A poco più di una settimana dalla ripresa del campionato (Torino-Parma) il responsabile sanitario del club, Dott. Paolo Manetti, ha voluto fare il punto della situazione. Dalle difficoltà del lockdown al recupero degli infortunati. Ecco le sue parole:
IL LOCKDOWN: “La difficoltà nel gestire una pandemia è stata per tutta l’Italia e anche i nostri atleti sono stati ovviamente coinvolti da questo momento difficile. Lo hanno fatto con molta responsabilità e consapevolezza, con un attimo di sbigottimento quando, adattandoci alle normative ministeriali, abbiamo interrotto gli allenamenti e quindi le certezze, le sicurezze dell’atleta sono state interrotte. Qualcuno ha vissuto nel proprio nucleo familiare, qualcun altro isolato, un periodo lungo e difficile pure per loro”.
CALENDARIO INTENSO: “Il momento difficile è passato ma ne sta arrivando uno più complesso, dove giocheremo ogni tre giorni una parte finale di campionato con temperature che saranno più difficoltose per lo svolgimento di partite ed allenamenti”.
RISCHIO INFORTUNI: “Dal punto di vista statistico è documentato che giocare ogni tre giorni – quindi due/tre volte a settimana rispetto ad una – aumenta di quattro volte il numero degli infortuni. Ogni mille ore di esposizione all’allenamento invece di quattro nuovi infortuni ne abbiamo venticinque: questa è statistica. Su questo stiamo cercando di adoperarci facendo tutta la prevenzione e tutta la gestione possibile anche in questo primo periodo dopo l’inattività. Abbiamo avuto alcuni piccoli acciacchi muscolari e, per questo, li abbiamo gestiti con estrema cautela. Stiamo affrontando l’ultima settimana precampionato con l’obiettivo di risolvere tutti questi problemi muscolari”.
IL RECUPERO DI INGLESE: “Il tempo ci ha permesso di continuare a lavorare agli infortuni quelli più grossi, quello di Roberto Inglese in particolar modo: anche col lockdown dell’Italia abbiamo trovato il modo di continuare quotidianamente una fisioterapia che Roberto con grande dedizione, impegno e forza di volontà ha portato avanti. Più che una settimana più o una meno, si tratta di aver ricostruito l’integrità del calciatore che potrà proseguire a fare il proprio lavoro e questo, principalmente, va merito alla forza di volontà del ragazzo e alla perizia del chirurgo che ha rimediato il problema specifico”.
IL RECUPERO DI SEPE: “L’altro grave infortunio era stato quello di Luigi Sepe, una rottura completa di un tendine degli adduttori. In questo caso abbiamo fatto una scelta conservativa che ha pagato perché il ragazzo è completamente recuperato, si allena col gruppo e sta svolgendo normalmente tutte le funzioni”.
I TAMPONI: “La difficoltà del momento è stata quella di non aver avuto, a suo tempo, la possibilità di utilizzare i tamponi anche a chi aveva sintomi più leggeri per capire com’era la situazione. Ma in quel momento di emergenza erano dedicati a differenziare i sintomi gravi, a chi doveva andare in rianimazione oppure no. Adesso di tamponi ne facciamo anche fin troppi, non abbiamo più nessun positivo né tra lo staff né tra i calciatori. Abbiamo superato questa fase difficile e siamo pronti ad affrontare la parte finale del campionato”.