Il tempo per le brevi vacanze sta per finire. Il 4 gennaio sarà la prima data dell’anno nuovo in cui il Parma tornerà a lavorare sul campo. E Fabio Pecchia attende di riabbracciare i suoi “ragazzi”, che tanto bene hanno fatto fino alla sosta.
La linea “green” sposata dal club e dall’allenatore ha dato nella prima parte di stagione risultati che sono andati ben oltre le aspettative e che stanno ripagando gli investimenti del passato fatti dal presidente Krause che ora può dirsi felice di vedere una squadra in vetta al campionato di Serie B. Ma c’è di più: perché ad aver collezionato il primato (storico) dei 41 punti in 19 giornate è stata la formazione scesa in campo, praticamente sempre, con l‘undici titolare più giovane rispetto agli avversari, sia durante i match di campionato sia in quelli di Coppa Italia.
Un dato che fa riflettere ma che, al contempo, fa felice l’allenatore di Formia, già in grado di lavorare e ottenere risultati entusiasmanti con i giovani (alla Cremonese, due campionati fa). In questa stagione il Parma ha ottenuto un’età media a partita di 19,1 anni più giovane rispetto ai suo avversari – addirittura 31, se si conteggiano esclusivamente le 3 partite di Coppa Italia Frecciarossa.
Fatto salvo per tre rare eccezioni (contro Modena, Spezia e Ternana), in ogni incontro del girone d’andata del campionato, mister Pecchia ha mantenuto fede alla politica lungimirante del club anche nelle sue scelte iniziali. E ha ottenuto vittorie incoraggianti e preziose da un gruppo di ragazzi più maturo dell’età che porta sulla carta d’identità. A Catanzaro, ad esempio, il successo esterno per 5-0 è arrivato con un undici-tipo più giovane di addirittura 54 anni rispetto a quello dei giallorossi di mister Vivarini. È la forbice più ampia che si sia verificata, ma esistono anche casi simili in cui il Parma è stato di gran lunga più “verde”, ma non per questo acerbo: come, ad esempio, contro l’Ascoli (dove i 45 anni in meno hanno fatto la differenza in favore dei gialloblu) o contro il Südtirol (-42) o nel derby contro il Modena (-38), ma anche contro la neopromossa Feralpisaloò (-28).
Anche in Coppa Italia la filosofia non è stata snaturata, benché in due gare su tre il Parma si sia trovato ad affrontare squadre di Serie: se contro il Bari, infatti, la differenza era spaventosamente ampia (-54), anche con Lecce e Fiorentina il gap è rimasto evidente dal momento che al “Via Del Mare” l’undici scelto da Pecchia aveva 17 anni di meno dei giallorossi, mentre al “Franchi” addirittura 24 contro i più quotati viola.
Ora il Parma dei giovani, cresciuti a dismisura nel corso del 2023, dovrà provare a confermarsi anche nel 2024. L’obiettivo da raggiungere resta sempre quello, la Serie A. E per arrivarci Pecchia e i suoi ragazzi dovranno passare da una serie di stimolanti prove (e record) da superare. Il primo lo porrà l’Ascoli, avversario domenica 14 gennaio (ore 16.15) al “Tardini”, dove Delprato e soci sono rimasti imbattuti nelle ultime 15 gare casalinghe (10 vittorie e 5 pareggi) dell’anno solare 2023.
*Il segno – indica la differenza di età a favore del Parma, con il segno + degli avversari