Ciclismo
Luca Dodi, un gregario parmigiano alla Vuelta di Spagna

In valigia metterà tante maniche da rimboccarsi sperando di scambiarle, dopo 3 settimane, con qualche certezza e diverse conferme. Per Luca Dodi, in partenza per la Vuelta di Spagna (dal 24 agosto al 15 settembre) …
… sarà una valigia piena più di metafore che di divise da corsa, cosa che peraltro ha già fatto qualche giorno fa disputando l’Eneco Tour (dal 12 al 18 agosto) e mettendo tanto ritmo nelle gambe dopo il debutto stagionale del 27 luglio nella Clasica di San Sebastian.
Dalla Spagna basca a tutta Spagna passando per mulini a vento, dighe, cote e muri di Olanda e Belgio nel giro di un mese: al 26enne colornese della Lampre-Merida, messo nei pre-convocati per la Vuelta ad inizio agosto, la voglia di pedalare, faticare e riassaporare il clima agonistico non manca e l’infortunio sembra davvero un brutto e lontano ricordo.
“A San Sebastian – spiega Luca, alla sua prima grande gara a tappe – ho pagato la lunga inattività e dopo 170 km mi sono fermato, ma all’Eneco Tour ho mangiato tanto vento e tanto ciglio della strada e credo di essermi sladinato come una macchina che finisce un rodaggio. Lassù dopo tanta pianura, ventagli e stradine strette, dove si corre sempre con il coltello fra i denti, le ultime due tappe prevedevano prima alcune cote della Liegi-Bastogne-Liegi (l’arrivo era sulla Redoute, salita simbolo della classica vallone, ndr) poi i muri del Giro delle Fiandre, come Bosberg e Grammont (dove era posto il traguardo, ndr) e ho finito sentendo la gamba ancora buona. Le sensazioni sono state incoraggianti e spero di fare ancora meglio alla Vuelta”.
Il suo ruolo principale sarà quello di gregario (Scarponi e Ulissi saranno le punte della formazione blu-fucsia-verde), magari con licenza di fuga qualora la gara lo permettesse: “Intanto – racconta Dodi in tono scherzoso – so che non dovrò far cadere nessun mio compagno nella prima tappa (una cronosquadre di 27,4 km, ndr), però battute a parte, di certo non mi tirerò indietro per buttarmi in qualche azione di avanscoperta. Non ho ancora visto il dettaglio delle tappe, quindi non so se ci sarà spazio e terreno per le mie caratteristiche, ma so che ci sarà da faticare. E io sono pronto”.
Dai fiordi della Galizia al carosello di Madrid, ventuno tappe (una cronosquadre e una individuale), tanta montagna (l’interminabile passo pirenaico Port de Envalira sarà la vetta più alta con i suoi 2410 metri), undici arrivi in salita (il terrificante Angliru si scalerà alla 20a tappa) e due giorni di riposo per un totale di 3357,6 km: di respiro ce ne sarà poco, in tanti si danneranno sia per la “roja” (la maglia rossa) che per rifinire la condizione in vista del Mondiale, mentre Luca Dodi correrà rimboccandosi le maniche e per riportare a casa una valigia piena di certezze e conferme.
