Tra l’usato sicuro Chichizola e il cavallo rampante Suzuki si prospetta un bel duello, che partirebbe alla pari (se non fosse per le opposte quotazioni di mercato) per la titolarità della porta del Parma. «Con esercizio capirai» avrebbe detto il sensei all’allievo: gli allenamenti faranno decidere il “maestro” Fabio Pecchia, che intanto oggi ha potuto valutare il suo primo giorno in campo a Collecchio del nuovo arrivato, ieri in visita alla città. Prima tappa: un pranzo parmigiano, insieme all’agente, in un rinomato ristorante di via Farini.

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