Eccellenza gir. A
Annus horribilis Colorno: dopo 8 anni ripartirà dalla Promozione

Dopo 8 anni dall’ultima volta, nella prossima stagione il Colorno giocherà in Promozione: sarà la 10ª presenza nel secondo campionato regionale nella sua storia.
La 25ª partecipazione in Eccellenza si è conclusa nel più crudele dei modi, con i gialloverdi che hanno sperato di accedere almeno ai playout sino all’ultima giornata, persa nettamente contro la Vianese, non ancora certa di andare direttamente in finale playoff per via di un solo, carissimo, punto. Se si dovesse trovare il momento in cui la terra sotto i piedi di Crescenzi e compagni ha iniziato a tremare davvero, andrebbe identificato nel 92′ del match casalingo contro l’Arcetana, quando Messori segnava il gol del 2-3 costringendo il Colorno (che sprecava, poco prima, la palla del 3-1) a un filotto pieno da lì alla fine del campionato, mancato solo per il ko di Viano. Da quel 23 marzo, il destino dei rivieraschi non sarebbe più stato solo nelle loro mani: il triello prospettato con Rolo e Gotico Garibaldina ha visto sconfitti i gialloverdi, le cui preghiere non sono giunte sino a Fidenza. Nelle ultime 2 giornate, proprio Rolo e Gotico hanno battuto la Fidentina (ormai senza più chance di qualificazione ai playoff), rosicchiando ciascuna quei 3 punti che hanno consentito loro di sfidarsi nel playout salvezza e di far retrocedere i gialloverdi. Sarebbe, tuttavia, capzioso attribuire le responsabilità del brutto campionato del Colorno, chiuso al 17° posto – con 7 vittorie, 9 pari e 18 sconfitte, col 3° peggior attacco e la 3ª peggior difesa (e mai al di sopra del 14° posto dall’8ª in poi) – solamente allo scorcio finale di stagione. Qui, peraltro, con Baldi, una tardiva sterzata aveva portato inattesi venti di speranza, fino al sogno playout sfuggito per i 9 punti di distacco dall’Arcetana 13ª.
La scorsa estate portava con sé il terzo assetto dirigenziale in 3 anni: dopo i fasti della gestione Vicini, tanto vincente quanto dispendiosa, l’arrivo del gruppo ex Tonnotto (nella figura dell’ex presidente Pierantonio Gherardi) non aveva restituito la stabilità sperata, con l’addio consumatosi dopo appena una sola stagione. Si era reso, dunque, necessario l’insediamento di Davide Quarta alla presidenza del Colorno, manager giovane e ambizioso, per quanto inesperto del calcio emiliano, alla pari del gruppo squadra: uno dei più “verdi” della categoria. Raramente, infatti, l’undici titolare ha superato i 22 anni di media. Ambizione che tuttavia ha dovuto adeguarsi alla realtà: ai nastri di partenza, per la prima volta dopo diverse stagioni, il Colorno non partiva tra le “sei sorelle”, anche per via di un mercato scientemente oculato rispetto alle non più sostenibili opulenze del passato.
Tuttavia, non si può dire che gli acquisti del ds Andrea Bobba, pur numerosi, abbiano lasciato il segno. Soprattutto quelli in attacco. Per diverse ragioni i vari Carissimi, Aquino, Turrà e lo sfuggente Gallego non hanno dato il contributo sperato: tanto che l’attaccante più efficiente è stato l’innesto invernale Kulluri, con 4 reti in 13 presenze: 3° cannoniere della squadra, dopo un Morrone mai così prolifico (5 gol) e l’ex capitano Carrasco (8). Il panamense, eletto inizialmente a leader del nuovo ciclo, ha mantenuto la fascia sul suo braccio, per poi passarla, dopo qualche presenza sotto tono, su quello di Crescenzi, dalla più lunga militanza in gialloverde.
Dove però il Colorno ha dato il meglio (o il peggio) è stato, ancora, nelle scelte in panchina: trascorse le prime 10 partite con Matteo Bertoli allenatore, ne ha dirette altrettante il successore Francesco Cristiani, con cui però non è scattato il feeling. E così la stagione è stata conclusa dal 3° allenatore, Mirko Baldi, più longevo con 14 partite. Come sul mercato, un po’ di frenesia ha guidato le scelte: Bertoli (anche lui nuovo all’esperienza da mister nel massimo campionato regionale) ha pagato una situazione reputata inadeguata rispetto alle potenzialità della squadra (9 punti in 10 partite, 0.9 a match, con una differenza reti di -22, ma accumulata contro 6 delle prime 8 squadre della classifica). Se con Cristiani, invece, la frattura era parsa insanabile (8 punti in 10 sfide, sebbene dal coefficiente di difficoltà inferiore rispetto alle precedenti), l’onere di portare la nave a riva è toccato al “traghettatore” Baldi: solido 4-4-2 di ordinanza e qualche innesto dal mercato – sebbene i soli titolari fissi siano stati il portiere Alberto Rossi, il reinventato difensore Vezzani e Kulluri – non sono bastati, al pari dei 9 punti conquistati fra la 28ª alla 34ª, che avevano illuso i tifosi.
Dopo 7 allenatori in 3 anni (Piccioni, La Rosa, Puzzillo, Galli – unico a resistere un’intera stagione in panchina – e i tre di quest’anno), la discesa in Promozione deve restituire serenità e stabilità al Colorno, memore di quanto accaduto proprio nel 2017, quando per ripartire dopo la retrocessione l’allora patron Gandolfi si affidò al giovane e promettente Bernardi e al settore giovanile, fino ad arrivare a un passo dalla Serie D.
Chiaramente non è tutto da buttare: oltre ad aver raddrizzato il bilancio, si sapeva che la stagione ’24/’25 sarebbe stata l’anno zero per il Colorno, tant’è che in dirigenza non si fanno drammi. Anzi, il giovane presidente Davide Quarta e il dg Stefano Chiesa sono già pronti a ripartire con rinnovate ambizioni. Soprattutto con un anno di esperienza in più, ben consapevoli che nemmeno i peccati (venali?) di gioventù vengono perdonati.
(In copertina, l’undici di partenza del Colorno nell’ultima partita casalinga della stagione – ©Foto: Alberto Grasso/SportParma)
