Le parole di Tonino Raffa a Stadiotardini.it, storico radiocronista di Tutto il Calcio minuto per minuto, per ricordare il collega della Rai Franco Lauro (nella foto), scomparso ieri all’età di 58 anni.
Quando conosci una persona da una vita, la prima battuta che ti viene in mente è più o meno questa: “potrei scrivere un romanzo”. Ma se quella persona è un amico di con la “A” maiuscola, e viene inghiottito da un agguato del destino a soli 58 anni, la notizia è di quelle che ti lasciano senza fiato e senza la forza di scrivere un rigo.
Ha avuto per me questo effetto paralizzante l’improvvisa morte di Franco Lauro, stroncato da una crisi cardiaca, mentre da solo trascorreva il lunedì di Pasqua nella sua abitazione romana di via Croce.
Sarebbe poco ricordare la sua straordinaria carriera di telecronista e conduttore con le sole cifre che comunque dicono tanto: otto olimpiadi, sei mondiali di calcio, dodici europei e tre mondiali di basket; una infinità di trasmissioni guidate con eleganza e sensibilità (dalla “Domenica sportiva” a “Novantesimo minuto”). In tanti eventi internazionali ci siamo incrociati, lui inviato per Rai Sport, io per il Giornale Radio.
Ma tutto questo sarebbe riduttivo. Devo aggiungere, infatti, che se i telespettatori lo hanno ammirato per le sue capacità professionali, io ho avuto (come tanti altri nostri colleghi), la possibilità e il piacere di apprezzare le sue qualità umane, sin dagli anni ottanta quando lui, da giovane inviato, faceva le telecronache di pallacanestro della Viola Reggio Calabria, la squadra della mia città. E il più delle volte, finito di lavorare, ci trovavamo a parlare del più e del meno, davanti a un buon piatto a base di pesce. Poi, durante la settimana, spesso si faceva vivo per chiedere servizi di attualità e di costume sul basket calabrese. Era sempre lucido, aggiornato, competente, entusiasta, sensibile, rispettoso e mai fuori dalle righe.
Con franchezza dico che non riesco a trattenere le lacrime. E’ davvero un momento triste per il nostro giornalismo sportivo, che meno di un mese fa, ha perso un altro collega storico e di grande caratura professionale come Gianni Mura. Il Coronavirus stavolta non c’entra. Si è solo messa di mezzo la sfortuna. E tutti ci sentiamo più poveri.
Tonino Raffa