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Parma Hellas Verona 2 3 16a giornata Serie A 2024 2025 Nicolas TRabucchi abbracciato dal presidente Kyle Krause

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Il futuro parla parmigiano: Trabucchi e quella voglia matta

©Foto: Lorenzo Cattani

Il futuro parla parmigiano: Trabucchi e quella voglia matta

«Il futuro inizia oggi, non domani». Il Parma guarda al presente con la consapevolezza di fare la differenza nei giorni che verranno ed è, per questo, che il presidente Kyle Krause si affida ai giovani. L’ultimo, in ordine di arrivo, è Nicolas Trabucchi.

Un giovanissimo parmense, che a soli 17 anni, 3 mesi e 28 giorni ha compiuto il necessario e grande passo per trasformare il sogno di ogni bambino in concreta realtà: la prima convocazione in Serie A. La partita contro l’Hellas Verona non l’ha giocata: l’ha vista soltanto da bordocampo, seduto su una panchina da cui, tuttavia, si sarebbe potuto alzare da un momento all’altro, vista l’emergenza. Incoraggiato nel riscaldamento anche da KK in persona, la pazza idea alimentata da una «voglia matta» di giocare, anche solo per 1’, davanti al pubblico amico non lo avrebbe spaventato. Tutt’altro. Pecchia non avrebbe sottratto al suo ex vice (ai tempi del Verona) Corrent il capitano della formazione Primavera, se non fosse stato ritenuto pronto per lavorare a stretto contatto con Delprato e compagni.

Nicolas Trabucchi ai tempi dei primi calci con il Lemignano

Nicolas Trabucchi ai tempi dei primi calci con il Lemignano

Classe 2007, collecchiese di residenza e ancora sprovvisto di patente (se ne riparlerà dopo il 18 agosto, data del suo compleanno), Trabucchi da otto stagioni sta crescendo sotto l’occhio vigile del Parma, che decise di acquistarlo nella stagione 2017/2018 dall’ASD Lemignano 1988 dove aveva iniziato a tirare i primi calci: «Partiva da Madregolo insieme al fratello più grande per venire a vedere gli allenamenti: a 4 anni era lì, dietro la rete – ci racconta Sauro Barbieri, presidente, allenatore e “anima” del sodalizio biancoblù, da un paio di stagioni non più presente in FIGC LND –. Scuriosava da tutte le parti. Poi, è venuto l’anno buono e ha incominciato a giocare. Di quel gruppo di 2007 in tre andarono al Parma: lui aveva le caratteristiche migliori».
Barbieri lo descrive come un difensore centrale di “una volta”, particolarmente abile nel fondamentale della conduzione del pallone: «A quell’età così tenera è difficile far arrivare il pallone in attacco. E così, visto che era il bambino con maggiori qualità tecniche lo avevo messo a giocare in difesa: da centrale ha fatto un sacco di gol partendo palla al piede. Ne ricordo uno in particolare contro l’Astra, li aveva saltati tutti. Ci siamo divertiti 3-4 anni: merito suo. Poi lo abbiamo mandato al Parma ed è decollato» ricorda.

La forza di volontà, la competitività e il desiderio di “accarezzare” il pallone con il suo piede destro non gli sono mai mancate. E la chiamata della prima squadra è stata una naturale conseguenza di quanto dimostrato nell’ultimo anno e mezzo diviso tra Under 17, Under 18 e Under 19 crociate (35 presenze con 1 gol e 1 assist). «Disponibile, corretto e disciplinato, con una voglia matta di giocare. Un ragazzo straordinario, senza grilli per la testa» è il ritratto che esalta le qualità di Nicolas che, secondo il suo primo allenatore, ha avuto la fortuna di avere alle spalle una «famiglia di persone umili e per bene. La mamma e il papà, a volte, non lo andavano neanche a vedere a giocare: mai una pressione, mai niente. Sono convinto che il “disinteresse” dei genitori sia la fortuna dei ragazzi».

Se talento e bravura saranno dalla sua, Trabucchi potrà diventare il nuovo golden boy parmigiano. Sulle orme dei concittadini Corvi e Circati, un altro talento locale del vivaio ha trovato un (piccolo) posto nella squadra della sua città e nel cuore dei tifosi, che lo adotteranno quando sarò il momento di piede in campo. Chissà che non succeda già nella prossima trasferta di Roma contro i giallorossi: con gli infortuni di Valenti e Osorio, uniti alla lungodegenza di Circati, uno spazio in panchina dovrebbe esserci ancora. E Trabucchi sarà pronto a rispondere presente, accompagnato da quella «voglia matta» di giocare e mostrare a tutti per la prima volta la sua maglia numero 63.

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