Come già successo in passato lo stadio Tardini torna al centro della discussione (leggi qui). Da una parte il Parma Calcio 1913 e dall’altra il neonato comitato “Tardini sostenibile” formato da un gruppo di residenti.
La volontà dell’attuale proprietà del club crociato è di far ricorso alla famigerata “legge stadi” che abbatte una serie di vincoli, finanzia e velocizza i lavori di ristrutturazione degli impianti sportivi situati nei centri urbani e ritenuti di valore storico. Nel progetto presentato all’Amministrazione Comunale è prevista un’ampia riqualificazione e trasformazione dell’area circostante allo stadio.
“Da quanto è dato sapere – scrive il comitato Tardini Sostenibile -, visto che il Comune non dà accesso ai documenti e si limita a dare eco ai proclami del soggetto privato proponente, il progetto prevede interventi massici sullo stadio, quali la demolizione e rifacimento della tribuna est (aumentandone la pendenza, l’altezza e l’ingombro), la copertura di entrambe le curve e delle tribune distinti laterali (incrementandone l’altezza e l’ingombro), la realizzazione di locali commerciali e di ristorazione sotto la tribuna est e le curve sud e nord (in palese contrasto con i vincoli di destinazione del lascito Tardini), un parcheggio di due piani interrati per 260 posti auto in corrispondenza del piazzale dell’ingresso principale dello stadio”.
Il quotidiano parma.repubblica riporta l’intero documento: “Al progetto farebbe seguito a ruota la demolizione dell’adiacente plesso scolastico Puccini-Pezzani per dare ulteriore spazio funzionale allo stadio e ai nuovi locali commerciali e di ristorazione, area che andrebbe invece proficuamente ripensata, vista la vocazione residenziale del quartiere, al servizio della collettività con verde pubblico e percorsi ciclopedonali destinati ai bambini e alle famiglie e adeguatamente protetta da Ztl. Tutto questo non farebbe altro che aggravare il carico urbano e i disagi per i residenti, anche per via del nuovo parcheggio sotterraneo e dei nuovi spazi commerciali che il Comune concederebbe di realizzare sotto alle tribune, col rischio non remoto che il concessionario dell’area, con logica di profitto, possa aprire in futuro la nuova struttura ad altri eventi, anche non sportivi, incrementando ulteriormente lo stress urbano e il disagio per i quartieri limitrofi. Sarebbe molto più appropriato e conveniente – nonché in linea con quello che accade nelle maggiori città europee – destinare tutta l’area a verde pubblico con spazi attrezzati per le attività sportive amatoriali, riportando la struttura del Tardini al suo aspetto e destinazione originali, recuperando gli spazi che sono stati erosi nel tempo per potenziare la capienza dello stadio”.