Non c’è una correlazione specifica tra il progetto di ristrutturazione dello stadio Tardini di Parma e il Dall’Ara di Bologna, eppure le similitudini non mancano.
Entrambi i progetti sono in attesa del via libera definitivo, ma intanto i costi di realizzazione sono lievitati in maniera importante, soprattutto dopo l’era Covid.
A rimarcare il problema ci ha pensato nelle ultime ore l’amministratore delegato del Bologna Claudio Fenucci che ha visto lievitare i costi da 80 a 200 milioni: “Voglio essere molto chiaro e trasparente nei confronti dei tifosi, senza fondi del Governo, i lavori di restyling del Dall’Ara difficilmente partiranno. Come tante altre opere pensate prima del Covid, anche l’operazione Dall’Ara ha subito rincari. L’iter amministrativo non è ancora completato, manca poco: ma il problema è soprattutto economico”.
Stando ad una prima stima al Bologna mancano circa 50 milioni per avviare i lavori: “Senza strumenti di supporto finanziario che arrivino dal Governo, in vista degli Europei 2032, sarà difficile pensare di poter concludere il progetto”.
Parole che ripercorrono quelle pronunciate nella primavera del 2022 da Kyle Krause (leggi qui) quando durante una conferenza stampa in Comune disse che “abbiamo anche l’opportunità unica di avere la disponibilità dei fondi del Pnrr per progetti di questo genere”. Parole cadute nel vuoto (il Pnrr non ha finanziato la ristrutturazione degli stadi) ma che tornano d’attualità in questi giorni, soprattutto dopo l’ammissione di Fenucci il quale ha ribadito il concetto che senza fondi pubblici il restyling dello stadio Dall’Ara non si farà.