Dalla sala stampa dello stadio Tardini, le parole a caldo dei protagonisti al termine del match Parma-Lazio, terminato 3-1 (clicca qui per le pagelle).
Nel consueto appuntamento di confronto con i giornalisti, si sono presentati i due allenatori, Fabio Pecchia e Marco Baroni; inoltre, hanno parlato anche il baby Anas Haj Mohamed, oggi in gol, e il portiere biancoceleste Ivan Provedel.
Le dichiarazioni raccolte per SportParma.com durante la conferenza post partita.
PECCHIA «Visto cose straordinarie anche dal punto di vista dello spirito. Quando si sono alzati i toni, i miei non si sono tirati indietro. Oggi abbiamo abbassato la media, però dobbiamo pensare a fare punti, a raggiungere l’obiettivo: tutti devono prendere uno spunto da ogni partita. Il nostro percorso deve accelerare.
L’altro giorno leggevo un libro: il coraggio è fare qualcosa contro la paura. Mi affido al metodo, al modo di lavorare, al “tutti dentro”. Dobbiamo pensare a far punti e nelle scelte tengo conto della condizione di tutti. Oggi grande risposta di tutti, non del singolo. Poi, il discorso del rischio… dobbiamo fare punti con questo gruppo, tengono conto di tutti. Oggi grande risposta del gruppo. Non mi piace parlare degli arbitri. La cosa grave di oggi è l’infortunio di Charpentier, mi sembra qualcosa di lungo. Questo è l’aspetto che mi dispiace: il suo ingresso ha dato sostanza alla squadra. Questa è l’unica nota dolente in una giornata straordinaria.
La Lazio è forte: avevo la sensazione che potesse ribaltare il risultato anche sul 2-0. Queste partite si possono vincere, ma tutte le cose devono andare nel verso giusto. Potevamo prendere gol prima, l’abbiamo preso in modo particolare. Abbiamo subito la Lazio, ma da parte nostra c’è stata una risposta.
Mentalità da A? Questa è stata una partita tosta, dal primo all’ultimo. Ogni partita deve dare qualcosa: abbiamo bisogno di fare punti. Ci teniamo stretta questa partita per il risultato e per le emozioni che abbiamo vissuto, come il secondo tempo con l’Atalanta.
C’era ancora tempo, la Lazio spingeva: ma abbiamo rischiato più sul 2-0 che non sul 2-1. La squadra non si è disunita. Giornata straordinaria per Enrico, una carezza per lui per l’affetto per la nonna (scomparsa nelle scorse ore, ndr): ieri non si è allenato, l’ho lasciato a casa. A volta non allenarsi è meglio».
HAJ MOHAMED «Quando ho saputo di giocare? Quando il mister ha detto la formazione! Ma è tutto merito dei miei compagni, che mi aiutano dal primo giorno, e del mister, che si vede che crede nei giovani. Volevo ringraziare la mia famiglia, che mi segue e mi dà fiducia dal primo giorno. Se fai giocare i giovani, loro ti fanno vedere le qualità: è molto importante questo.
Gol à la Delpiero o à là Insigne? Il mio idolo è Neymar, ho sempre guardato lui! Nel primo tempo ho calciato con la punta, oggi il gol me lo sentivo un pochino. È arrivata l’opportunità e l’ho colta.
Quando ha detto il mio nome ero emozionato dentro, ma tranquillissimo. So che il mister può fare giocare noi giovani, come me o Giovanni (Leoni, ndr). L’assist a Lecce è stato un passo grande: ero contentissimo, per me e per la squadra. Oggi, il gol, è un’emozione ancora più grande.
La mia posizione in campo? È quella che mi dice il mister, e io lo faccio. Io simile a Bernabé? No, Bernabé è di un’altra classe!
Gol dedicato a mamma e papà, mi seguono da quando ho calciato il primo pallone fino ad oggi. Continuare a dare il massimo, come oggi, e veder vincere la squadra.
Non subisco tanto la pressione, posso entrare contro chiunque e gioco tranquillo come gioco sempre».
BARONI «La squadra ha fatto una partita generosa, di dedizione. Gli errori ci sono: il 3° gol non lo commento neppure, avevamo perso equilibrio perché avevamo voglia di pareggiare il risultato. Dobbiamo non ripetere gli errori, ma la prestazione mi ha convinto anche oggi. Molto.
Episodi arbitrali? Non voglio commentarli, se no non finiamo più.
Le sconfitte sono dolorose, sempre, ma io preferisco perdere una partita con una prestazione così che vincere una gara in cui la squadra non ha fatto la prestazione: perché lì non ho certezze. Qui le certezze ce le ho. Abbiamo avuto tante situazioni per fare gol.
I gol? È una mia responsabilità, percHé ho una squadra qualitativa: gli errori li hanno commessi Rovella, che è stratosferico, e Gila, che è un difensore tra i più forti che c’è e che vorrei allenare tutta la vita. Io voglio prendermi dei rischi, sarebbe più facile prendere la palla e spararla 50 metri avanti».
PROVEDEL «Usciamo arrabbiati perché avevamo lo spirito giusto, abbiamo dato tutto. Alla fine il Parma ha fatto la partita che doveva fare e ha sfruttato al meglio i nostri errori.
Il gol del 2-0? Era una transizione in cui eravamo tutti alti, io dovevo chiedere un’eventuale imbucata: bravo lui (Haj Mohamed, ndr) a fare quella traiettoria. Complimenti al ragazzo che è stato bravissimo».