Poteva andare peggio. L’espulsione di capitan Lucarelli, una grave ingenuità (due gialli in 11 minuti), ha modificato sensibilmente il canovaccio di una partita che anche in parità numerica ha offerto uno spettacolo al di sotto della sufficienza. Ma va bene così, perché queste sono partite che è più facile perdere che pareggiare. Giocare in 10 uomini per quasi un’ora di gioco non è affatto semplice, oltre a scombinare tutti i piani della vigilia. Per questo il punto odierno è un buon punto, indipendentemente dai risultati di domani delle altre pretendenti alla serie A.
La partita non ha offerto una grande spettacolo. E’ stato il festival dello sbadiglio: poche, pochissime occasioni da gol, tanti falli e ammoniti (7 in tutto), gioco frammentato e nervosismo. Per i crociati è il quarto pareggio di fila, il terzo 0-0 consecutivo. E’ l’ennesima conferma che lì davanti manca un attaccante di peso. La sosta e il mercato dovrebbero colmare questo vuoto. Intanto c’è da godersi il primato della miglior difesa del campionato con soli 17 gol subiti; uno dei punti di forza di D’Aversa, la base su cui costruire un grande castello dorato.
Lo Spezia ha dimostrato di essere una squadra tosta e scorbutica, che sa provocare l’avversario. Ma è mancato di soluzioni e idee offensive, malgrado il potenziale offensivo. Comunque, quello odierno è il quarto risultato utile consecutivo per la squadra ligure. Un demerito che si trasforma in merito per il Parma e la sua difesa. E pensare che al 14’ del secondo tempo prima Scozzarella e poi Baraye (se mpre nella stessa azione) hanno avuto due occasionissime per sbloccare la partita, ma come spesso è successo nell’ultimo periodo ai crociati mancano gli occhi della tigre.
Ora spazio alle vacanze e al calciomercato. Al ds Faggiano il difficile compito di colmare le lacune e consegnare a D’Aversa quei rinforzi necessari per fare il definitivo salto di qualità.

(Foto di Lorenzo Cattani)