Sono già passati 15 anni da quel tragico 11 novembre 2017 quando perse la vita l’ultras della Lazio Gabriele Sandri (il Gabbo), ucciso sull’autostrada A1, nei pressi della stazione di servizio di Badia al Pino (Arezzo), da un proiettile fuoriuscito dalla pistola dell’agente di polizia Luigi Spaccarotella (poi condannato).
Un fatto di cronaca che sconvolse il mondo del calcio italiano, compresi i Boys 1977, lo storico gruppo ultras parmigiano che vanta una forte amicizia con i “colleghi” laziali.
Il ricordo di quel giorno nelle parole dei Boys: “Stava per iniziare Parma Juve, nel piazzale ancora deserto del Tardini, la voce disperata di un ultras laziale al telefono ci gela il sangue. ‘Non credete a quello che dicono in tv Gabriele è morto perché gli ha sparato un poliziotto’. Decidiamo immediatamente di non fare la coreografia prevista, di non tifare e di non esporre gli striscioni che da 40 anni ci rappresentano, in segno di lutto e di rispetto.
Sintetizziamo il nostro stato d’animo nello striscione ‘la morte è uguale per tutti’, striscione già visto negli stadi italiani, 14 anni prima, dopo la morte di Celestino Colombi a Bergamo, su proposta degli Irriducibili della Lazio, molte tifoserie esposero lo striscione ’10-1-93 la morte è uguale per tutti’.
Due ragazzi dei Viking (ultras della Juve, ndr.) ci raggiunsero nel piazzale per dirci che quella non era la giornata giusta per scontrarsi, gesto di mentalità apprezzato da parte nostra. Partiamo in corteo dal Bar Gianni e davanti allo stadio esponiamo alla polizia lo striscione ‘La morte è uguale per tutti”, praticamente al fianco degli ultras juventini, per poi portarlo in Curva Nord. Dopo il funerale alla Balduina, partecipato da ultras di tutta Italia, il calcio non si fermò e la domenica dopo c’era Lazio-Parma.
Ci presentammo all’Olimpico con il solo “Ciao Gabriele”, entrando 15 minuti dopo come tutto il popolo Laziale, partecipando al loro dolore fino al novantesimo.
Nel girone di ritorno, la trasferta di Torino segnerà definitivamente il destino dei Boys, con la morte del Bagna mentre andavamo a giocare a Torino. La partita fu sospesa, tornammo indietro dall’autogrill di Asti, ad aspettarci in sede i nostri amici in lacrime. La domenica dopo al Tardini arriva quindi la Lazio e i ragazzi della Banda si presentano nel settore ospiti con lo striscione “Ciao Matteo salutaci Gabriele” partecipando anche loro al nostro silenzio e al nostro dolore. Da qui nasce il rispetto tra la nostra tifoseria e quella Laziale: avere vissuto certe situazioni ti fa comprendere meglio quelle passate dagli altri”.