Parma Calcio
Pecchia: «Affrontare Bisoli è stimolante, con il Südtirol servirà autocontrollo»
Alla vigilia della partita, l’allenatore crociato Fabio Pecchia ha presentato in conferenza stampa la sfida Parma-Südtirol, in programma alle ore 14 di domani al “Tardini”.
C’è voglia di invertire il trend negativo casalingo e riscattare le recenti sconfitte con Ascoli e Pisa. Certo che non sarà facile, perché i ducali (senza Vazquez squalificato) di fronte si troveranno l’unica formazione, fra Serie A e B, imbattuta nel 2023: il sorprendete Südtirol, allenato da Bisoli, che già all’andata fu in grado di infliggere la prima sconfitta esterna a Buffon e compagni. Il confronto con il tecnico dei sudtirolesi (in vantaggio per due vittorie a una nei precedenti sia con il Parma sia con Pecchia) stimola l’allenatore crociato, che non si è lasciato andare a nessuna anticipazione di formazione nell’incontro coi giornalisti.
Una maglia per tre là davanti con Inglese, Charpentier e Benedyczak a contendersi la titolarità al posto dell’assente Vazquez.
Ecco le parole di mister Pecchia raccolte dalla redazione di SportParma, presente alla conferenza con il nostro giornalista Lorenzo Fava.
MIHAILA E IL VICE VAZQUEZ «Mihaila sta meglio, sta facendo lavori differenziati: il suo cammino è in progressione. Come sostituiremo Vazquez? Giocheremo in undici. Abbiamo Benek, Charpentier, c’è Inglese, c’è Bonny: al massimo giocheremo con una punta».
SÜDTIROL GRANDE SQUADRA«Il Sudtirol non è più una sorpresa, ma una realtà solida, con un’idea molto chiara. Ha numeri da grande squadra, è lì davanti non per caso: ha una filosofia di gioco molto netta. Per noi è un esame sull’autocontrollo: è una partita che dovremo saper gestire, durerà 100 minuti, tutti dovremo capire il tipo di gara ed essere pazienti».
FILOSOFIE DIVERSE «Non è un caso: due neopromosse sono lì a giocarsi la Serie A. Si portano a dietro l’entusiasmo: hanno consapevolezza, forza. I loro numeri sono straordinari. Dovremo sapere sviluppare la partita, in alcuni tratti, in maniera diversa rispetto al solito. L’identità nostra è abbastanza netta, poi ci sono dei dettagli che evidentemente vanno applicati agli avversari di turno. Io credo che di fronte avremo proprio una filosofia diversa di una squadra che ama farsi attaccare».
GLI ESTERNI «Quando ci sono spazi ristretti, bisogna affidarsi alla qualità, alla velocità; creare superiorità numerica diventa fondamentala. Da Man a Camara, da Zanimacchia a Bonny stesso: diventa fondamentale la capacità di determinare».
TRAMPOLINO DI LANCIO«La partita di domani non la definirei un trampolino di lancio. Il momento è caldo, impegnativo, ma noi prepariamo tutte le partite per vincere e per giocare per il massimo della posta in palio. La squadra deve andare in campo con la voglia di vincere la partita».
INGLESE E CHARPENTIER «Stanno bene, si sono allenati. Nella partita di sabato non c’è stato spazio perché la gara non ne aveva consentito gli ingressi».
POSSESSO SÌ, POSSESSO NO «Anche da calciatore ho visto che si vince e si perde in tutti modi. Ognuno fa quello in cui crede: non c’è una filosofia vincente, ma un metodo di lavoro da portare avanti. Al di là dei numeri, il Sudtirol diventa quasi invalicable, si sente a proprio agio: ha un’identità precisa. Noi dobbiamo sviluppare il possesso palla dentro la metà campo avversaria. Occupare gli spazi coi centrocampisti diventa fondamentale: il gol non deve ricadere solo sul numero 9, ma un po’ a tutti. Dobbiamo trovare occasioni e possibilità di fare gol».
CONTRO BISOLI «Affrontare Bisoli è uno stimolo. Mi costringe a trovare strade alternative. Mi è capitato nella partita d’andata, lo scorso a Cremona con classifiche completamente agli opposti… Bisogna solo fargli i complimenti».
LE SCELTE DI FORMAZIONE «Mi piace portare fino all’ultimo le valutazioni e mettere in campo quella che sarà la migliore formazione dopo aver parlato con lo staff. Nella posizione degli attaccanti se la giocano, abbiamo alternative. In difesa sono contento del rientro di Elias Cobbaut, la cui tenuta era a rischio. Lì bisogna essere cauti».
IL PESO DELLA PRESSIONE «Vorrei vedere una squadra che ha voglia di fare, una squadra sbarazzina che gioca per vincere. Bisogna vederla come una cosa bella, non come un peso».