E’ nata ufficialmente “Parma 1913”, la società che fa capo alla cordata di noti imprenditori locali che dopo un lungo periodo ha deciso di ri-appropriarsi della squadra della propria città, ripartendo dalla serie D (o Lega Pro in caso di ripescaggio). Questa mattina presso il notaio Giulio Almansi è stata posta la prima pietra del “castello” con le firme di Guido Barilla, e di tutti gli altri imprenditori coinvolti (Dallara, Del Rio, Gandolfi, Malmesi, Pizzarotti e Rolli), compreso il promotore dell’iniziative Marco Ferrari. Tutti insieme compongono la newco1 (come spiegato nei giorni da Sportparma), ma a breve ci sarà anche la newco 2 composta da sponsor e soprattutto dall’azionariato popolare che nelle ultime ore avrebbe superato le 100 adesioni (quote da 500 euro). Il passaggio successivo sarà la richiesta di affiliazione alla Figc; a metà settimana probabile conferenza di presentazione.
Intanto dopo la conferenza fiume di sabato scorso e il weekend di riflessione, la famiglia Corrado ha deciso, un po’ a sorpresa, di andare avanti con il progetto Parma, pur non potendo disporre dello stadio Tardini. Ma su questo’ultimo punto sono spuntate indiscrezioni in senso opposto. COme riferito da Teleducato, infatti, domani in Comune potrebbe esserci un incontro tra l’assessore Marani e Corrado. Possibile apertura? “Magico Parma non rinuncia a proseguire con il suo progetto – ha tuonato Giuseppe Corrado su Facebook – nonostante tutti i tentativi ripetuti di intralcio. Arriveremo fino in fondo. Presenteremo la richiesta per il titolo sportivo alla FIGC in ogni caso. Se non ci permetteranno di disporre del Tardini richiederemo l’affiliazione con la disponibilità di un altro campo di gioco omologato. Andremo avanti per permettere a chi ci sostiene di non essere deluso e di poter verificare la realtà delle cose. Basta malintesi e facile ironia: Magico Parma e’ ispirata da principi di trasparenza , onestà e rispetto. Se non vinceremo saremo comunque riusciti a far arrossire di vergogna chi avrà vinto attraverso parzialità non edificanti“.
Insomma, ancora una volta la partita sul futuro del Parma si gioca su due tavoli differenti.