Un pareggio di rigore ma con tanti rimpianti (due pali). Il Parma incarta un pareggio tirato e sofferto e, complice il pareggio interno dell’Altovicentino, mantiene intatto il distacco sulla seconda in classifica (+9). Le tante assenze (sei) per squalifiche e infortuni hanno sicuramente condizionato la prestazione generale dei crociati che nel primo tempo hanno giocato a singhiozzo, evidenziando limiti che poche volte avevamo visto in questa stagione. Forse anche a causa delle scelte iniziali di Apolloni che ha schierato la squadra con il 4-3-1-2, affidando a Lauria il ruolo di interno destro di centrocampo (scelta fallimentare) e a Sereni quello di trequartista alle spalle della coppia Musetti-Baraye. Due scelte che non hanno convinto e che hanno privato la squadra del giusto apporto sulle fasce, soprattutto in fase offensiva.
I cambi della ripresa (Melandri per Lauria, Mazzocchi per Sereni e Guazzo per Musetti) hanno cambiato l’inerzia della gara e il volto del Parma, passato al 4-2-3-1, il modulo che fino ad oggi รจ sembrato piรน congenito alle caratteristiche della rosa a disposizione del tecnico. Fatto sta che, dopo un primo tempo avaro di occasioni (il portiere Dini si oppone alla grande a due conclusioni di Messina e Baraye), arricchito da un palo di Musetti, la ripresa รจ stata tutta un’altra musica, anche se รจ il San Marino a gelare il Tardini, dopo un ingenuo fallo di Ricci su Baldazzi; Olcese segna dal dischetto con un cucchiaio che beffa Zommers, il quale poco prima aveva salvato il risultato con un paratona su un destro sempre di Olcese. Questo episodio carica a mille il Parma che si riserva nella metร campo del San Marino e comincia a tramortirlo di colpi, fino al rigore di Corapi, concesso dopo una trattenuta di Loiodice su Messina. Finisce 1-1, rimpianti e una buona dose si sfortuna, ma anche la certezza che il serbatoio della benzina sta per entrare in riserva.
(Nella foto la coreografia della curva nord in occasione dell’ottavo anniversario della morte del tifoso Matteo Bagnaresi)