Dieci anni oggi. Dieci anni in un minuto. Anzi meno, circa cinquanta secondi – 49”67 per la precisione – quelli che sono serviti ad Adriano Malori per vincere il 23 settembre 2008 a Varese la cronometro individuale del Mondiale U23.
Uno sforzo lungo 33,55 km: ultimo a partire, primo al traguardo – in 41’35”98 alla media di 48,839 km/h – per un trionfo che ancora oggi mette i brividi per come si è sviluppato sia durante la stagione sia durante la gara stessa. Un distacco importante quello rifilato al tedesco Patrick Gretsch (terzo l’anno successivo e già iridato junior a crono a Verona 2004) che fino a quel momento aveva il miglior tempo, e addirittura 1’04”36 all’australiano Cameron Meyer, altro specialista del tic-tac, che in carriera avrebbe poi conquistato nove medaglie d’oro in pista. Una giornata indimenticabile che aveva avuto già un viatico praticamente perfetto nelle prove contro il tempo: il 14 giugno a San Vendemmiano (TV) diventa Campione Veneto in maglia Filmop Bottoli (26,8 km ai 49 di media) davanti a Boaro e Bontorin, il 22 giugno a Montichiari (BS) vince il Tricolore (33,1 km ad oltre i 47 di media) battendo ancora Boaro e Oss, il 3 luglio a Stresa (VB) conquista l’Europeo (25,3 km volando ai 54 di media) faticando più del previsto per battere i russi Kritskiy (7”) e Ovechkin (21”) ed infine il 14 settembre in Francia domina l’indicativa premondiale Chrono Champenois (33,4 km ai 48 di media) sul tedesco Henig e sul finlandese Helminen.
In quella magica annata Malori conquisterà sette successi in totale compreso il Mondiale e le due gare in linea le centrerà nelle Marche – che da professionista quattro anni più tardi, a Porto Sant’Elpidio, gli regaleranno la maglia rosa: il 22 marzo il Trofeo Edilizia Mogetta a Sambucheto e il 19 agosto l’internazionale Città di Castelfidardo. Da quel 23 settembre 2008 – quarant’anni dopo la vittoriosa fuga iridata ad Imola di Vittorio Adorni – la carriera di Adriano Malori evolverà di fatto ogni dodici mesi: nel 2009 la maturità agonistica nel complicato mondo dei dilettanti (oro nella crono ai Giochi del Mediterraneo), nel 2010 il passaggio con la Lampre e l’eroica lanterna rossa al Tour de France (ultimo posto tutto infortunato), nel 2011 la prima vittoria da prof a Crevalcore e poi il Tricolore a crono, nel 2012 la maglia rosa al Giro, nel 2013 la conquista del Bayern Rundfahrt, piccola gare a tappe, unica del suo palmares, nel 2014 il trasferimento alla Movistar con la perla della crono di San Benedetto alla Tirreno-Adriatico lasciandosi dietro nell’ordine Cancellara, Wiggins, Martin e Dumoulin, poi la tappa in solitaria alla Route du Sud (unica sua affermazione nelle corse in linea), il secondo Tricolore a crono ed infine l’ultima frazione alla Vuelta (unico suo successo individuale nei grandi giri), nel 2015 la migliore annata col terzo Campionato Italiano contro il tempo e le medaglie iridate a Richmond guidando la sua Movistar al bronzo nella cronosquadre e soprattutto uno splendido argento nella prova individuale a soli 9” dall’oro di Kiriyenka.
A gennaio 2016, anno olimpico, l’evento che muterà la sua vita di atleta e di uomo, ma da quel tragico incidente fino ai giorni nostri, nei quali svolge l’attività di preparatore atletico, la storia la sanno tutti: meglio celebrare l’anniversario di un grande giorno per il ciclismo parmense e italiano, a firma di Adriano Malori.
Ciclismo
Mondiale Malori, oggi i suoi primi dieci anni
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