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Ciclismo

A Sala Baganza il ricordo di Alfredo Martini. Cassani: “Per me è stato un secondo padre”

A Sala Baganza il ricordo di Alfredo Martini. Cassani: “Per me è stato un secondo padre”

Ad una serata così avrebbe fatto di tutto per esserci. Pane, amici e ciclismo, il massimo per chi ha fatto della vita in bicicletta un mestiere prima da corridore e poi da commissario tecnico finendo per essere un ambasciatore nel mondo dello sport in generale. Ne siamo convinti tutti, lui – Alfredo Martini, maestro per conto di una missione chiamata ciclismo – non sarebbe mai mancato ad un evento simile.
Ed in realtà il cittì per definizione era ben presente lunedì 9 febbraio alla serata voluta in suo onore a Sala Baganza (PR), tenutasi presso la suggestiva Sala Convegni della Rocca Sanvitale ed organizzata a braccetto dal Comune di Sala, dalla sezione parmense dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport e dalla Guareschi Group per ricordare a tutto tondo la figura del tecnico toscano, scomparso a 93 anni lo scorso 25 agosto.
Dalla commozione all’emozione, il passo è breve per ognuno dei presenti, a cominciare da chi Alfredo Martini lo ha conosciuto in profondità per una vita intera a chi ne ha giovato dei suoi insegnamenti in campo professionistico. La storia è dalla sua parte, il suo ricordo è indelebile per chiunque abbia masticato ciclismo, peccato solo per la totale assenza di giovani alla serata, perché un personaggio come lui andrebbe fatto conoscere alle nuove leve, quelli che studiano per diventare uomini e corridori.
I video che scorrono rendono merito a ciò che è stato Martini ma sono le parole quelle che fanno la differenza e l’intervento del suo erede naturale, l’attuale c.t. azzurro Davide Cassani, è piuttosto sentito: “Alfredo è stato il commissario tecnico. Mi ha dato nove maglie azzurre, si è distinto per la sua saggezza e non è mai stato in difficoltà quando doveva mettere d’accordo tanti campioni, riuscendoci bene. Ho imparato tanto da lui, per me è stato un secondo padre, ero orgoglioso del ruolo di portavoce che avevo per lui, mi prendeva come punto di riferimento in gruppo e anche prima dei Mondiali si confrontava spesso con me, soprattutto nei miei ultimi anni da professionista. Tutto ciò mi è servito tanto. Quando il 4 gennaio dell’anno scorso sono diventato c.t. a casa sua e lui era più felice di me perché mi ha visto crescere nel vero senso della parola. Ho il grande rimpianto di non essermi fatto vedere da lui sulla sua ammiraglia agli ultimi Mondiali, mi sarebbe piaciuto tanto perché ne sarebbe stato orgoglioso, magari un po’ meno del risultato finale, però se vado a vedere il primo Mondiale di Alfredo, il miglior azzurro si piazzò undicesimo, quindi più o meno siamo sulla stessa linea. Il problema è che poi lui ne vinse tanti e già al terzo tentativo (in Venezuela a San Cristobal con Moser nel 1977, ndr) conquistò l’oro, spero di imitarlo presto. È certamente un mio punto di riferimento, cerco di essere autorevole e non autoritario come era lui, spiegare le cose senza urlare e quando qualcuno commette degli errori farsi carico di tutto quello che non va, accettare e prendersi tutte le critiche ma salvando sempre il corridore. Ho tante affinità nel percorso che ha avuto lui nel ciclismo, molti mi associano ad Alfredo e per me è un grande onore. Lui ha sempre pensato che un giorno avrei preso il ruolo che è stato suo per 24 anni”.
Tuttavia se parliamo di vita non si può non fare il gioco di parole con Franco Vita, amico, autista e confidente di Martini, che lo ricorda col sorriso limitando gli aneddoti: “Avrei tanto da dire, sono stato con lui dal 1968 fino alla sua morte, in pratica ho vissuto più con Alfredo che con mia moglie, che mi ha sempre ripetuto che siamo stati davvero bravi a sopportarci a vicenda per durare così tanto. Piuttosto devo riconoscere con immenso piacere che questa è la prima volta che viene dedicata una serata interamente ad Alfredo da quando non è più con noi, nemmeno nella sua Toscana l’hanno fatta. Un applauso e un grazie di cuore agli amici di Parma, città e provincia in cui Alfredo amava venire spesso”.
A ruota si infila anche Marco Mordini, altra persona legata indissolubilmente a Martini in qualità di segretario, uomo di fiducia ed ora gestore dell’appartamento-museo che porta i saluti e i ringraziamenti della moglie e delle figlie del tecnico toscano aggiungendo altri racconti inediti.
Il corollario dell’evento è stato completato dai tanti ospiti in platea, fra cui tutti gli ex professionisti parmensi (Claudio Torelli fu azzurro di Martini in due Mondiali) e dal tavolo istituzionale composto da Beppe Conti, Vittorio Adorni, Luciano Armani, Marco Pastonesi, Cristina Merusi (sindaco di Sala Baganza), Gabriele Carpena (assessore comunale allo sport) e Giuseppe Romanini (assessore provinciale) che a turno si sono succeduti nel ricordare il grande maestro Alfredo Martini. Uno che manca al mondo del ciclismo e che non si sarebbe mai perso una serata tra amici come questa.

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