Il pivot del Lavezzini ha realizzato, sabato scorso, il massimo bottino di punti nella sua carriera italiana

Le prime due gare di campionato del Lavezzini sono state all’insegna del punto a punto e se il buon giorno si vede dal mattino, il prosieguo dovrebbe essere vietato ai malati di cuore. Se nella gara d’esordio contro Napoli le gialloblu potevano rammaricarsi per il fatto di avere segnato un ottimo bottino di punti (77) ma aver perso, contro Pozzuoli la difesa si è registrata e la combattività già mostrata una settimana prima è stato l’altro punto a favore «La squadra deve avere una sua identità, la nostra deve essere la combattività. Noi “anziane” abbiamo già vissuto tante battaglie simili per cui ce l’abbiamo già dentro quello di non mollare mai; questa può essere una delle nostre forze e devono recepirlo anche le più giovani». Chi parla è una delle principali protagoniste della prima vittoria in campionato ovvero Nicole Antibe; 36 anni e non sentirli per l’ex Napoli e Schio, autrice, con 27 punti, di oltre un terzo di quelli messi a segno complessivamente dalla squadra e del suo miglior score nel campionato italiano (superati i 26 della 2a di andata contro Taranto nella stagione 2006/07, allora con Napoli) «Ehh … è uno sforzo che si doveva fare con Machanguana fuori per infortunio; io ho fatto metà dei punti miei e metà suoi. Ci sono dei giorni così che ti senti bene e devi approfittarne. Spero che durerà perché il difficile è ripetersi; se la prossima partita faccio solo due punti per me è una vergogna. Il fatto è che quando hai ancora voglia di giocare e di vincere …».
Il pivot parigino … della Martinica è, insieme a Machanguana, l’atleta “più anziana”, una guida e se non la mamma almeno la sorella maggiore di alcune del roster «Sì, questa è una cosa giusta; le atlete più anziane mi hanno aiutato quando ero giovane e adesso devo fare io, ad esempio con Narviciute che gioca nel mio stesso ruolo. E’ bello e importante lasciare un po’ di se a qualcuno». Con la collega di reparto assente per oltre un mese causa strappo muscolare sarà chiamata a qualche minuto in più, già con Pozzuoli di minuti ne ha totalizzati 33, ma questo non la spaventa «Si gioca una partita a settimana per cui 30 o 35 minuti non è un problema soprattutto in partite difficili come quella di domenica; chiaro che se dovessimo giocare due partite a settimana alla fine un po’ di fatica la sentirei». E non la spaventa nemmeno, com’è giusto che sia, la prossima gara, nuovamente di fronte al pubblico amico, contro uno squadra quotata come Venezia di coach Paolo Rossi e delle ex Screen e Maiorano con la quale in Coppa Italia ci fu una sconfitta netta che precluse il passaggio del turno; una partita con molti errori frutto forse anche della “prima” ufficiale «Dentro di me ho una piccola voglia di dimostrare che quella partita l’abbiamo sbagliata e che quegli errori non li facciamo una seconda volta. Ci sono rimasta un po’ male, per noi e per la gente; ora giochiamo in casa e la vittoria è importante».
Nello sport, giovani o esperti A1 o B, l’importante è anche divertirsi e in questa squadra, al di là delle qualità, degli schemi, dell’età, pare che ciò stia avvenendo «Questo sicuro. E’ vero che dobbiamo divertirci, ma c’è anche un obiettivo; questo lo si può raggiungere sì giocando divertendoci ma con l’equilibrio e anche con l’ambiente e ringraziamo Dio che le cose restino così come adesso per il resto della stagione».
Napoli e Schio, due modi diversi di vivere il basket e ora Parma «Napoli era veramente una famiglia: presidente, dirigenti, pubblico era un ambiente proprio familiare; mi è piaciuto molto. Schio invece era inquadrato, professionale con sempre fisso l’obiettivo, l’obiettivo, vincere, vincere. Per quanto riguarda Parma devo aspettare un pochino, magari verso Natale ti so dire». E se ne va sorridendo; un sorriso contagioso che le auguriamo non perda mai.