Correre al Tour de France e passare dalla lanterna rossa al numero rosso nell'arco di un anno significa essere diventati grandi, maturi, esperti e soprattutto combattivi.
Dodici mesi fa, in questo periodo, Adriano Malori si leccava le ferite di una brutta caduta, rischiando di abbandonare la corsa francese, ma forse lui stesso, in questo scorcio di professionismo, non se lo poteva minimamente immaginare di salire sul podio al Tour senza aver vinto una tappa o senza indossare una maglia di qualche classifica.
Già l’anno scorso aveva realizzato il suo sogno debuttando al Tour de France, la corsa della vita per un corridore, risultando subito il miglior italiano nel cronoprologo d’apertura a Rotterdam, ma essere premiato con il “numero rosso” di corridore più combattivo è qualcosa che va oltre il risultato, il piazzamento e anche la vittoria.
Per i francesi, dagli organizzatori alle migliaia di persone che ogni giorno si riversano sulle strade, è un riconoscimento molto sentito e di conseguenza molto ambito dagli stessi corridori che tentano l’avventura con fughe pazze o sensate, impossibili o razionali, improvvisate o programmate.
Sarà stato che ieri sera, con la sua Lampre-Isd, ha pernottato a Saint-Malo (Adriano è chiamato “Malo” appunto dagli amici), sarà stata la visione, nel paese normanno, della statua del corsaro Surcouf (che indica l’Inghilterra o forse, per il traversetolese, la strada per la gloria) ad ispirarlo o sarà stato che domani si parte da Le Mans che il buon Adriano, da amante delle auto, avrà sentito il bisogno di vivere una “24 ore” diversa, da protagonista assoluto, scaricando sulla strada tutti i cavalli del suo potente motore.
In programma c’era la tappa-pellegrinaggio di questa Grande Boucle, la più lunga con i suoi 226,5 km, e chissà cosa avrà pensato quando al mattino il cielo prometteva freddo, vento e secchiate d’acqua anziché un normalissimo sole di inizio luglio.
Chissà come avrà pensato di andare in fuga (“è la tua tappa Malo” gli avranno detto i compagni), chissà cosa avrà pensato quando, insieme ad altri 4, è evaso dal gruppo dopo soli 6 km di gara (“è il primo italiano che finalmente si fa vedere”, avranno notato i media), chissà cosa avrà pensato quando il vantaggio era oltre gli 11’, scendendo a 3’ nel giro di 40 km (“la tappa è ancora lunga, tieni duro Malo”, lo avranno rassicurato i suoi tecnici), chissà cosa avrà pensato quando ai –60 (vantaggio oscillante sui 2’30”) è rimasto in compagnia dell’olandese Westra che ha poi mollato ai –18 dall’arrivo, sfidando in solitaria il gruppo che rinveniva inesorabile (massimo vantaggio 38”) e concentrandosi quasi fosse una cronometro individuale (“vai a tutta, continua così”, lo avranno incitato dall’ammiraglia).
A 7 km dalla fine il margine di Malori è ancora di 30” con la pioggia che annaffia copiosamente le sue gambe che continuano a stantuffare con forza nella speranza lucida e disperata di alimentare un sogno che vale una vita.
Ma ai –2,7 km, all’inizio di uno strappo breve ma cattivo che porta al traguardo e dopo 218 km di fuga, tra gli scatti e le progressioni degli uomini di classifica (vincerà Boasson Hagen su Goss e Hushovd, sempre maglia gialla), svanisce tra gli applausi generali la sua straordinaria cavalcata, con la consapevolezza di poterci riprovare a breve perché, il combattivo Adriano “Malo” Malori, ha tutte le carte in regola che sa giocare molto bene.
7a tappa, 8 luglio 2011, Le Mans – Chateauroux 218 km
La carovana gialla si avvia verso la fine della prima settimana, scendendo verso il cuore della Francia, in una tappa di pianura che somiglia molto ad una di trasferimento in attesa delle prime salite di sabato e domenica sul Massiccio Centrale.
Probabile nuovamente un arrivo a ranghi compatti, con l’unica difficoltà e curiosità data dallo sprint intermedio valido per la maglia verde (quest’anno è cambiato il regolamento e valgono molto anche questi traguardi volanti) a 26 km dalla fine che costringerà le squadre dei velocisti a lavorare molto prima del previsto.
Sms di Malori alla fine della sesta tappa: ”Che giornata indimenticabile oggi!!!! Dalla gente che urlava il mio nome lungo le strade al brivido di salire sul podio del Tour!!! La fuga non era stabilita, mi avevano solo detto di stare un po’ attento in partenza, poi mi sono trovato davanti!! Resistendo altri dieci km da solo, facendomi oltretutto tanto allenamento per la crono in condizioni difficili, mi sono guadagnato anche il numero rosso di combattivo !!! comunque sapevo che sarebbe stato difficile arrivare al traguardo, sarei dovuto arrivare negli ultimi 3 km con almeno un minuto visto il finale ….. è stato un giorno duro ma fantastico, altro da dire non c’è!!!!!!! Ciao a tutti, a domani!!”