Il mondo del calcio ha digerito un altro boccone amaro: tutto fermo fino al 3 maggio, così ha deciso il governo Conte. D’altronde l’emergenza coronavirus continua a fare vittime e a tenere in scacco il Paese, calcio compreso, anche se il mondo pallonaro sembra vivere su altri pianeti, con ipotesi e supposizioni che ieri sono state spazzate via in un solo colpo. Nioente allenamenti, niente partite, niente stadi. Niente di niente. La situazione non consente di abbassare la guardia, Lotito e tutti gli altri presidenti pro-ripresa se ne facciano una ragione.
A chiudere definitivamente l’argomento ci ha pensato il numero uno della Fifa, Gianni Infantino: “La vita conta delle persone conta più del calcio. La nostra prima priorità, il nostro principio, quello che useremo per le nostre competizioni e che incoraggiamo tutti a seguire, è che la salute viene prima di tutto. Nessuna partita, nessuna competizione, nessuna lega vale la pena rischiare una singola vita umana. Ognuno nel mondo dovrebbe avere questo concetto molto chiaro nella sua mente. Sarebbe più che irresponsabile costringere le competizioni a riprendere senza il 100% della sicurezza. È meglio aspettare un po’ di più che correre rischi, se dovremo aspettare lo faremo”.