Da pubblico a privato. La proprietà dello stadio Ennio Tardini potrebbe subire una storica variazione.
L’ipotesi della vendita del secolare impianto sportivo di Viale Partigiani d’Italia, la cui data di costruzione risale al lontano 1922, non è utopia, tant’è che le parti coinvolte nell’affare, da un lato il Comune di Parma e dall’altra il patron americano Kyle Krause, ne starebbero parlando già da diversi giorni.
L’argomento è estremamente delicato perché si tratterrebbe di prendere una decisione non solo di natura economica, la quale garantirebbe importanti introiti nelle casse del Comune (e non solo), ma anche e soprattutto di natura politica; oltre ad essere strettamente collegata al progetto di ristrutturazione voluto dalla proprietà americana, i cui costi si aggirano intorno ai 100 milioni di euro (leggi qui) e prevedono la concessione d’utilizzo dell’impianto sportivo (dal Comune a Krause) per i prossimi 90 anni.
Di sicuro l’acquisto del Tardini da parte di Krause rappresenterebbe una rivoluzione storica sotto tanti punti di vista, ma in linea con quanto già avvenuto in altre città italiane come Torino (Allianz Stadium), Reggio Emilia (Mapei Stadium), Bergamo (Gewiss Stadium) e Udine (Dacia Arena). Quattro esempi che, allo stesso tempo, confermano l’arretratezza del sistema calcio Italia (il 70% degli stadi in serie A è di proprietà comunale) rispetto ad una parte dell’Europa dove gli impianti sportivi di proprietà sono diventati una realtà diffusa, tant’è che in Premier League si contano 17 stadi di proprietà su 20 club totali, in Bundesliga 16 su 18, in Spagna 11 su 20.
Al momento non ci sono né conferme né smentite sulla possibilità avanzata da Sportparma che lo stadio Ennio Tardini possa essere ceduto ad un privato, ma, stando alle informazioni in nostro possesso, l’argomento è di stretta attualità e potrebbe subire un’accelerata nei prossimi giorni quando è atteso in città l’arrivo di Krause.
Allo stato attuale è estremamente difficile ipotizzare cifre ed eventuali condizioni e/o vincoli d’acquisto, sempre che le parti riescano a trovare un’intesa ufficiale e ci sia la reale volontà di procedere ad un passaggio così importante che, non va dimenticato, dovrà coinvolgere necessariamente anche gli eredi dell’avvocato Ennio Tardini il quale, quasi un secolo fa, diede vita ad un luogo che il tempo ha reso leggendario, con annesse difficoltà logistiche dovuta alla crescita demografica e soprattutto immobiliare, e alle conseguenti polemiche da parte di residenti esasperati e comitati agguerriti.