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Ciclismo

La prima settimana di Luca Dodi alla Vuelta: Essere qui è davvero bello

La prima settimana di Luca Dodi alla Vuelta: Essere qui è davvero bello

Quando il 4 maggio, proprio mentre si disputava la prima tappa del Giro d’Italia, rimontava in sella alla bici per la sua prima sgambata dopo la rottura del femore a dicembre, Luca Dodi non immaginava – e forse nemmeno sperava – che il 31 agosto avrebbe fatto un resoconto sulla sua prima settimana alla Vuelta di Spagna. E che settimana, e che Vuelta.

Già perché il passato è passato, sotterrato e il presente narra di un bel crescendo del 26enne colornese della Lampre-Merida che nel finale della 2a frazione si mette in mostra tirando forte – a favore del suo capitano Scarponi – verso il traguardo dell’Alto do Monte da Groba, per il primo arrivo in salita.

Ma è il giorno dopo che fa ancora meglio: il 26 agosto, nella Vigo-Mirador de Lobeira di 185 km, Luca evade subito dal gruppo in compagnia di altri 4 avventurieri (Ferrari della Caja Rural, Reynes della Lotto Belisol, Bessy della Cofidis e Urtasun dell’Euskaltel) e tutti assieme si bevono 145 km di fuga nella pianura galiziana, condita dall’immancabile vento atlantico.

La cronaca di quella tappa dice che il gruppo lascia il giusto spazio ai battistrada (massimo vantaggio 6’30”) tenendoli nel mirino e lasciandoli a “bagnomaria” in vista dell’ennesima bagarre su un arrivo in leggera ascesa: l’azione dei 5 fuggitivi infatti termina ad una quarantina di chilometri dalla fine e per loro non rimane altro che accodarsi e raggiungere il traguardo.

Una situazione che si verifica con una certa frequenza, soprattutto durante i grandi giri a tappe e che in tanti hanno più o meno vissuto, ma almeno per Dodi ha assunto un sapore speciale: “Me la sono cercata, anche se faceva parte dei piani tattici della squadra. E’ stato un piacere sentire il tifo lungo le strade, ma in realtà devo dire grazie a chi mi ha sostenuto durante la mia convalescenza – mamma e fidanzata su tutti – e soprattutto a mio padre Giuseppe, mio angelo custode (scomparso nel 2011, ndr), che da lassù si starà divertendo tanto nel vedere cosa sto facendo”.

Luca da allora ha sempre corso nel nome del padre e non vuole finire di farlo, anche se adesso c’è un’attualità che incombe (in questo finale di stagione vuole ottenere la riconferma alla Lampre): ”Essere qui è davvero bello, la Vuelta è una delle gare più importanti, dove tanta gente viene per vincere e per cercare la condizione per il Mondiale. Sia alle partenze che agli arrivi c’è sempre molta gente, che si fa sentire ed io durante questi giorni sto imparando tanto su come si lavora in un team di livello, grazie ai suggerimenti dei compagni di squadra, Scarponi in primis. La fuga della terza tappa è già la ciliegina sulla prima parte della torta, perché sono riuscito a farmi vedere, anche se nei giorni seguenti ho pagato lo sforzo. Però vorrei non fermarmi qui!”

La Vuelta sta entrando nel vivo e Luca Dodi vuole continuare con i suoi racconti.

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