Il romanzo del derby ha un finale strabiliante, contornato da cori festanti e fuochi d’artificio. Un paradiso pallonaro a tinte gialle e blu. Il Parma sbanca Reggio e in un solo colpo cancella le amarezze e delusioni della prima parte della stagione. Gli eroi di questo freddo e ghiacciato lunedì sera sono Giorgino e Baraye, due reduci della straordinaria cavalcata che lo scorso anno ha portato il Parma tra i professionisti. Due killer che hanno colpito e affondato un avversario partito a mille, carico come una molla, ma che non ha saputo sopportare il peso di una sfida importante, davanti a 20mila spettatori, in un clima da serie A, tra sfottò, insulti e cori storici che hanno colorato un derby che mancava da 7246 giorni.
Ha vinto la squadra più matura, quella che ha saputo dosare le tensioni della vigilia, compreso l’agguato al pullman che trasportava i giocatori del Parma; ha vinto la squadra più cinica e quadrata; ha vinto la squadra meno accreditata alla vigilia, perché 6 punti di distacco in classifica erano tanti e i problemi tattici e tecnici dei crociati erano sotto gli occhi di tutti. Eppure il derby ha azzerato tutto e chissà che non sia questo il trampolino di lancio verso nuovi orizzonti, cioè verso la vetta della classifica.
Il Parma visto in campo oggi diffonde un certo ottimismo, anche se il gioco è ancora troppo frammentato, ma la mano di D’Aversa, che per la prima volta ha avuto una settimana intera per preparare la gara, si è vista eccome. Gli esterni spingono, la difesa concede poco e nulla, i centrocampisti fanno entrambe le fasi (difensiva e offensiva) con la stessa disinvoltura e, soprattutto, questa squadra non butta via un pallone e non si affida più al lancio lungo come avveniva sotto la gestione Apolloni. Insomma, è un Parma che comincia ad avere un’identità, che sa cambiare pelle durante la partita, tant’è che D’Aversa è partito con il 4-3-3 poi gli infortuni (Benassi e Lucarelli) e il forcing della Reggiana lo hanno “costretto” a passare al 3-5-2 (Zommers ha compiuto solo due parate impegnative, poi solo normale amministrazione).
Il 2-0 finale è meritatissimo, anche se i due gol sono arrivati con i primi due tiri nello specchio della porta. Baraye è un killer prezioso che sta crescendo e sbocciando col passare delle domeniche, che garantisce profondità e imprevedibilità; la spalla ideale di Calaiò, forse l’unica nota negativa della serata; l’ex bomber dello Spezia, infatti, continua a girovagare su tutto il fronte offensivo senza mai riuscire a trovare la porta. Dettagli di una vittoria che ridisegna la storia e regala un Natale fantastico a tutti i tifosi del Parma, in particolare a quei 3mila che hanno invaso e colorato il Mapei Stadium. Uno spettacolo nello spettacolo. Il Parma è tornato grande, almeno per una serata. Alla classifica e a tutti gli altri discorsi di natura tecnico-tattica ci penseremo domani.