Mancanza di personalità e intensità, mancanza di compattezza ed equilibrio. Non c’è autostima. Il modulo non c’entra. Bisogna lavorare di più in settimana. Tutti concetti snocciolati da mister D’Aversa durante la conferenza stampa di ieri al Tardini, dopo l’ennesima figuraccia. Per rivedere l’intera conferenza cliccare nel video in fondo alla pagina. Parole che questa volta non intendiamo riportare, tanto sono sempre le stesse dell’ultimo periodo. Triste monotonia.
Quello che ci preme scrivere e spiegare al signor D’Aversa è tutt’altro. Ci riferiamo alle continue stilettate che il tecnico manda alla stampa locale e non, complice a suo dire, di dare troppo spazio e importanza al caos verificatori dopo Parma-Ancona. Una partita su cui stanno indagando Procura della Repubblica, Carabinieri, Viminale e Figc; prima o poi qualcosa si saprà, in un senso o nell’altro. Speriamo sia solo una bolla di sapone; chiaro. Il punto, però, è un altro: la compattezza invocata da D’Aversa non è censurare le notizie o smontarle; o addirittura ignorarle. Negli ultimi 20 anni Parma è stata travolta da scandali di ogni tipo, dal crac Parmalat a quello del Parma Fc (ma in mezzo c’è molto altro), che hanno portato il suo nome in giro per il mondo, riempiendo pagine e pagine di cronaca nera e giudiziaria. Potendo anche contare sul colpevole e malefico silenzio di certa stampa locale (vedi gli eclatanti casi Parmalat e Parma Fc), che pur di fare “quadrato”, come dice D’Aversa, si è dimenticata di svolgere la propria professione, omettendo notizie che erano sulla bocca di mezzo mondo. Fare sistema o “quadrato” non vuol dire tacere. Di menzogne e fantasie ne abbiamo sentite tante, di ogni tipo: è bene che D’Aversa lo sappia.
Niente di personale contro il tecnico crociato, per carità, ma una doverosa puntualizzazione dopo settimane di veleni e strane supposizioni, come quella che chi parla di calcioscommesse non vuole il bene del Parma. Il dovere di un giornalista è riportare le notizie, dopo averle verificate. Se poi non ci saranno colpevoli per quel famoso Parma-Ancona saremmo tutti contenti e rilassati. Certo è che l’atteggiamento scandaloso della squadra, in campo, ha dato adito a mille dubbi. In primis ai tifosi presenti sugli spalti del Tardini e non certo a noi giornalisti.
I fantasmi non esistono e le favole si costruiscono anche con la censura. Ripeto, nulla di personale contro un allenatore che stimo e apprezzo per le sue idee e il suo modo di fare calcio. Ma un atto dovuto, dopo che in questi anni ho visto e ascoltato una vagonata di stronzate (vedi Manenti) che poi sono sfociate nel penale, con la complicità della stampa silenziosa che ha impiegato un nano secondo ad abbandonare la barca che affondava per salire sul carro dei vincitori. In conclusione, non è con il silenzio che si costruisce la compattezza, bensì con il dialogo, la trasparenza e la fiducia reciproca.