La magia che in pieno recupero ha steso al tappeto l’organizzatissimo Pordenone e rilanciato il Parma, diffonde ancora pensieri positivi e benessere psicologico, all’interno dei tifosi e tra lo spogliatoio. Tanto che, la maglia di Calaiò, quella della rovesciata da cineteca, da oggi entra di diritto nel Museo del Parma inaugurato sabato scorso.
Alla ripresa degli allenamenti, è stato proprio Emanuele Calaiò ad inaugurare la settimana, nella sala stampa del Centro Sportivo di Collecchio. Il mago crociato è ancora raggiante per la prodezza di domenica sera: “E’ stato il mio 160^ gol in partite ufficiali tra i professionisti. Sono numeri davvero importanti, ma solo finché la squadra vince. Per i tifosi e per noi qualche sofferenza in meno è meglio. Allo stesso tempo, però, è sempre bello vincere le partite così. Significa che siamo una squadra con carattere e volontà”.
L’attaccante palermitano torna indietro, al pareggio di Venezia: “Dopo il furto di Venezia, pareggiare o perdere domenica con il Pordenone sarebbe stato davvero brutto. L’atteggiamento è l’aspetto più importante. Siamo strafelici, perché la vittoria ci dà morale. Una gara vinta in questo modo, può essere un crocevia, anche se ci sono tante tante partite ancora da giocare ed è presto per dirlo”.
La strada è tracciata: “Nel girone di ritorno dobbiamo fare più punti rispetto all’andata. Il tempo passa e serve accelerare, soprattutto ora che siamo in buona condizione.
Poi Calaiò, stimolato dalle domande dei giornalisti, torna sulla rovesciata di domenica. E la descrive così: “Quella palla al 92′ l’ho annusata e l’ho sognata. In quel momento, sapendo che è un colpo che ho nel mio repertorio, non mi sembrava vero. Sono un po’ pazzerello. Faccio le cose che mi vengono e mi piacciono. Quelle difficili. Non ci ho pensato due volte”.
Elogi per mister D’Aversa, che da quando è arrivato sulla panchina del Parma non ha mai perso: ” Il mister, in questi due mesi, è stato bravissimo a gestire la squadra e a migliorare sia le lacune in campo che quelle mentali. Non eravamo sereni. Era dall’inizio della stagione che avevo detto che con i nomi non saremmo arrivati da nessuna parte. Qui, in Lega Pro, serve l’ignoranza giusta. In questo momento si vince perché pareggiano l’intensità e la decisione che hanno i nostri avversari. Solo così, se pareggiamo l’atteggiamento con gli avversari, emergono le nostre qualità. E’ un campionato strano, l’Ancona all’89’ prende un gol assurdo e perde col Venezia. La nostra squadra, ora, ha una maturità davvero importante”.
Crederci fino alla fine: “Sono venuto qui a Parma con l’idea di sposare un progetto importante. Ho firmato un triennale con una società gloriosa, in una città importante. Non potrei chiedere di meglio. La mia felicità non deriva dall’essere l’idolo della settimana. Il gol per me conta relativamente. Se la squadra vince con doppietta di Frattali, a me va bene così. A 34 anni credo di non dover dimostrare nulla a nessuno. Voglio solo portare la mia esperienza a disposizione della squadra. Sono felice di aver dato una gioia ai tifosi e al gruppo, dal mister a tutto lo staff. Dobbiamo credere al primo posto fino alla fine. La mia maglia nel Museo del Parma è un’emozione che mi porterò dentro sino alla fine della mia carriera”.
Infine il mercato: “Il Parma ha una rosa ampia. Sono arrivati giocatori importanti. La forza della squadra deve essere il gruppo. Chi non gioca deve mettere in squadra un clima di competizione capace di far rendere tutti. Il mister non guarda in faccia a nessuno. Nunzella e Mazzocchi, domenica, per esempio, sono entrati benissimo in partita dalla panchina”.
(Nella foto di Stadiotardini.it la spettacolare rovesciata di Emanuele Calaiò che ha deciso in pieno recupero la sfida di domenica contro il Pordenone)