La teoria sulle nuove regole del fuorigioco è stata illustrata ieri a Milano con video e spiegazioni, ma giocatori e allenatori di serie A aspettano di vedere come sarà applicata. Assolutamente chiari sono stati invece gli avvertimenti che il presidente degli arbitri Marcello Nicchi e il designatore Stefano Braschi hanno sconsigliato ai calciatori i falli violenti e le proteste.
Dalla prossima stagione “ogni atto volontario, deliberato, da parte del difendente nel tentativo di prendere il pallone, rimette, fatto salvo un elenco definito di eccezioni, in gioco l’attaccante, a prescindere da come si concluda la giocata stessa”, è la spiegazione tecnica della norma illustrata nelle scorse settimane dalla Federcalcio anche attraverso un video. Tra le eccezioni sono previste le respinte dei portieri, i cui interventi sulle conclusioni non rimetteranno in gioco gli attaccanti in off-side al momento della prima conclusione e il ‘deliberate savè, ovvero quelle azioni finalizzate a salvare un gol da parte del portiere e degli altri calciatori in campo. È rimasto però qualche dubbio ad alcuni calciatori dopo la riunione di ieri a Milano (per il Parma erano presenti Donadoni e capitan Lucarelli), a cui hanno partecipato anche il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, quello della Lega di serie A Maurizio Beretta e quello dell’Assocalciatori Damiano Tommasi. Al di sotto di una certa distanza (1,5-2 metri), infatti, il giocatore in attacco non può essere rimesso in gioco perchè si considera che disturba quello che difende. Solo la pratica dirà con quale precisione arbitri e guardalinee riusciranno a valutare quella distanza.
“L’incontro è andato molto bene, è stato un confronto tecnico utile a dare un avviso ai naviganti – ha detto Nicchi -. Abbiamo raccomandato di pensare solo a giocare, i giocatori devono evitare i falli cattivi, e tutti le proteste”.