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La conferenza di Ferrari, il calcio tritatutto e le logiche dell’ambizione

La conferenza di Ferrari, il calcio tritatutto e le logiche dell’ambizione

Scelta dolorosa ma necessaria. E’ questo il concetto principe della conferenza stampa di questa mattina a Collecchio del vice presidente Marco Ferrari. Scelta che, aggiungiamo noi, ha un alto rischio di impopolarità, visto lo spessore dei personaggi licenziati in blocco ieri, compreso il presidente Scala.

Le parole di Ferrari fanno chiarezza sulla decisione presa ieri pomeriggio, certo, ma lasciano irrisolti alcuni dubbi, contraddizioni e punti interrogativi. Nella sostanza, Apolloni e “soci” non pagano tanto la mancanza di risultati, perché in fondo la vetta della classifica dista “solo” 4 punti, quanto la mancanza di evoluzione nel gioco espresso dalla squadra e soprattutto una campagna acquisti sontuosa ma incompleta, che ha intristito il pubblico del Tardini e ridimensionato l’entusiasmo della piazza. Se mi passate il termine, è solo un problema estetico e di adeguatezza alla categoria in cui si trova il Parma. A meno che dietro questo terremoto non ci siano litigi e pugni sbattuti sui tavoli che di colpo hanno fatto saltare il banco, soprattutto dopo la riunione di ieri sera al Tardini in cui erano presenti Apolloni, Minotti, Galassi, Ferrari e l’ad Carra; un’ipotesi, quest’ultima, che non sembra trovare conferma nelle parole di Ferrari, piuttosto in quelle dei licenziati, contenute nella lettera inviata ieri sera alle redazioni dei giornali.

Concetti che sono ben lontani da quelli espressi da Scala nel suo famigerato sport di “calcio biologico”, eppure le regole del calcio moderno non lasciano spazio a strade alternative, tanto da mietere vittime che fino a ieri erano considerate intoccabili. Tra l’altro, nelle prossime ore, anche altri nomi, meno illustri dei primi, potrebbe decidere di dimettersi, tra questi alcuni componenti dello staff tecnico, da sempre fedelissimi di Apolloni e Scala (il preparatore dei portieri Ermes Fulgoni ha deciso di restare).

Con una fitta allo stomaco ora il Parma e la sua proprietà (sabato scorso i 7 soci del Parma Calcio 1913 erano tutti in tribuna al Tardini) dovranno proiettarsi nel futuro, senza perdere troppo tempo, perché il calcio moderno è una spaventosa macchina tritatutto. La soluzione Morrone-allenatore (sarà lui a guidare la squadra nella trasferta di Ancona) è un tappabuchi provvisorio, ma quasi certamente bisognerà aspettare l’inizio della prossima settimana per conoscere i nomi che comporranno il nuovo staff tecnico e dirigenziale. Oggi all’ingresso del centro sportivo di Collecchio alcuni irriducibili romantici hanno appeso uno striscione con su scritto: “Solo e sempre Hernan Crespo”. Di sicuro il nome del bomber argentino è nella lista dei contatti di Ferrari, ma la scelta sarà strettamente legata al nome e all’esperienza del nuovo direttore sportivo. Ed è proprio la parola “esperienza” la chiave di lettura del futuro immediato: “Cerchiamo una figura di esperienza” ha detto il vice presidente crociato. Se così fosse allora il nome di Crespo passerebbe in secondo piano, superato da nomi di assoluto prestigio per il calcio italiano e parmigiano: il “sogno” Guidolin, il saggio Reja, l’offensivo Delio Rossi.

Nomi importanti che pesano in modo preciso le ambizioni della proprietà crociata: bisogna vincere subito, ad ogni costo! Nomi che suonano come bombe a orologeria ma che non devono distogliere l’attenzione dal campo, dall’obiettivo dichiarato a basso voce che è il ritorno in serie B, e dalla trasferta di sabato ad Ancona. Già, il campo: il luogo dove i giocatori mettono o cercano di mettere in pratica il lavoro della settimana. Il mega ribaltone di ieri è anche un messaggio a loro: ora siete con le spalle al muro e non ci sono più scusanti. Il miele e lo champagne sono finiti (curiosità: ieri Scala ha offerto una bottiglia alla squadra per festeggiare il suo 69esimo compleanno, poche ore prima che si scatenasse il caos). Il Parma deve tornare a comandare e divertire, una “battaglia” che miete vittime ed espone tutti a rischi pericolosi, perché in caso di “fallimento” finale, cioè mancata promozione, il ribaltone di ieri avrà un sapore ancora più aspro, anzi acido. Comunque, avanti il prossimo.

 

(Nella foto il vice presidente del Parma Marco Ferrari durante la conferenza stampa di oggi al Centro Sportivo di Collecchio)

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